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Medici in prima linea (lo stiamo perdendo! Forse lo abbiamo già perso).

26 Marzo 2007

Solita premessa: questo post è lunghissimo. Come suggerito in altre occasioni potete stamparlo e godervelo con comodo prima di andare a letto oppure lasciare una tacca sul monitor e ricominciare a leggerlo in momenti successivi. Per farmi perdonare giuro che domani non scrivo niente così do la possibilità ai lettori di prendersi il tempo necessario.

 

Metti caso che un giorno sei lì, tranquilla, che pensi ai fatti tuoi. Non sei in pace con te stessa (ma quando mai lo sarai?) né tantomeno lo sei con il mondo che ti circonda, anzi hai ancora una sensazione di canini che ti spuntano se solo pensi ad un recente trascorso. Facciamo finta che nonostante questo tu ti senta abbastanza bene. Quindi, dicevo, sei lì che fondamentalmente stai pensando ai fatti tuoi e sei un qualcosa che, per lo standard che ti riguarda, si avvicina al concetto di tranquillo. Metti che conosci una persona nuova. Voglio dire, al mondo siamo cinque miliardi, tu non sei notoriamente un rottame, ci sta che uno sguardo maschile si posi su di te, ogni tanto. Quindi, dicevo, sei lì eccetera eccetera e incroci questa persona che ti incuriosisce, che si incuriosisce e capite che vi va di conoscervi meglio. Metti caso che questa persona sia oggettivamente interessante, affascinante e che riscuota generalmente ammirazione (non solo perché ma) anche in funzione del fatto che fa un lavoro particolare. Metti caso che faccia il chirurgo. Non uno di quelli di fama mondiale, un luminare della medicina, ma diciamo un chirurgo bravo, che ha delle responsabilità e che trae belle soddisfazioni dal proprio lavoro, che è in netta ascesa.

 

E che conosce perfettamente il suo valore nonché l’ascendente che ha su di te e sull’universo femminile in generale.

 

Metti caso che tutti i tuoi amici, nessuno escluso, ti facciano notare che se questa persona non fosse stato il chirurgo che è, tu non l’avresti filato manco di pezza. Ma tu nonononono e così, come sempre, te ne sbatti del comune pensiero e cominci a frequentarlo. Ovviamente quando è possibile perché fra un intervento a cuore aperto, un bypass, un trapianto di fegato oppure anche solo una banale appendicectomia, questa persona non è sempre lì a disposizione. Quindi, nonostante faccia il possibile per rassicurare le tue ansie da abbandono, capita che vi incontriate in momenti strani, magari la notte, che magari restiate una settimana senza vedervi perché è via per un corso di aggiornamento. Senza contare che mentre opera non può scambiarsi i messaggini, tantomeno rispondere alle e-mail. Senza contare che nei week end è difficile avere del tempo a disposizione perché salta di convegno in convegno, muovendosi in un universo fatto di transaminasi e villi intestinali di cui tu non fai parte e che fatichi a comprendere. Ah sì, dimenticavo. Oltre ad essere un chirurgo diciamo che presta il proprio operato anche presso quattro ambulatori diversi ed è un appassionato di… mmhh… golf. Il tempo che gli rimane però è praticamente tutto tuo, soltanto non è distribuito canonicamente come lo sarebbe qualora tu frequentassi un ragioniere: lui è quel che è, tu lo sapevi fin dall’inizio. Lui non lo fa perché non ha voglia di stare con te o perché non vuole in fin dei conti conoscerti meglio, lui semplicemente fa un lavoro particolare ed è anche una persona estremamente eclettica. Tu ogni tanto lo dimentichi ma è uno dei motivi per cui ti è piaciuto e per cui lo stimi: sei orgogliosa di lui, nutri nei suoi confronti un grande rispetto e una sorta di soggezione per quel che rappresenta, per quel che è in grado di fare, ogni tanto sei addirittura un po’ gelosa dell’ammirazione che lo circonda, come se volessi tutto quel talento solo per te, come se i pazienti che lui cura te lo rubassero ogni giorno un po’. Tu, impiegata dalle quaranta ore settimanali, non puoi che avere una vaga percezione del sacrificio e della dedizione che un tale lavoro comporta. Senza contare i quattro ambulatori e il golf, non dimentichiamolo. Non te la puoi prendere con lui se non condividete la quotidianità fatta di piccoli ma importanti scambi e se da quando vi conoscete non siete mai stati, per esempio, a cena fuori o al cinema: dopotutto non si può pretendere di avere a fianco una persona di una certa caratura e volerla vivere dentro una cornice di normalità. O si accettano le differenze in quanto arricchimento reciproco oppure benvenuto al ragioniere di cui sopra. Tutto questo tu lo sai perfettamente e non più tardi della settimana scorsa gli hai detto che è tutto a posto, che per te dormire due ore di meno va bene se quelle due ore le passi con lui, che sbagliavi quando dicevi che bisognerebbe frequentarsi soltanto fra simili. Che è più logico che sia tu a seguire lui, che viceversa.

