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Non avere più il fisico.

19 Settembre 2007

Tutto è cominciato ieri mattina con un improbabile, data l’ora, messaggio di uno scrittore giovanilista che mi avvisava che l’adorato Paolo Nori, ispiratore delle digressioni più profonde del mio scrivere, genio della prima persona singolare nonché proprietario del gatto più pragmatico del mondo, si sarebbe manifestato in quel della Feltrinelli di piazza di Porta Ravegnana alle ore diciotto. Sorvolando sul giro di sms, telefonate, e-mail al capo con scritto ti scoccia se esco mezz’ora prima, corse in macchina, poi in autobus, poi a piedi, parcheggi selvaggi, annessi e connessi, mi sono ritrovata, tre minuti prima dell’inizio, in primissima fila ad occupare i posti per me e per gli altri con giacca, borsa, ecc, come nelle peggiori tradizioni. L’oggetto del mio desiderio era già seduto di fronte al pubblico, sfogliava il libro che doveva presentare e, per usare una perifrasi dantesca, non cagava la mossa. Io, nel mentre, informavo tutta la rubrica del cellulare con una specie di comunicato stampa: sono a meno di un metro da lui.

 

Ecco, io ieri pomeriggio, al cospetto di Paolo Nori, che lo scrittore giovanilista mi diceva dai fagli una domanda e io la facevo, ma nell’orecchio a lui, e poi lui mi diceva ma fagliela e io gli rispondevo no che sono emozionata e poi gli vomito sulle scarpe, dicevo io, ieri pomeriggio, quando si parlava dei Bogoncelli e ho informato i presenti che la serata del 30 settembre era quasi sold out, bene, io di fronte a Paolo Nori son riuscita a parlare dell’argomento con cui vi trapano ormai da mesi: io a Paolo Nori gli ho parlato del mio fidanzato. Ho usato cinque parole di cui tre riferite a lui. Avrei potuto esporgli concetti di uno spessore esponenziale, avrei potuto tirare fuori il meglio di me, avrei potuto e invece non l’ho fatto, gli ho detto so che ci sono ancora sedici posti perché volevo venire ma poi il mio fidanzato mi ha detto se ero proprio sicura così noi non ci siamo ma i sedici posti sì. O una cosa del genere. Sempre meglio che con Lucarelli, che a lui ho detto mi scusi volevo dirle che lei è stupendo.

 

Io, c’è da dire che quando mi concentro, tiro sempre fuori uno charme pazzesco. Forse è per questo motivo che invece di passarci davanti, all’uscita della Feltrinelli, si mormora che sia scappato dalla porta sul retro.

 

Tant’è.

 

Preso quindi ciò che restava della comitiva, che secondo i miei calcoli doveva essere composta da quattro persone e invece eravamo in una decina poiché nel frattempo si erano uniti Ruggero in versione Tronista di Maria De Filippi, amici misti dello scrittore giovanilista e poi via via che si raggiungeva quel di piazza San Francesco (Martino? Francesco? Tuttora non ne sono certa) fra telefonate e incontri fortuiti il gruppo montava a neve e diventava una cosa – perché altri termini, sinceramente, non calzerebbero – sparpagliata fra i tavolini del bar, dicevo preso quindi ciò che restava della balotta ci trasferivamo appunto in quel del Caffè della Piazza (San Martino? Francesco? Non lo so) e cominciavamo a bere – 7 Spriz, 1 prosecco e 1 Brachetto, seguiti poi da altri 4 Spriz – e insomma alla fine parla con uno parla con l’altro, cagando pochissimo il mio fidanzato che nel mentre era a casa a segare il mobiletto del bagno, ma questa è un’altra storia, dicevo, cagando pochissimo il mio fidanzato organizzavo anzi mi aggregavo ad una pizzata che all’inizio era per due, poi è diventata per quattro, poi per tredici, ridotta poi a sei. Con somma gioia del cameriere che rispondeva alle telefonate di Ruggero.

 

Tutto questo per dire cosa? In realtà niente, solo che a me ‘ste serate piacciono, piacciono tanto, è inutile. Mi piacevano mesi fa e mi piacciono tuttora, anche se il loro fascino forse dipende maggiormente dal fatto che non sono più così all’ordine del giorno come un tempo. Cose che sei davanti alla Feltrinelli e sei stata con un amico scrittore a sentire un altro scrittore, poi passa in bicicletta un ulteriore amico scrittore e tu dici amico scrittore, ti presento l’amico scrittore, fa terribilmente tendenza. Cioè io mi sentivo quasi una scrittrice a mia volta, forse per osmosi, magari mi son detta, inspiro un po’ di questa letteratura che espirano loro, poi vado a casa, apro un foglio di Word e butto giù un romanzo che diventa un best seller.

 

Ieri sera mi sentivo che avrei potuto essere tutto.

 

In realtà ero solo un po’ bresca, ecco. Difatti poi quando è arrivato Lorenzo con cui avevamo appuntamento davanti alla pizzeria e soprattutto ho mangiato – cosa che mi ero dimenticata di fare prima – tutto è tornato bene o male sui binari della normalità. Che poi non è normalità, insomma voglio dire, ieri sera pensavo ma a me piacerebbe tornare a fare questa vita oppure ne sono soltanto affascinata perché è tipo una vacanza, cioè che non la fai tutti i giorni? In realtà penso sia così, perché negli anni in cui le mie serate erano sul serio scandite da ritmi simili, io dopo un po’ faticavo. Solo che ieri sera non me lo ricordavo molto bene. Ci ha pensato la notte a portarmi consiglio, che stamattina, quando la sveglia di Lorenzo ha suonato molto prima delle sette, mi ricordo chiaramente di aver detto non è vero. E invece sì: risacca pesissima, come un qualcosa di estraneo piantato in fronte, senso di nausea latente e tanto sonno e tanto male dappertutto. E non è sindrome influenzale, ve lo garantisco: è che non ho più il fisico per tutto questo. E probabilmente neanche lo stato mentale perché una volta dissolti i vapori dell’alcool, nonostante i postumi, ho pensato che il migliore Spriz del mondo, quello preparato con tutti gli accorgimenti del caso, con l’Aperol, con la fettina d’arancio, con il vino bianco in quantità scientificamente proporzionata e servito nel tumbler basso come piace a me, dicevo nemmeno lo Spriz più buono, bevuto assieme alle persone più geniali di questo universo, dopo la presentazione dello scrittore migliore del mondo, non mi dà la stessa emozione di svegliarmi, seppur cessa, di fianco a Lorenzo al mattino.

