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Tutto e subito può essere utopia.

27 Agosto 2007

Mi ero sempre ritenuta una persona sensibile,
che piangeva per la minima ragione e mi accorsi allora
che ero solo suscettibile, irritabile, viziata. Ciò che mi
sconvolgeva era che mi contraddicessero,
che non mi dessero sempre ragione.
(I. Turbau – Il gioco dell’impiccato)





Donne. Teneri esseri viventi dalle molteplici sfaccettature, creaturine curiose, divertenti, incomprensibili, insondabili, imprevedibili e soprattutto instabili. Donne. Simpatici folletti che zampettano tra le insidie della vita con la leggiadria di una farfalla e la grazia di una libellula. Donne. Che sopportano le peggiori ingiustizie con un sorriso, che leniscono i dolori di questo mondo, che cancellano le sue brutture senza nemmeno scheggiarsi lo smalto, che danno la vita, che tengono unite famiglie quando ormai non c’è più un briciolo di famigliarità e collaborazione. Donne. Che con una carezza guariscono, che con un bacio rassicurano.

 

Madri, sorelle, mogli, fidanzate, nonne, cugine, amiche.

Donne.

Che ogni tanto hanno bisogno di una valvola di sfogo. Di qualcosa di cui loro sole riescano a scorgere l’importanza, la fisiologica necessità, l’impellenza.

Il valore.

 

E allora le donne si uniscono, si accordano, si raggruppano e formano innocui e piccoli crocchi, capannelli da cui coloro che ignorano potranno sentir provenire parole come Norden, Pax Birkeland, Mysinge. Che non sono, come qualsiasi profano potrebbe pensare, parole magiche di un sabba a loro unicamente riservato. Non sono anatemi che lanciano nei confronti del sesso maschile – anche se ogni tanto, mi vien da dire, vabè, lasciamo stare – ma semplicemente le donne, le nostre eroine femminili della quotidiana gestione del vivere, si concedono una giornata di svago a modo loro, con la grazia e il garbo che le contraddistinguono, recandosi nel luogo da cui nessun rappresentante del sesso forte sembra sia mai riuscito ad uscire con un sorriso. Le donne, per premiarsi e per rammentarsi che questa, nonostante le gocce in bagno, i calzini-sorpresa che spuntano ovunque, le testosteroniche esternazioni umorali e gassose, è comunque una vita degna d’essere vissuta, dicevo le donne si riuniscono in capannelli che poi confluiscono in automobili logisticamente ottimizzate che poi imboccano tangenziali che si dirigono verso Casalecchio di Reno nel mio caso ma potrebbe essere anche Bari o Carugate, che poi cercano parcheggi e scendono e imbracciano sacchetti gialli ed entrano soavi nel grandioso, variopinto e mirabolante mondo dell’Ikea.

 

Un post sull’Ikea. Che idea originale, eh?

 

No, suvvia, non siate prevenuti e riduttivi, che questo non è un banale post sull’Ikea come vi potrebbe propinare qualsiasi blogger reduce dal montaggio di qualcosa saggiamente appiattito dagli omini gialli e blu, scritto al fine di inveire contro ingiustizie e frustrazioni subite. No, nessuna invettiva. Anzi: io amo andare all’Ikea, specie con la Betta, che anche lei in quanto a farsi nascere bisogni che non sapeva di avere, signore e signori credetemi, non la batte nessuno. Dopotutto come biasimarla? Anch’io, ad esempio, oggi non sapevo di avere un disperato bisogno di un tappeto 70×200, finché il mio cammino non è stato illuminato da Lydum, che per la modica somma di manco dieci euro ora presta il suo onesto servizio ai piedi del mio letto.