 

Metti caso però che un sabato finisci al pronto soccorso perché diventi mezza cieca mentre stai giocando a tennis e lui è dall’altra parte dell’universo a salvare una vita e pensi lo chiamo? Lo avviso? Ma cosa lo chiamo a fare, cosa vuoi che gliene freghi? E questo non è un bel pensiero. Metti caso il giorno successivo lo incroci per pura coincidenza e lui sia talmente di corsa che fatichi a dirti vaffanculo. Metti caso che quando vi sentite per decidere cosa fare dopo la sua partita di golf (irrinunciabile, ma non ti metti neanche in competizione: d’altronde con un lavoro così vuoi togliergli il piacere del suo sport preferito? Non sei nella condizione di farlo ma nemmeno vorresti, per amor del cielo!) lui ti dica sai forse è meglio se non ci vediamo perché poi dove metto le mazze, perché poi piove e chissà in che condizioni sarò dopo tante ore sul green, perché ho un gomito che fa contatto con il piede e mio nonno è rimasto chiuso nell’autolavaggio. Ci vediamo martedì che, salvo far nascere sei gemelli all’ultimo momento, credo di avere tutta la sera disponibile? E mentre stai pensando caro il mio Tiger Woods dei poveri, io le mazze so perfettamente dove te le metterei – una ad una – ti sorprendi a rispondergli un po’ arrabbiata, parecchio delusa, ma soprattutto rassegnata un piagnucoloso va bene, però ci sentiamo anche domani eh? Come se dovesse farti un piacere. Come se nella lunga serie di cose da fare che ha nella sua personale to do list, dopo una colecistectomia ci fosse anche una voce con su scritto accontentare Daniela.

                                                                                                                 

E tu questo non lo vuoi.

 

Riagganci il telefono e ti viene in mente una domanda: è destino che dopo il golf…? No, la domanda è questa: perché un’opzione ha escluso automaticamente l’altra?

 

È proprio vero che la seconda persona è una brutta bestia. Facciamo che torno alla prima e cerco di farmi capire: ok a tutte le attenuanti, non pretendo che arrivi carico di mazze e gocciolante a casa mia per restarci tutta la notte, ma se riusciamo a vederci sia stasera che martedì non è ancora più bello? Anche solo un saluto, dopo il golf, non avrebbe fatto piacere anche a te? È una pretesa sciocca e ad appannaggio prettamente femminile? Gli uomini non ragionano così? Ho forse un’idea troppo romantica dei rapporti uomo-donna? Non sono sufficientemente pragmatica? Non lo so. Sta di fatto che sarò una semplice impiegata da 40 ore a settimana che non può che avere una vaga percezione del mondo che ti circonda, sarà che sono egoriferita e non sono mai stata abituata ad essere un satellite di qualcosa che brilla più di me, sarà che sono stata sempre viziata e fatico a sacrificare un po’ del mio per andare incontro alle esigenze altrui, sarà che non sono nella condizione di potermi arrogare certe pretese. Ma io, scusami tanto, non farei mai così.

 

In realtà invece sì, l’ho fatto. Ed è per questo che posso dire di parlare con cognizione di causa.

