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Breve (e gratuito) corso di autostima per donne.

29 Agosto 2007

Hai mai pensato che qualche volta

Invece di essere curioso

Potresti incuriosire tu?

(Luca Carboni – Sexy)

 

Lo diceva mia nonna: se mi vedo bella gli altri mi vedono bella. L’ho sempre saputo anche se non me ne è mai potuto fregar di meno: sorridi e il mondo ti sorriderà. In effetti non ci avevo mai provato, che la mia espressione imbronciata è un po’ il mio marchio di fabbrica – più che altro i miei occhiali da sole sono uno scudo e il mio malumore una certezza – mentre involontariamente ieri ho avuto la prova tangibile che questo proverbio è pura realtà (e che, come sempre, mia nonna aveva ragione). Io non ne sentivo il bisogno e non l’ho fatto apposta, ma mentre camminavo da casa mia alla fermata dell’autobus, che dovevo prendere il ventisette per andare in centro, l’ho sperimentata sulla mia pelle e mi ha fatto piacere. Ho quindi pensato di buttare giù una specie di memo ad uso e consumo di chi ha bisogno di dare una sferzata alla propria autostima e non ha voglia o tempo o possibilità economiche di farsi di fiori di Bach o di erbe californiane o direttamente di coca.

 

Vi sentite giù perché il vostro girovita è il nuovo Tropico del Capricorno, perché il gesto più amorevole del vostro fidanzato  è soppesarsi voluttuosamente gli attributi, perché lunedì tornate a lavorare e il vostro lavoro vi sembra di prendere il Guttalax e magari durante le ferie avete mangiato come un avvocato (questa citazione è finissima, lo ammetto) e siete lievitate come una torta? Allora, confessate, vi sentite la testimonial ideale per la Richard Ginori? A parte che non ci credo, ma bando alla malinconia e spegnete la televisione, alzate il vostro fondoschiena dal divano, che tanto la pedana vibrante non ve la potrete mai permettere quindi inutile guardare la televendita, che tanto quelle famose si spalmano di Photoshop, altroché rimedi miracolosi: piazzatevi davanti all’armadio e pensate come se doveste vestirvi per la festa più chic e più trendy a cui vi possano mai invitare, ma non una semplice festa, bensì la festa più chic e più trendy a cui vi possano mai invitare e che sapete che l’uomo che vi fa più sangue al mondo parteciperà. Ergo, tiratevi da gara, o come una fionda come direbbe la Danila, anche se non dovete partecipare a un bel niente. Chissenefrega. E non ho detto come nelle riviste quando suggeriscono pragmaticamente di indossare qualcosa che vi faccia prima di tutto sentire a vostro agio: non dovete stare comode, non dovete mica passare una serata a fare le brillanti. Voi dovete solo stupire chi vi guarda (voi stesse, prima di tutto) quindi osate la scomodità, tanto non durerà più di un paio d’ore e per il vostro ego ammaccato due ore di mal di piedi o di pancia indentro son niente.

 

Fidatevi, funziona. Non prendetemi per matta, che l’ho fatto io prima di voi. Ok, scatta l’antefatto in due righe: giovedì sera andavo a sentire il mio moroso che suonava e volevo essere carina per lui, quindi ho cercato di curarmi il più possibile e di indossare qualcosa che fosse un po’ più studiato del solito. Nel mio caso ho scelto trucco abbastanza pesante sugli occhi, nero, capelli stirati con la riga in mezzo, biondi, tubino nero stretto e anfibi alti fino alle ginocchia. Niente di eclatante, ammetto, ma dopo un’estate di code di cavallo, leggings e ballerine, perfino io stessa mi sono detta mh.

 

Ero carina, mi sentivo carina e sorridevo. E la gente, per strada, contraccambiava il mio sorriso.

 

Ora però torniamo a voi. Eravamo in mutande – possibilmente contenitive –  e reggiseno – possibilmente push-up – di fronte all’armadio. Io suggerirei di osare anche qualcosa da sera, che fondamentalmente la gente non sa mica cosa state andando a fare, dove siete dirette. O no? Per quanto ne sanno loro potreste andare ovunque. Chiaramente cercate di dare una coerenza al tutto, che uscire in lungo alle dieci di mattina, o siete Audrey in “Colazione da Tiffany” o è Carnevale. Facciamo che questo defilé può avvenire dalle 18 in poi, orario in cui la gente bene o male smette di lavorare ed è anche più ricettiva quando si tratta di guardare una cosa bella. Vi va di vestirvi da pornosegretaria? Fatelo! Vi preferite in stile Anitona Ekberg di Marcello come here? Fatelo! Diventate chi volete: avete trascorso i tre quarti della vostra vita a dimostrare che siete intelligenti, per l’amor di Dio, per un mezzo pomeriggio fate vedere che siete anche gnocche.

