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Il piadinaro fantasma.

7 Maggio 2007

Questa è una storia che si svolge all’ombra del Mausoleo di Teodorico e racconta di una ragazza perennemente a dieta, di un poster di Marco Pantani e di un disco di Paolo Conte. Ma andiamo per ordine.

 

Maggio 2004. Quattro amiche che sappiamo chiamarsi Daniela, Sandra, Elena e Giulia stanno rientrando dalla prima domenica marittima della stagione. È tardi, fa caldo e c’è molto traffico: l’idea è quella di fermarsi dal primo venditore di piadine che incontreranno per strada. In macchina Paolo Conte canta via, via, vieni via di qui, niente più ti lega a questi luoghi, neanche questi fiori azzurri quando una di loro scorge la Piadineria Alvaro alla propria sinistra. Nella concitazione del momento, fra Alvaro a sinistra e il mausoleo a destra – per dovere di cronaca le esclamazioni si sono così cronologicamente svolte guarda il mausoleo, dove, a destra, guarda il piadinaro, dove, a sinistra  Sandra, che si trova alla guida, si lascia prendere dal panico, rischia un frontale con un camion e compie una rischiosissima manovra che termina con ruote fumanti e ragazze urlanti esattamente di fronte alla verderigata e odorosa baracchina. Scendono, si guardano intorno: una sola roulotte nel parcheggio desolato, il rumore del traffico in lontananza, quattro sedie di plastica e Paolo Conte che dice chips, chips, du-du-du-du-du mentre Daniela dice vorrei una piadina al cotto, Elena dice vorrei una piadina squacquerone e rucola, Giulia dice vorrei una piadina con la Nutella, Sandra dice non prendo niente sono a dieta.

 

A questo punto è necessario aprire una parentesi. Da che mondo è mondo, da che il sole ha iniziato ad illuminare la terra, da che il giorno è giorno e la notte è notte, dai primordi della nostra specie (e indicativamente finché ci saranno forme di vita più o meno conosciute nell’universo) non esiste memoria di ora, minuto, istante in cui la Sandra non fosse a dieta. A zona, vegetariana, a punti, cronodieta, Atkins, Beverly Hills, Chenot, Crudista, South Beach, dissociata, italiana, Macrobiotica, mediterranea, Montignac, Pritikin, Scarsdale, Vegan, delle intolleranze, del minestrone, del fantino, delle banane, del cotechino col purè: dalla più famosa alla meno conosciuta, praticata probabilmente solo in qualche remota jungla del Borneo, ogni tipo di dieta è stato oggetto dell’interesse della nostra amica e soprattutto nessuna strada è stata lasciata intentata. Le ha seguite tutte, anche se generalmente le ha portate avanti per circa tre ore l’una. Ovviamente di lunedì mattina.

 

E ora ci troviamo qui, ai confini della realtà, l’atmosfera rarefatta dall’eccessivo caldo, troppo per un inizio di maggio (o forse è la piastra che sfrigola?), Alvaro cuoce le piade, Paolo Conte nell’aria, Pantani che ci osserva da un poster autografato e la Sandra che si trova a un bivio: resistere o vanificare i propri sforzi per colpa di una piadina?

 

Torniamo ai giorni nostri.

 

Aprile 2007. Due delle quattro amiche, Daniela e Elena – stavolta con gentile Miciccio – stanno rientrando dalla prima domenica marittima della stagione. Non è particolarmente tardi, non fa particolarmente caldo e c’è abbastanza traffico: l’idea è quella di fermarsi dal primo venditore di piadine che incontreranno per strada. In macchina stavolta nessuno canta perché una dei tre a caso sta intrattenendo il pubblico con le sue solite tresche ai limiti dell’inverosimile – e quindi la radio sarebbe superflua – quando Marco dice secondo me un piadinaro in zona non c’è, Daniela dice a me sembra il posto del piadinaro della Sandra, Elena dice no ma non c’è mica il mausoleo. Invece, come in una specie di sortilegio, di incantesimo, come un miraggio nel deserto di asfalto e tubi di scappamento, a destra sbuca il Mausoleo di Teodorico. Daniela si volta istintivamente a sinistra e in puff compare Alvaro, sempre verderigato e odoroso. Parcheggiano e si incamminano. Elena dice non è mica lo stesso, Daniela dice sono sicura che è lo stesso, Marco dice vorrei una piadina col salame. E di nuovo, come se nemmeno un giorno fosse passato, il chips, chips, du-du-du-du-du di Paolo Conte nell’aria e Pantani che occhieggia dal poster autografato. Oggi come ieri e sempre come sempre, pensano i tre, ignari della leggenda che narra che il giorno dell’inaugurazione della stagione a Marina di Ravenna, un piadinaro fantasma compare ai viandanti affamati che tornano a Bologna cercando di evitare il traffico della Romea. Qualcuno dice di aver addirittura udito il rumore dell’affettatrice in lontananza: la fantasia popolare vuole che sia il fantasma di Alvaro – a.k.a. il pizzaiolo di Marco Pantani – che, una volta soddisfatta la voglia di piada degli ignari avventori, inforchi una bicicletta e se ne vada pedalando assieme al Pirata.

                                                                                                   

La storia, seppur magica, è molto semplice e finisce qui: Elena, Marco e Daniela riprendono la loro strada senza voltarsi indietro, quasi come avessero intuito che in un identico puff tutto sparirà. Preferiscono non saperlo mai. Come voi, cari lettori, non saprete mai cosa è stato della Sandra e della sua piadina.

LdC

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  1. un po’ mi sento la sandra.

    quelle diete lì tutte le ho fatte, esclusa quella del cotechino col purè.

    però ho fatto quella estathè e pavesini. iniziata stamattina, finirà intorno all’una e un quarto.

    Ma perchè l’altra tizia ha una riga sopra?

  2. A volte penso che la tua capacità narrativa superi quella di Stefano Benni (non il primo che passa per la strada insomma…).

    Mai pensato di scrivere un libro?

    :o J

    Ciao

    Alan

  3. Vale, la tizia ha una riga sopra perchè come cantava Modugno “c’era una volta poi non c’è più”: purtroppo era obbligatorio citarla nella narrazione.

    Eliseth/Chicca, temo che Sandra smetterà presto di donarci nuove perle di saggezza, che ora è una donna felicemente accompagnata e ci si vede molto meno (ho comunque un pregresso decennale da raccontare, non preoccupatevi).

    Alan, tu sei troppo buono. La definizione verderigata e odorosa piadineria è effettivamente di stampo molto Benniano, anche se lungi da me volermi solo avvicinare alla sua bravura. Come ogni blogger che si rispetti ho ovviamente un libro nel cassetto, così per la cronaca ;o)

  4. Alan, ho recentemente partecipato a un piccolissimo concorso per una insignificante antologia ma penso sia meglio lasciare agli scrittori il loro mestiere, che non so se hai letto (se ne parla in giro) che escono circa 170 libri al giorno: capirai che non è neanche più tanto una cosa originale.

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