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Come da richiesta i compiti a casa.

17 Luglio 2007

Ecco i miei quattro momenti, testimone gentilmente passato da lei.

 

Un momento dell’infanzia.

Quando un dalmata mi ha morso. Ho cinque anni e abito ancora in via Zamboni, il mio passatempo preferito è correre sotto al portico fra casa mia, che sta all’inizio, e la tabaccheria di proprietà della mamma della mia di allora migliore amica, la Manuela detta la Marù, che si trova invece alla fine. Insomma entriamo in tabaccheria trafelate, che vien da chiedersi come facevo ad essere così grassa da bambina, che correvo da mane a sera, ma vabè, e io letteralmente mi avvento su un cane che se ne sta – almeno pare – buono buono al guinzaglio del proprio padrone. Per fargli le coccole, ovviamente. Per accarezzarlo. Ma lui non è d’accordo o forse gli faccio paura, lo prendo alla sprovvista, non ne ho idea. Fatto sta che si gira e mi morde il polso sinistro, io lancio un grido di disperazione e corro fino a casa, piangendo, arrivo da mia mamma la quale, constatato il danno pressoché inesistente, mi riporta immediatamente sul luogo del fattaccio. Il tizio del cane nel frattempo se l’è data a gambe – ancora oggi detiene il primato in quanto a idiozia, nella mia personale classifica – il che non ci permette di risalire al cane né al suo stato di salute, il che significherà per me ventiquattro punture di antirabbica per altrettanti giorni consecutivi. Da allora ho paura dei cani, sì, ma delle iniezioni proprio zero timore.

 

Un momento dell’adolescenza.

Periodo tragico, l’obesità regna sovrana. Io travestita da Jovanotti stile gimme five all right al Carnevale in Cirenaica 1989. Che quella foto appena la trovo la brucio, sembravo Bruno Sacchi della 3^ C.

 

Un momento dei 20-25 anni.

Venticinque anni, vacanze a Ibiza con la Venturi, santa donna. Conosco un tizio, tale Claudio di Lodi, ci piacciamo, combiniamo e tendiamo a tirare mattina. La Venturi invece, che i tizi di Napoli che piaceranno a lei li conosceremo solo la sera successiva, si sta slogando le mascelle a forza di sbadigli. Io le dico Simo vai a letto, quando torno non busso che faccio casino, tieni il cellulare acceso che ti faccio uno squillino e tu mi apri. La Simo mi dice ok mentre sale sul primo taxi che da Ibiza la riporta a San Antonio dove Morfeo l’attende. Alle otto di mattina mi ripresento in stanza e come da accordi squillo sul cellulare. Dall’altra parte tutto tace. Riprovo. Niente. Timidamente busso, molto timidamente per non svegliare l’intero corridoio. Dall’altra parte nessun cenno di vita. Riprovo con il cellulare e lo faccio suonare a lungo – dall’altra parte della porta sento la suoneria. Niente ancora. Mi dico porcaputtana e riprovo. Voce assonnata risponde pronto? E io Venturi cazzo fai son qua fuori dalla porta, aprimi! Arriva, mi apre e le chiedo ma non hai sentito gli squilli? E lei sì, ma diceva numero anonimo.

                       

Un momento della settimana scorsa.

Esco alle quattro dall’ufficio e Lorenzo mi porta a prendere il caffè in quel bellissimo bar, quello con la terrazza su uno dei tanti canali nascosti del centro di Bologna.

 

LdC

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  1. il carnevale della cirenaica è la cosa più triste al mondo, molto di più della pubblicità degli anziani su quella specie di ciclette, hai presente? che loro stanno seduti sul divano e pedalano con le mani?

    nel posto dove ho fatto la raq per sette anni (…omissis) facevano l’offerta per il carnevale della cirenaica, e quando portavano la ricevuta notavo che sempre con i “nostri” contributi acquistavano un numero imprecisato di sacchetti di pop-corn

    stefi

  2. Stefi, anche io ho fatto la RAQ per un tot di anni per la ditta dove lavoro. Mi piaceva un casino, era l’ideale per una rompiscatole perfettina come me! Il carnevale in Cirenaica è una delle tradizioni più trash a cui partecipo, ma se non lo vedo tutti gli anni mi sembra che manchi qualcosa.

    Liz, è in via Alessandrini. Il nome non ce lo ricordiamo né io né lui però è in cima quasi all’angolo con via Augusto Righi ed è tutto arredato in stile retrò, tipo ferro battuto, bianco, colori tenui. Sul retro ha un terrazzino, minuscolo, che dà direttamente sul canale. Romanticissimo.

    Phoebe, non ho voluto rimpallare il compito a casa perché odio le catene, ma se ti va poi vengo a curiosare cosa hai risposto tu ;o)

    Cris, forse te ne avevo già parlato, comunque lavora in banca a Milano ma è molto più grande di me, figuriamoci addirittura di te, che sei ancor più giovincella. Pelato, pizzetto. Aveva una Ducati Monster. Ma sono almeno due anni che non lo sento: per quanto mi riguarda potrebbe essere in Tibet a meditare.

  3. Fiandri, il R.A.Q. è il Responsabile Assicurazione Qualità per le aziende che hanno (o avevano, nel mio caso) una certificazione del tipo UNI EN ISO ecc…

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