 

In effetti è stata tutta un po’ colpa del tappeto Lydum se a me, in merito a stasera, sono balenate strane e pericolose idee. Innanzitutto, come molti di voi sapranno, questo week end ero stata abbandonata rimasta a Bologna mentre il mio fidanzato si recava in quel dell’amena località di Vaffanculo sull’Arno Colle Val D’Elsa e così, ho pensato, anziché darmi alla mondanità, che onestamente mi annoia da tempo ormai immemore, avrei elevato all’ennesima potenza il mio Essere Donna Oggi e, nella mia mente, mentre compravo il succitato tappeto, mi sono fatta il film di me stessa che

a) usciva dall’Ikea,

b) tornava a casa,

c) sistemava le cose comprate all’Ikea,

d) si faceva una doccia con impacchi di unguenti e cospargimenti di creme annesse,

e) durante una cena frugale a base di Nutella (così, te, Lorenzo, impari ad abbandonarmi andare a suonare fuori Bologna) guardava il DVD “La storia siamo noi” prima uscita a soli tre euro e novanta,

f) stendeva il suo nuovo fiammante tappeto Lydum nell’ingresso di casa, che è l’unico spazio orizzontale non occupato da mobilio,

g) inseriva il DVD con il corso di yoga e pilates e si dedicava a un’ora di completo relax virtualmente coccolata dal grande maestro Ramiro Calle.

 

Poi, una volta finito tutto questo, il film si concludeva sempre con me stessa che appagata, satolla, vellutata e rilassatissima, si infilava sotto le coltri, leggeva il numero di settembre di Glamour, quello dove compare anche il mio fidanzato assieme ad uno scrittore giovanilista e, orgogliosa, si addormentava.

 

La realtà dei fatti è invece stata più o meno questa (che alla mia vita mancano le risate registrate in sottofondo credo di averlo già scritto tempo fa):

 

a) uscivo dall’Ikea con il tappeto sì ma anche con un sacco di roba inutile come un cavatappi, una lampada ma senza lampadine, due confezioni di pile, un paio di ciabatte, un copriletto prezzo bazza ex esposizione e due federe,

b) tornando a casa facevo sosta, grazie alla pazienza di Betta, al CentroLame per cercare il resto dell’occorrente alla mia serata, ovvero i due DVD e Glamour e la lampadina per la lampada.

c) Non trovavo, né all’Iper né dal giornalaio, i due DVD e tantomeno Glamour.

d) La Betta mi portava a casa.

e) Scaricavo i miei acquisti giusto un attimo al volo, che prendo la macchina e vado alla Feltrinelli di via dei Mille a vedere se hanno l’introvabile trittico ma non resistevo e provavo immediatamente come stava il tappeto, che macchiavo subito e inesorabilmente con una pedata,

f) prendevo la macchina, arrivavo in via dei Mille, pagavo 50 centesimi per la sosta a pagamento, entravo da Feltrinelli, vedevo Glamour, ne arraffavo avida una copia e, cullandomela tra le braccia, andavo dalla commessa e chiedevo scusa per caso hai la storia siamo noi e il corso di yoga i primi numeri che fanno la pubblicità in tv? e lei mi rispondeva no,

g) uscivo un po’ adombrata per via dei DVD ma sostanzialmente felice di rivedere la faccia del mio fidanzato su Glamour che, ammetto, un po’ mi manca (il fidanzato, dico) e scartavo il céllophane già mentre incauta attraversavo la strada senza curarmi d’altro che non fosse trovare la pagina in cui…

ma non è possibile, ma non c’è un titolo che sembri adatto al suo articolo…

h) il tempo di arrivare al marciapiede opposto e mi rendevo conto di aver comprato sì Glamour, ma di agosto putanassa vacassa e quindi non solo nisba articolo ma tra l’altro l’avevo già letto.
Non so mai se a ‘sto punto ci va la k, la j o la y, quindi ci metto la

i) smadonnando come un camionista senza perdere il mio proverbiale e britannico self control mi giocavo il jolly e mi dirigevo infrangendo sette/otto norme del codice della strada verso l’edicola del Centro Commerciale Minganti dove magia! trovavo il DVD con yoga e pilates ma del resto manco l’ombra.