 

Quindi, ricapitolando, siete vestite molto bene, siete molto eleganti ma non volgari, siete luccicanti, ben pettinate, truccate perfettamente e profumate. Pensandoci varrebbe la pena uscire così tutti i giorni che, come disse la Venturi comprando gli stivali da equitazione pur non avendo mai cavalcato, nella vita bisogna essere sempre pronti a tutto. Ora la parte fondamentale. Uscite di casa: spalle dritte, pancia indentro e sguardo che va oltre. Non cercate gli occhi delle persone, guardate sempre dritto di fronte a voi ma oltre, come se aveste qualcosa di molto più interessante da osservare. Ma non ostentate un viaggio assurdo, che quelle che si fanno il viaggio non sono simpatiche: voi sarete semplicemente e graziosamente sorridenti e concentrate nei vostri pensieri.

 

Camminate lente, ma sicure. Come se sapeste perfettamente dove andare.

 

Nel mio caso lo sapevo, la fermata del ventisette in Piazza dell’Unità, che vi ricordo che questo esperimento è nato in modo del tutto casuale, ma non disperate, che anche voi avrete la vostra ideale meta: non un ritrovo tipo aperitivo o luoghi dati alla transumanza fighetta, che sono ripieni di belle gnocche e noi l’ego vogliamo curarlo non fargli l’eutanasia, e nemmeno vi voglio svilire dicendovi di passare davanti a un cantiere, sarebbe troppo scontato: io sto parlando di una zona ad alto contenuto testosteronico come un ipermercato all’ora di chiusura, la Comet (santa Comet, distributrice automatica di braga!!!) o MediaWorld o Euronics o un qualsiasi negozio di cose che piacciono agli uomini (informatica, libri, abbigliamento maschile… no bricolage, che lì trovate i padri). Fingete di sapere esattamente cosa state facendo, sfogliando un libro nel reparto cucina (incredibile ma vero: gli uomini, se soli, cucinano!), osservando la configurazione di un computer, confrontando due taglie di camicie. Non dovete interagire con loro ma soltanto essere al centro della loro attenzione: nessuno si avvicinerà e nessuno vi inchioderà ve lo garantisco, che l’uomo ideale moderno mi han detto recentemente è un mix fra Homer Simpson e un sedicente cantante il cui nome non macchierà mai il mio blog, quindi non contate sull’intraprendenza. Al massimo un apprezzamento biascicato a mezza voce.

 

La maggioranza di loro si limiterà a guardarvi. E probabilmente a desiderarvi.

 

Dopotutto voi avete fatto tutto questo per tirarvi su il morale, non per rimorchiare.

 

Per quello, ovviamente, c’è Internet.

 

Buon divertimento (e buona fortuna).

 

LdC

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  1. Uh, interessante: quanto paghi e dove, se si può dire? Che siamo – io e Lerry, che non mi vuole più tutta ciccia e brufoli – alla ricerca della nostra palestra ideale!

  2. grazie, oggi ci voleva proprio.Il tuo post mi ha già tirato un pò su..vediamo se riesco anche a migliorare la situazione con il tuo metodo…

  3. Smell: alla Performance ci andava mio fratello (almeno 15 anni fa, non dovreste esservi mai incrociati). A me interessa che ci sia un minimo di area benessere con sauna e bagno turco, anche se è piccola non m’interessa…

    Miele: è un metodo garantito.

  4. Sono capitata per caso sul tuo blog…E per caso mi sono fermata a leggere il tuo post….FANTASTICO!!!sto morendo dal ridere!!!!

    e contiene la sacrosanta verità:la testa alta, lo sguardo che “va oltre”….E’ un rimedio testato contro i cali di autostima. Dovrebbe essere ufficialmente inserito in Farmacopea!!!

    ciao ciao

    eli

  5. Da due mesetti a questa parte, la parola “fidanzato” ha subìto un’impennata nell’utilizzo all’interno dei tuoi posts. MV.

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