 

Sabato sera dell’estate scorsa. Io e tre amiche in macchina, direzione Topo a Milano Marittima. Consapevolezza che l’indomani avrei dovuto vedere il mio filarino dell’epoca. Alla Baby, come in un delirio creativo, viene in mente che nonostante tornare dal mare verso le quattro del mattino per poi alzarsi alle otto e rifare il percorso inverso sia veramente da deficenti, niente e nessuno ci impedisce fondamentalmente di farlo, che per dormire c’è sempre la spiaggia. A me quando si parla di andare al mare basta poco a convincermi, difatti il collegamento cervello-mano che compone il numero di telefono del malcapitato di cui sopra è pressoché immediato – il colpo di genio è prendere due piccioni con una fava dicendogli ma non sarebbe bellissimo se tu venissi al mare con me e i miei amici, che dici che non ti invito mai? Falsa, falsa, falsa come una banconota del Monopoli. Poi ok, per un’incompatibilità direi atavica del mare non se ne è fatto niente (né per lui né per me, che la mattina successiva sfanculavo allegramente la sveglia e la Baby) ma riflettendo ci ho messo così poco a procrastinare un accordo, a modificarlo, a fare una controproposta per arrivare ad ottenere ciò che pareva a me. Conscia della mia disponibilità ad immolare l’uscita con il filarino, nel caso – che tanto era abbastanza in fondo alle mie priorità – ma soprattutto mascherandola da ottima idea per il bene di entrambi. Quando nei confronti di altre persone non avrei neanche mai pensato di poterlo fare.

 

Tutto questo per dirti cosa, dottore? Che non ho le idee chiare ma ho il sentore che la situazione mi stia sfuggendo di mano. Che non so se l’esempio calza ma in questo momento non riesco a ragionare lucidamente e so che se fossi qui mi diresti che mi aspetto troppo in così pochi giorni, che non c’è fretta, che abbiamo tutto il tempo del mondo. Ma mi rendo conto che c’è una grossa differenza fra essere un desiderio ed essere una cosa da fare e io non voglio rientrare nella seconda categoria. Solo questo ti volevo dire. So che sei di mente sufficientemente aperta per capire il mio modo di ragionare e apprezzare il suo essere diametralmente opposto al tuo, ma soprattutto so che sono sufficientemente di valore per non accontentarmi. Spero non me ne vorrai per averne fatto un post, ma è che non vedendoci così spesso e non volendo rovinare quei momenti lo lascio scritto dove so che passi, così magari te lo leggi stanotte a fine turno.

 

LdC

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  1. bè non sei contenta? Non è fantastico tutto questo?

    Sabato sera sono uscito per una cena, ci siamo rivisti, ciao ciao tutto bene? Sì tutto bene e solite cose.

    Ha passato tutto il tempo a controllare il cellulare, lo stesso che teneva spento quando ero io a cercarla, sperando che qualcuno la chiamasse o le mandasse un sms, forse anche il suo stava facendo nascere 3 gemelli.

  2. io non lo so, forse tendenzialmente (tolti tutti i lati positivi dell’avere vicino unapersona con una splendida carriera lavorativa ecc ecc ecc) credo che il ragionierino sia molto più rilassante.

    Però una cosa l’ho capita, dopo anni di testate sui muri e robe simili, è sbagliato, ma mooooolto sbagliata, cercare di interpretare i comportamenti degli altri dicendo ‘se io avessi fatto così l’avrei fatto perchè…’

    Non tutti siamo uguali, non tutti abbiamo lo stesso modo di ragionare, agire e amare….

    Detto questo, le mazze da golf vanno una ad una su per il biiiip!

