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La supremazia della donna sulla tenda da campeggio.

15 Giugno 2007

Io, in realtà, nella vita, può non sembrare ma sono di una pigrizia imbarazzante: non lasciatevi traviare dai post come questo, che sono frutto della mia tendenza al presenzialismo ma che non valgono ai fini della mobilità della mia persona. Sono di una pigrizia unica, fisica, più che altro mentale, che a me non piace fare le cose che bisogna fare per forza, come andare a pagare l’ICI mettendosi in fila alla posta, andare dall’elettrauto a sistemare il fanale della macchina, insomma i problemi da adulti, che di solito mi risolvono i miei genitori, ma lungi da me gestirli, per amor del cielo.

 

E quindi, per esempio, voglio dire, non dovete stupirvi se sono rientrata dalle vacanze in tenda alla fine di agosto del duemilasei e decido solo oggi, giugno duemilasette, di andare a constatarne lo stato, che quando l’estate scorsa l’ho messa via avevo appena litigato con il mio compagno di viaggio e poi c’era un caldo bestia e poi dovevo prendere l’aereo ma prima andare a pranzo e a prendere l’ultimo sole, insomma un sacco di cose da fare prima di partire e la tenda era veramente il mio ultimo pensiero. E lasciamo stare se Mirko mi diceva sempre mettila via bene, mettici il talco che poi fa la muffa, che quando mi ha prestato la sua col piffero che gliela ho messa via bene, tanto era la sua. Ma stavolta l’igloo azzurra da cinque posti era la mia, il senso di responsabilità avrebbe dovuto essere differente, invece niente, esattamente come al solito pussa via cose utili e noiose da fare, come ramazzare la tenda, togliere il fogliame sardo appiccicato, pulire i picchetti, arrotolare decentemente il tutto. No! La mia tenda è stata raccolta alla rinfusa, alla rinfusa è stata stivata nel bagagliaio dell’auto di Sergio, alla rinfusa mi è stata consegnata una volta giunta in continente e alla rinfusa è stata appoggiata nel mio ufficio che essendo grande il doppio di casa mia, ospita parecchi scarti che non hanno trovato asilo neanche in cantina (tipo la scatola dell’impianto stereo, che alberga sotto la mia scrivania dal lontano 2001).

 

Ecco, quello che volevo dire in questo post è che io a volte mi scopro a pensare che vorrei tanto conoscere la gente che ha inventato determinati oggetti: in taluni casi, come ad esempio l’Autan, il gancio appendiborsa, la pillola anticoncezionale, lo Spriz, per stringere loro la mano e dire bravi, ma in taluni altri casi per sapere quale genio del male ha partorito tali demoniaci aggeggi. Ecco, per esempio io vorrei scambiare due chiacchiere con l’inventore della tenda da campeggio, che uno dice ah bello campeggiare, stai a contatto con la natura, poi la tenda è comoda, la apri e la chiudi come e quando vuoi. Comoda? La apri e chiudi quanto vuoi? Lascia stare montarla, che quello è come andare in bicicletta e appena acquisisci il know how son più o meno tutte simili, ma chiuderla la tenda, ricollocarla nella sua borsa la tenda, ricomporre esattamente quel precario equilibrio di armonia e precisione certosina con cui il malefico inventore ha deciso debba andare riposto il frutto del suo genio. Io credo che ci sia una spiegazione a tutto questo e cioè che nottetempo i contenitori tipo borse, sacche, scatole (perché potrei aprire una parentesi anche sul materassino gonfiabile ma non l’aprirò) si restringono. Esattamente come sospettato da Stefano Benni per i ristoranti che si spostano e non li trovi più e come ipotizzato più volte dalla sottoscritta per le mappe che cambiano continuamente la linea della piega di propria sponte, esiste una forza magica ed insondabile che rimpicciolisce gli spazi ove riporre le attrezzature da campeggio. Un’altra spiegazione a mio avviso non ci può essere.

 

Eppure.

 

Eppure in quei quaranta benedetti minuti di fermo della rete aziendale, con conseguente diffuso fancazzismo fra gli addetti, anziché iscrivermi al solito torneo di briscola chiamata ho intrapreso la mia personale crociata contro la pigrizia mentale (e mi vien da dire anche fisica, vista la fatica che ho fatto) e ho affrontato il mostro che albergava in un angolo con su un dito di polvere. Ho srotolato, ho aperto, ho sezionato, ho steso, dischiuso, disgiunto, slegato, spacchettato, slacciato e sganciato tutto lo srotolabile, apribile, stendibile, dischiudibile, disgiungibile, slegabile, spacchettabile e slacciabile e, impolverandomi tutta la mia splendida maglietta degli Who ma tanto il bucato avrei dovuto comunque farlo, ho reso la mia tenda qualcosa non solo di presentabile, ma soprattutto di vivibile. È stato difficile ridurre un contenuto che misura 210x280x140 a pezzo per un totale di due pezzi più tutto il nécessaire a corollario e infilarlo in una busta che nella più rosea delle ipotesi potrebbe contenere venti cd, eppure oggi grazie alla sottoscritta l’uomo, anzi la donna, può dire di aver vinto l’eterna lotta fra l’ordine e il disordine, Nostra Signora del packaging oggi la mia tenda è di nuovo, quasi perfettamente ripulita, nel suo originario astuccio, pronta ad essere sfoderata alla prossima occasione.

 

Sì, lo so a cosa state pensando, che ci sono le tende che si lanciano e quando atterrano sono già pronte. Ho mai detto che mi piacciono le cose facili, dico, avete mai letto queste parole scritte dalle mie mani, qui o altrove? Le complicazioni mi divertono, mi tengono viva: le cose semplici lasciamole alle persone senza fantasia.

 

LdC

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  1. Ottima parafrasi di un ben nota citazione letteraria che ho fatto mia da quando, guardandomi allo specchio, mi son dovuta dare una qualche speranza! ;o) Buon w-e!

  2. Deb, la frase che usi tu la uso anche io. Spesso. E comunque è vera. E comunque buon week end!

    Hidra, no, no. Autodidatta ;o)

  3. Per fortuna io ho mio fratello che sistema la tenda…anke io sono un iper-pigro…anzi a proposito dopo Favignana la mia tenda non l’ho + rivista…

    Buon weekend….

  4. Adesso che mi viene in mente… ho fatto la tua stessa cosa con la mia tenda, ma in campeggio ci sono stato ehm, aprile 2004.

    Forse la devo controllare, visto che una mattina pi ero svegliato con un sospetto rumore di pigne che cadevano sulla tenda per poi scoprire che era una tortora…

    Piegata e insaccata senza lavarla, e la dovrei controllare?)

    Ste

  5. potrebbe essere…simbolica questa cosa… ogni tanto certe cose van messe a posto

    (e poi come potevi farti sfuggire l’occasione di sfruttare un po’ di prezioso tempo altrimenti perso per lavorare? ;-D )

    L.

  6. visto che adesso sei cosi’ pratica vieni ben a mettere a posto la mia, sempre che i topi non abbiano fatto qualche colazione.

    eppoi non si fanno sti lavori con la maglietta degli Who, perdonami, ma non si fanno.

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