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Oggi non è mica facile.

6 Giugno 2007

Scrivere un post al giorno non è mica una passeggiata, sapete? Le idee, vi siete mai chiesti, ma come mi vengono le idee? Mah, vengono. Sono quasi tre anni che si palesano regolarmente e io finché ce n’è ne approfitto. Tutte le mattine mentre osservo il latte ruotare su sé stesso per due minuti nel microonde, o tutte le sere mentre guardo quei cinque minuti di Will e Grace, se riesco, o tutte le pause pranzo, se non vado a chiacchierare con il collega preferito, loro arrivano.

 

Bussano, timidamente, chiedono permesso, si insinuano silenziose negli anfratti del mio cervello e poi, di collegamento in collegamento, di sinapsi in sinapsi, iniziano a prendere forma, ad essere più rumorose e nitide, finché non ne esce qualcosa di sensato, che io poi apro un foglio di Word e lo scrivo.

 

Ma a volte ci sono le giornate come questa, che sto qui a spremermi le meningi, che se non mi è capitato niente di particolare, per non inventare di sana pianta – cosa che detesto fare sempre perché presuntuosamente ritengo che la mia realtà sia più interessante di certe bugie – a volte scavo nel passato, ma oggi non ho voglia di scavare nel passato, e anche se ieri sera non sono stata in casa a limarmi le unghie non ho voglia di parlare di ieri sera, che ero brutta e antipatica e ho usato come al solito un malcapitato a caso come presa di terra.

 

Maltempo. E mi sa nisba Faraotti, che non c’è il quorum. Ho lasciato una finestra aperta per fare asciugare il bucato e sono preoccupata di trovare la laguna, al ritorno a casa. Mi fa male la pancia. Devo lavarmi i capelli, che ieri sera si strafogavano di fritti ai tavoli di fianco e alla fine a rimetterci son sempre io. Poi ho sonno, che qua altro che caffè all’una di notte se per salutarci ci mettiamo mediamente due ore. Ah! Si stava meglio quando si stava peggio (almeno il mio ritmo sonno-veglia la pensa così, io poi non sono mica d’accordo). I clienti mi trifolano più della Trifola, da un paio di giorni. E dovrei fare la spesa. Ecco, potrei fare la spesa, così, per dare una svolta glamour alla giornata. E poi ci sarebbe la mia priorità. Qual è la tua priorità? mi è stato chiesto ieri sera. La mia priorità è, sì, è quella lì e non ho più il tempo materiale di perseguire il mio scopo, ora che sono tornata a casa e i ritmi quotidiani si sono nuovamente imposti alla mia attenzione.

 

Forse faccio troppe cose, come dice mia mamma. O forse sono ancora poche? Senz’altro la risposta non l’avrò oggi, che piove troppo per essere una giornata di quelle che trovi la risposta alle tue domande.

 

Quindi, signore e signori, a domani.

 

Inchino, sipario.

 

LdC

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  1. io ultimamente non scrivo molto, sarà che non ho molta voglia, anche perché per una volta ho deciso di non scrivere nulla di quello che mi sta succedendo ultimamente :p

  2. Stefi smuack smuack. Appena smette di piovere a secchiate facciamo un ape?

    Aluc, io in realtà non sono in crisi creativa, più che altro da quando sono tornata dalle ferie non ho tempo. Comunque ricordati che se non posto su Splinder, è perchè sto twittando.

  3. AH! la frenetica vita moderna di noi ggiovani! (e le nostre sigarette di droga etc..etc..)

    Bhè la priorità c’è e ti aspetta,per cui… magari oggi la spesa sarebbe meglio eh! ;-)

    Rimango in attesa del nuovo mirabolante post… anche se,ribadisco forse eri ispirata

    inconsciamente da un certo PaoloNori…

  4. Beata te che anche quando non avresti niente da dire qualcosa di sensato lo posti sempre! A me a stento riesce quando sono ispirato….;-)

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