    Coquelicots

  3. Ma sai, magari il chirurgo è uno che ha sempre odiato quegli assurdi video con la pioggia, tipo, che ne so, Heaven degli Psychedelic Furs o quell’altro di Zucchero o tutti quei video assurdi in cui c’è un tipo che se ne sta a braccia a aperte a bersi il temporale con aria felice, anziché (meno romantico ma più realistico, ne convengo) smadonnare cercando un ombrello o un riparo, e magari pensa che arrivare da te nel cuore della notte bagnato fino agli indumenti intimi dopo novanta minuti di pioggia sul campo da golf e infreddolito fino alla spina dorsale sia sì, indubbiamente romantico ma anche piuttosto evitabile, visto che potete vedervi martedì asciutti e con calma, e che dopo nove secondi di pozzanghere sparse per casa e tutto sommato anche tu troveresti poco romantico ricevere nel cuore della notte un uomo da strizzare.

    Poco romantico, ma realistico.

    Invento, eh? Faccio ipotesi.

    Eroe del tuo inferno privato

  4. Ecco, adesso se mi capiterà di dover andare sotto i ferri la mia paura non sarà “speriamo che l’anestesista non sbagli, non esageri…” ma sarà “speriamo che il chirurgo non sia amico di LDC e non si metta a messaggiare con lei… che dopo mi ritrovo un cellulare tra fegato e rene, acceso, e con LDC che mi fa gli scherzi, mi fa i chiamini e mi fa vibrare il cell tra fegato e rene…”

    Drammatico.

    Ste.

  5. In risp.: anch’io mi perdo d’animo talvolta, non sono immune…ben chiaro! La sofferenza passata non mi nobilita, né mi ha resa immune. L’apparenza spesso inganna ed anche gli inscalfibili hanno momenti di defaillance. A volte il castello di certezze trema e qualche torrione crolla. Poi, si ristabiliscono le distanze e le giuste proporzioni tra quello che ti sta accadendo e quello che ti è accaduto o, peggio ancora, sai che ti accadrà e, allora, torni a pensare che all’irrimediabile sei abituata e tutto il resto, prima o poi, passa!

  6. Guarda che al mondo ci sono anche persone pigre (o pigrissime), o semplicemente un po’ stanche, che pure quando sono interessate a qualcuno, se le condizioni non sono ottimali per vedersi/uscire, dicono: “Vabbè, ci si vede un’altra volta”. Specie se si tratta di persone con l’innamoramento lento (quelle che per innamorarsi pensano sia impossibile metterci meno di qualche mese).

  7. scusami sai, ma non mi si tiene su ste cose, lo sai.

    Leggo i tuoi post, leggo i commenti.

    E in riferimento a quello lasciato da eroe del tuo inferno privato vorrei dire: e se invece questo supermedico si rendesse un attimo conto che bagnarsi fino al midollo per stare anche dieci minuti con la signorina postatrice DEVE valere la pena, e che rimandare a martedì, rimandare di qualche giorno, DEVE fare la differenza??

    Perchè altrimenti, sarà anche un superchirurgo da operazioni a cuore aperto, sarà anche superstimato, superricercato e superammirato, ma forse si è tanto adagiato nella sua condizione da diventare totalmente incapace di vedere che intorno c’è un mondo.

    Che non c’è solo il mondo che sta dentro, ma anche quello che sta fuori, e che questo mondo non sta qui ad aspettare la nostra comodità.

    E se se ne va, poi, questo mondo, allora son cazzi.

    Io, caro superchirurgo, smetterei di fare il coglioncello.

    Scusa Dani, eh, ma quando ci vuole ci vuole.

  8. @Aluc, sono contenta e non sono contenta, in realtà. Paradossalmente uno dei motivi che me lo fa preferire agli altri è anche il motivo che ci allontana. Per quanto riguarda la tua serata ti faccio una domanda: perché ti trovavi a cena con lei e non a svolgere una qualsivoglia più edificante attività? La bottiglia di plastica con cui mazzolarti gli attributi te la sei portata da casa o te la sei fatta prestare direttamente al ristorante?

    @Coquelicots, è vero che non siamo tutti uguali. Io al tempo lo feci con la sufficienza di chi non è coinvolto e giustamente non posso paragonare i miei pensieri a quelli di chiunque non sia io. A mia parziale “discolpa” posso dire che se magari questo fosse capitato in un regime di normalità sarei stata la persona più comprensiva del mondo, in questo contesto ho semplicemente accusato con maggiore fatica. È stato scritto di getto, ieri sera. Stamattina sono molto meno sconfortata ma il post ormai esisteva, era bellissimo e non potevo non pubblicarlo.

