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La dieta della pioggia.

30 Maggio 2007

Mah, durare sono parole grosse. Due ore di sole lunedì, un’ora scarsa martedì, per il resto acqua. Qui le speranze cominciano ad affievolirsi e il listino prezzi del centro abbronzatura è diventato l’argomento principale delle nostre conversazioni. Dopotutto tornare a Bologna e gli amici che chiedono ma non eri andata al mare? non è senz’altro situazione in cui desidero trovarmi. Voglio dire: riposarci ci si riposa, cazzeggiare si  cazzeggia, leggere si legge, dormire si dorme, mangiare si mangia però il tutto annaffiato da abbondanti precipitazioni. Che non fanno venire tanta voglia di mettersi lì ad essere iperattive simpatiche personcine, ma piuttosto fanno nascere intimamente una sana propensione a seppellirsi sotto al panno con del cibo a portata di mano, a rincretinirsi di televisione. Cose che si fanno già a casa la domenica, non è che dovevamo spararci trecento e passa kilometri per capire che siamo più pigre di un gatto.

 

Però non tutto il male viene per nuocere giacché dalle nostre menti superiori è nata l’idea per un nuovo tipo di regime alimentare, di una dieta che presto tutti ci copieranno e, vedrete, il problema di queste supertopone magre che si vedono per televisione – si capisce che siamo in overdose da Studio Aperto, vero? – sarà definitivamente debellato.

 

La dieta della pioggia, a cura di Daniela B. e Elisabetta B.

Nutrizioniste dell’Università degli Studi di Roseto degli Abruzzi

 

Mattino: colazione con latte, Nescafè, zucchero e Gocciole extradark (q.b.), in alternativa McVities (sempre q.b.), aggiungere Nutella se necessario.

Spuntino: pizza alle verdure, oppure ai pomodorini oppure salsiccia e patate oppure tutte e tre, a seconda di quanto è avanzato dalla pizzeria da asporto della sera precedente. In quantitativo direttamente proporzionale all’intensità delle precipitazioni.

Pranzo: olive all’ascolana(*), pecorino abruzzese stagionato nel miele, caciocavallo, pane, pomodorini ciliegia e zucchine con curry avanzati dalla sera precedente, sempre tutto q.b., aggiungere Nutella o Gocciole extradark se necessario.

Spuntino: gelato, possibilmente non di frutta o, se di frutta, che sia comunque a base crema.

Spuntino, bis: olive all’ascolana avanzate dal pranzo.

Cena, ovvero prolungamento dello spuntino bis: prosciutto e melone, bruschetta, pecorino abruzzese stagionato nel miele, caciocavallo e, se necessario, aggiungere ulteriori olive all’ascolana.

 

(*) in tutte le fasi del programma giornaliero, l’oliva all’ascolana può essere sostituita da arrosticini in quantità non inferiore a 10 pezzi.

 

Con una settimana di questa dieta vi garantiamo il cambio dell’intero guardaroba, l’aumento di pressione, colesterolo e trigliceridi, una pelle senz’altro più liscia ma soprattutto tesa, specie all’altezza del ventre, un sorriso smagliante – l’effetto miracoloso degli zuccheri nel sangue lo conosciamo tutti – la soluzione a tutti i vostri problemi di intestino irritabile (giacché dopo il primo giorno il vostro intestino si rifiuterà categoricamente di collaborare con voi, rinchiudendosi in un muto dissenso) nonché un divertente passatempo per le giornate di maltempo.

 

No, non ringraziateci, lo facciamo anche per voi: saremo felici se ci manderete un lieto pensiero mentre sarete allegramente intenti a fare shopping della vostra nuova taglia.

 

Da Roseto per oggi è tutto, restate sintonizzati per nuove sbalorditive avventure.

 

LdC

 

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  1. Ho letto male o manca la ventricina?

    quella è da maneggiare con cautela…

  2. io farei tutto a base di olive all’ascolana…..:)

    ma il tuo blog prima era privato? mi pareva di si’….ma forse no…bho’…

    non farci caso, e guarda l’orario….

    ciao

    billo

  3. Confermo che il silenzio e’ dovuto al bel tempo . Via sms la titolare del blog fa sapere a tutti noi che e’ “unta e distesa sul lettino ” … ‘arggh..invidia invidia….

  4. Oggi quasi sei ore di sole filate, oserei chiamarlo record. Come potete notare però siamo già qui, con un affogato al caffè come merenda (speriamo di non rovesciarlo sul notebook).

    Lunga vita allo Scric (che, per la cronaca, non è per i piatti ma per l’acciaio).

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