 

Avviso per i lettori: questo è un racconto di fantasia, nessuno scrittore è stato maltrattato o sacrificato per la realizzazione di questo post.

LdC

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  1. Malo non lo so, stasera scatta la verifica sul campo.

    Steve, fossi in te comincerei in ordine cronologico (cosa che io non ho fatto ma un po’ me ne pento) con “Le cose non sono le cose” e poi via via gli altri che son comunque in sequenza diciamo fisiologica. Se passa uno scrittore giovanilista e ti consiglia di leggere “Pancetta” te però non l’ascoltare e soprattutto non dargli confidenza ;o)

  2. Sembra una serata divertente, ma ho l’impressione che anche nei momenti più allegri e spensierati ti sorgono dei dubbi, delle insicurezze, e non ti godi a pieno questi momenti.

    Dovresti lavorarci un pò sopra, io l’ho fatto e forse mi dimettono il prossimo mese, così mi ha promesso l’infermiera che mi porta le pillole dopo cena…

  3. Io mi sono svegliata con una specie di virus intestinale. Per quanto riguarda le “serate”, a me sembra di vivere in vacanza da una vita, serate, aperitvii, ora dj set (…), amici, feste e mi dico che cazzo ho 31 anni, sta per finire la rumba… Non voglio trovarmi come la vecchia di Tutti pazzi per mery in giro per Bologna a mettere dischi…

    Bho…

    Aeiouy

  4. per un attimo ti ho immaginata con un cagnetto pulcioso a farti leccare la bocca emettendo moine… naaa, aiuola, non ti potrei vedere così… se mai ti eliminiamo prima (lo stesso se succedesse a me, ve ne prego).

    m

  5. beh ieri sera che dire è stata una serata piacevole,peccato sia finita troppo prest..

    ciao mio amor solo blloggistico(peccato)

  6. dani il fisico si tempra con l’esercizio e l’abitudine, più cazzeggi e fai cose e ti strapazzi, meglio reggi la rumba, io per esempio devo dire che sono molto resistente, molto più di due anni fa che ero fidanzata e andavo a dormire spesso alle 23 con il mio uomo dopo aver visto un DVD.

  7. Eulalia, come dirtelo senza ferirti? Sì.

    Aeiouy, non preoccuparti, è una schifezzuola che ci siamo beccati tutti… stai con la pancia in subbuglio qualche giorno ma poi passa. Prendi fermenti e qualcosa che ti tenga sgonfia, vedrai che passa in fretta. Dico per il virus, eh? Comunque non è vero che a 31 anni finisce la rumba: non finisce nessuna rumba, se non vuoi farla finire.

    Zefram, se ti becca Lerry a scrivermi ‘ste cose… (gliene frega niente, non è geloso, stai sereno).

    Smell, ma io ero così anche prima della fase dvd-e-nanna, mi sa che ero soltanto una zia prestata temporaneamente al glamour!

  8. secondo me alla tua età al massimo ti puoi concedere la DE FILIPPI…

    io l’ho fatto da tempo e ieri sera mi son goduto un sano PORTA A PORTA speciale PAVAROTTI con le lagrime di VESPA che erano più false dei suoi capelli!!

    sono poi scelte… anche se apprezzo chi ci crede ancora!

  9. Sono d’accordo con Smellissa, è solo questione di allenamento. Io vivo metà della settimana con ritmi da universitaria e l’altra metà da bambino di 2 anni, compensando le notti bravi con dormite di 12 ore e facendo pisolini dalle 8 alle 10 prima di uscire….

  10. Visto che io i libri io li leggo la notte (come faccio spesso con il tuo blog) e visto che la cosa mi appassiona (come succede peraltro con i tuoi topic), ti candido ufficialmente ,per quello che possa importare, tra i miei scrittori (non solo per osmosi) preferiti! :-)

  11. Pancetta, come dico sempre alla padrona del blog, è strano perché ha tre o quattro inizi diversi e per cinquanta pagine non capisci dove si va a parare. Poi, quando lo capisci, è geniale.

    Moroz

  12. Ann, non so perché mi hai portato alla memoria questa frase, vediamo se ti ricordi da quale film proviene e come finisce: Sheila, this is Daniel. Daniel, this is Sheila. Sheila enjoys horse-riding and comes from New Zealand. Daniel enjoys publishing and comes…

    Paolo, l’io di troppo è l’effetto Paolo Nori che è permeato in tutto il tuo essere. Non farci caso ma abituati, che non passa… grazie comunque per il complimento, è emozionante sapere ‘sta cosa qua (ora so come si sente Marocci tutti i giorni ed effettivamente non è una brutta sensazione!).

    Marocci, non mi svii i lettori.

  13. Chissà forse un pò di malinconia per quella vita che si faceva prima da single c’è sempre,ma quando pensi a come stai ora e a quello che hai ti accorgi che non è poi così male.. anzi!!! io sono molto soddisfatta della mia storia nuova e non tornerie per nulla indietro…. ciao L.

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