    @Ste, prega di non capitare mai sotto le grinfie del “mio” chirurgo subito dopo che gli ho trifolato i maroni, potrebbe usarti come presa di terra per sfogarsi ;o)

    @LdP, non so in che categoria rientri e detesto mettere etichette, ma diciamo che mi auguro che tu abbia ragione.

    @E.d.t.i.p. c’è anche November Rain dei Guns’n’Roses.

    @Vale, chapeau.

  9. un dottore?!?! wow!! non è facile stare vicino a persone così, servono sacrifici e pazienza, tanta pazienza….. ciao Ldc

  10. Superchirurgo a parte: una volta (stavo con una ragazza maniaca delle soap) ho voluto fare una cosa estremamente romantica che avevo visto con lei in qualcuna delle sue soap di cui sopra: l’ho portata in una casa in montagna, nel cuore dell’inverno, a passare una notte a farci scaldare dal camino. Non ho trovato le fragole con panna che usava sempre Eric Forrester insieme allo champagne, ma pensavo potesse andare. Il camino, a vederlo così, funzionava.

    Non vi starò a raccontare tutti i dettagli della serata, ma sappiate che riguardano maglioni, altri maglioni, coperte, altre coperte, denti che battevano, altri denti che battevano. Da allora i romanticismi da telenovela sono stati sostituiti da un più concreto: qualche volta ci si può anche vedere martedì e non muore nessuno.

    eroe del tuo inferno privato

  11. @Ste, io te l’ho detto che devi smetterla con certe frequentazioni (strano che io ti scriva sul blog quando ti ho appena salutato alla fermata dell’autobus, eh? Un po’ kafkiana ‘sta cosa).

    @E.d.t.i.p. perchè io questa storia l’ho già sentita da qualche parte?

    @Matt, sì. Anche se non so se è ancora del parere che aveva ieri sera verso le 23.30.

  12. che palle vero sti uomini che se ne escono con certe banalità tipo: non muore nessuno.

    Ovvio, geniaccio, solo che tra il morire e l’essere felici c’è una gamma immensa di roba.

  13. Il fatto è che fai agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te e i pochi altri che vorresti non ti facessero quello che non vorrebbero fosse fatto a loro matematicamente ti faranno quello che non vorrebbero fosse fatto a loro e che sicuramente non faranno a quella persona che farà a loro esattamente quello che non avrebbero voluto che quella persona non facesse. Elementare postulato delle relazioni amorose o pseudotali. Quasi tutte. Sopratuttto le pseudo. Solo le pseudo.

  14. Spigo il tuo commento è singolare e colmo d’ingegno, invece. Appena lo capisco passo a farti i complimenti di persona ;o)

  15. Solo una cosa, lavoro con una decina di medici, mio padre è medico, ho amici medici…. sono calmi, pazienti, disponibili e comprensivi…mentre sono al lavoro.Finito di lavorare devono trovare qualcuno su cui sfogarsi.Non per tutti loro è una cosa drammatica perchè la sanno prendere con filosofia,ma alcuni sono proprio dei rompiballe dopo il lavoro. E di solito hanno un hobby che li fa “scaricare”,(la moto, la politica, coltivare la terra ecc) te lo dico solo per conoscenza,questo non giustifica minimamente il tuo chirurgo. Perchè è vero che bisogna essere concreti e reali.Ma ogni tanto un pò di immaginazione e di romanticismo non uccidono nessuno. Anzi forse salvano la vita al malcapitato che avresti visitato con i “maroni trifolati”.

    E comunque W le impiegate da 40 ore.

  16. mmmmh, beh, bello questo post, ora che lo leggo con attenzione…

    chissà com’è che non ci avevo mai fatto caso prima!

    soprattutto commentati da eroi afrterhouroriani di inferni privati che sono molto infernali poco privati ma sopratutto pochissimo eroi.

    Elisa

    Un’ infermiera di quei famosi ambulatori

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