l) contestualmente e paradossalmente mi passava la voglia di zerbinarmi a fare yoga e tantomeno pilates – giustamente e fisiologicamente, mi vien da dire, giacché credo di essere l’unica persona al mondo ad essersi ritirata da un corso di yoga – e giunta a casa, manco mi ero tolta la borsa che già mi scaldavo gli avanzi della quiche lorraine nel microonde, avanzi che consumavo in piedi spippolando al cellulare, guardando distrattamente la tv che ostentava frasi edificanti come delfino curioso! e cavandomi le scarpe sfilandole selvaggiamente dalla parte del calcagno e buttandole sul tappeto Ikea, sbattendomene dei miei buoni propositi e, infilata la camicia da notte, involucro nel quale sono tuttora avvolta, mi adagiavo sul letto e accendevo il computer.

 

Che un post, su ‘sta cosa qua, non potevo non scriverlo.


LdC

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  1. Nell’attesa di leggere il numero di settembre di Glamour stamattina mi godevo le tende nuove della sala…ovviamente Ikea (come un buon 80% dell’arredamento del mio/nostro bilocale)…ovviamente un po’ da stirare (ma non ne avevo voglia)…ovviamente acquistate sotto la supervisione poco sorridente del mio compagno, che credo mi accompagni all’Ikea per tenere sotto controllo la spesa (e per guardare gli impianti di riscaldamento/condizionamento).

    Buona giornata a tutte le Ikea-dipendenti!

  2. Update: DVD “La storia siamo noi” prima uscita con la puntata sull’undici settembre a soli treeuroenovantanove reperita stamattina all’edicola di via Donato Creti. Olè.

  3. eheh, nella mia città stanno per costruire l’IKEA più grande d’EUROPA…spettacolo non vedo l’ora.Con annesso parco per rilassarsi, leggere, mangiare ehh si perchè faranno un grande ristorante ( di loro prodotti ovviamente) e poi un padiglione a parte per arredamenti da esterni).

    IO amo passeggiuare per l’ikea testare le ambientazioni, ti fa proprio sentire a casa!

    PS: io vivo a torino!

    Ed ora è a gruglaisco a 1 km da dove lavoro io..

  4. ehm… me lo compri anche per me, glaimour? che io a chiederlo all’edicolante mi vergogno… :-p

    Ste

    (PS O.T.: fermenti lattici trovati, grazie per la dritta!)

  5. Questo post è notevole…anche tutto il resto me gusta assai, ladruncola.

    A me la nostalgia per la Sardegna non è ancora passata…tra l’altro sono qui a Bologna a fare la muffa, non devo lavorare per un’altra settimana e quindi sento di sprecare il mio prezioso tempo libero…ma non c’è un ghello, quindi, passiamo avanti.Un bacione a te ed al rockmoroso.

    Erica

  6. Mh. Quanti Glamour devo comprare?

    Facciamo un rapido conto (considerando che non è ancora uscito qui fra noi comuni mortali e che la copia che ho io è quella che ha reperito Lerry in autogrill):

    – una per me

    – una per mia mamma

    – una per Stefano

    … altro?

    Per una modica somma aggiuntiva ve la fornisco autografata dall’Uomo Più Bello Del Mondo ;o)

  7. No ma io adesso troppo curiosa!!!! A che pagina sta il suddetto fidanzato? (naturalmente scrocco l’abbonamento della cognata, anche io seppur donna ho una certa remora a comprare Glamour….) Ah io odio l’Ikea proprio per il dopo Ikea:tra me e Marito è litigata sicura!

  8. Moh? Pagina 380 e qualcosa. A memoria non ricordo. Articolo su Bologna, non puoi sbagliare. Ah, sì, dimenticavo: il mio fidanzato è quello coi capelli.

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