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Attenzione, prego.

24 Maggio 2007

Anche oggi ricevo e, volentieri, pubblico.

 

I BIANCIARDINI: UN SOGNO DA UN CENTESIMO, ALMENO.

 

I Bianciardini sono una serie di libri che si chiameranno UN CENT e costeranno un centesimo di euro: sono una nostra idea, nata ed alimentata non solo in una discussione privata, ma dal confronto con il pubblico nelle occasioni che finora abbiamo avuto per parlare de Il fuorigioco mi sta antipatico, il libro di Luciano Bianciardi da poco nelle librerie. Ci siamo chiesti, sin dalle prime ore delle vicende che ci hanno reso complici orgogliosi, come potevamo rendere un tributo non retorico e stantio a Bianciardi per quanto lui aveva scritto e fatto, e soprattutto per dare di nuovo corpo alla rabbia, all’anarchia, all’ironia ed alla ribellione che hanno animato i suoi brevi anni di vita. Abbiamo convenuto che si trattava prima di tutto di mettere al centro il lettore, di strapparlo dalle grinfie della grossa editoria, che in nome del profitto e del fatturato, dopo aver cancellato quanto di buono la letteratura del ‘900 aveva proposto, lo ha reso subordinato e passivo, deprivato delle passioni e assoggettato al consumo acritico. Siamo allora partiti con l’annullare l’ostacolo primario, costituito dal prezzo del libro, riducendolo ad una cifra irrisoria ed emblematica, e aggiungendo al marchio UN CENT la parola ALMENO, che è il primo vero invito alla complicità. Il lettore, con qualche centesimo in più, diventa finanziatore. Per un centesimo almeno, scoprirà e riscoprirà contenuti preziosi, dimenticati, sepolti da qualche parte, come quello di questo numero zero, un numero di prova. E il lettore diventa anche distributore e promotore: gli proporremo di spedirgli a casa, se le vuole, almeno cento copie di un titolo o di più titoli, per poterle distribuire, vendere, regalare, perchè ovviamente, con quel prezzo di copertina, i Bianciardini sono naturalmente esclusi dal circuito commerciale librario. E allora: finanziatore, promotore, distributore e, perché no, cacciatore di testi, alla nostra maniera, testi che sarebbero sicuramente piaciuti a Luciano. Quindi, così pensiamo noi, nostro complice al cento per cento e come noi sognatore, ma sognatore ad occhi aperti, per traghettare il libro da sfinito, come lo hanno ridotto ora, a infinito, come lo renderemo noi, assieme a lui.

 

Un’intera generazione di scrittori allevati, coccolati e lanciati sul mercato dagli uffici marketing delle grosse case editrici italiane è riuscita, allo scopo di mascherare la loro pochezza, nell’intento di far dimenticare quanto c’era di straordinario nella letteratura del Novecento.Scrittori cannibali e senza sangue hanno riempito tutte le pagine dei giornali, i salotti e ogni altro spazio pubblico, con i loro assordanti chiacchiericci e scalato le classifiche potendo contare sulla complicità mafiosa di critici ed intellettuali, vere e proprie protesi degli stessi uffici marketing. Per recuperare una delle figure più straordinarie del Novecento, Luciano Bianciardi, nasce questa iniziativa. Non solo per recuperarne la vera identità, ma anche per cercarne delle nuove, altrettanto critiche verso ogni forma di potere e vessazione e infine per aprire nuovi spazi di libertà, di fantasia e di passione civile, in primo luogo sulla Rete.

 

Per informazioni: Marcello Baraghini e Ettore Bianciardi.

 

LdC

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  1. ecco giusto.

    alla fiera del libro ho dovuto fare quasi un mutuo,shopaolics,si dice,in britain.

    shopping compulsivo,in libreria min viene,

    raramente nel negozio di vestiti usati sul naviglio.

    ma in libreria mi ammazzo.

    sputtano il reddito.

    è vero che lo dicono anche gli Atroci

    che più spende meno spende quello che poi conta è la qualità…….

  2. (ti riferisci a chi ha scritto quel post o allo scrittore giovanilista cui si accenna all’interno del post?)

    (brava, hai cliccato da sola sul link al mio blog per farmi abboccare all’amo, e io ho abboccato)

    (che brutta cosa l’ego da aspirante blogstar. Che brutta cosa la scimmia delle statistiche, quando uno c’ha a disposizione una linea flat veloce e può sempre tenere aperto LLOOGG)

    (vuoi un invito a LLOOGG, tra l’altro?)

  3. era bella la fiera del libro,

    forse troppo grande,

    avevamo il compito di farne una recensione io e gli altri 3 scoppiati.

    Ma a parte la Littizzetto,alle conferenze dormivamo,

    ho comperato un sacco di libri,

    gli altri un sacco di fumetti e cd

    abbiamo mangiato molti hot dog

    e ci siamo sdraiati per terra a raccontarci di un concerto dei Verdena a cui abbiamo assistitito tutti e 4 senza incontrarci

    abbiamo conosciuto un po’ di ragazzi

    Ruffo li chiamava Subsonica-style,ma chiama Subsonica-style tutti quelli che abitano a Torino,quindi c’è poco da farci affidamento.

    La relazione l’ho fatta io,

    anche se era più un report

    ho inventato un mucchio di cose,

    tipo una conferenza in cui ci siamo palesemente addormentati

    che parlava di politica e di ingiustizie e che l’ho resa una Travagliata infinita.

    [grazie Travaglio per gli argomenti]

    abbaimo anche conosciuto la Littizzetto,ma per poco,mentre io ero fuori a fumarmi una siga nell’imbrunire

    il viaggio di ritorno ho provato a leggere ad alta voce un libro di uno scrittore piemontese ma dopo le prima 4 pagine eravamo in un coma ancora più profondo e bisognosi di doccia

    musica ska,in questi casi

    è giovedì,ancora due giorni ed è sabato.

  4. @Massimo, bravo che hai colto il dubbio che desideravo, con la mia risposta, instillare nel lettore. C’è sintonia fra di nòi. Cos’è un LLOOGG? Comunque sì, lo voglio.

    @PerEnne, io ho avuto un cd dei Verdena. L’ho avuto per un tempo non superiore alle tre ore ma l’ho avuto. Poi l’ho regalato. Magari, invece, mi sarebbe piaciuto, che ne so, non l’ho ascoltato. Cosa cantano? Che genere è? Poi tra l’altro il tizio a cui l’ho regalato pensandoci un regalo non se lo meritava neanche.

    @Scriverecala, crepi il lupo! Ho fatto passaparola per un gruppo di persone che ho avuto modo di conoscere e che stimo molto. Però su quella che non li vorranno alla prossima Fiera del Libro mi permetterei quasi di dissentire, che magari questa idea è una svolta. (in questo momento i Sigg.ri Einaudi, Mondadori, Newton Compton e compagnia bella stanno facendo i dovuti scongiuri!!!).

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