Insomma, s’è capito che scrivere e leggere – e fotografare, ma un po’ meno da qualche tempo, che monta il cavalletto, smonta il cavalletto, correggi con Photoshop e portarsi dietro l’attrezzatura, e fare aspettare gli altri, insomma è scomodo – dicevo siccome s’è capito che scrivere e leggere son le mie più grandi passioni e visto che ormai sono diventata la groupie ufficiale di un manipolo di scrittori, ho pensato che questo test, gentilmente giratomi da Chicca, potesse fare al caso mio. Che non pretendo mica di insegnare niente a nessuno, sia chiaro, vi dico solo così, come la penso io, come risponderei se un giorno uno venisse da me e chiedesse scusi, lei, questi libri?
LdC
1. Un libro che ti ha lasciato indifferente nonostante la critica: Il codice Da Vinci di Dan Brown, bello per amor del cielo, ma non così unico e originale, anche se commercialmente lo trovo perfetto.
2. Un libro che svelato il tuo animo romantico sotto la dura corazza di acciaio al molibdeno: Oceano mare di Alessandro Baricco, dove ogni personaggio ha in sé una parte di me. O viceversa.
3. Un libro vomitevole: io di libri talmente brutti non ne ho mai letti. Magari meno interessanti, ma quelli scritti in modo vomitevole spero abbiano ancora la decenza di non pubblicarli.
4. Il libro della tua infanzia che non tramonterà mai: Il diario segreto di Adrian Mole, di Sue Townsend. All’epoca mi sembrò fighissimo per la storia, ora lo ricordo principalmente per le citazioni musicali (era un fan degli Abba).
5. Un libro dell’infanzia tramontato ignobilmente in gioventù: diciamo della gioventù tramontato ignobilmente in età adulta, Il diario di Bridget Jones, di Helen Fielding, che era diventato l’icona del clichè di zitella che io, da vera zitella doc, non ne potevo più sentir parlare.
6. Un libro altamente sopravvalutato: Un altro giro di giostra, di Tiziano Terzani, come sonnifero però è un must.
7. Un libro che proprio non riesci a finire nonostante tutto: Antigua, vita mia, di Marcela Serrano, però lo voglio finire perché me l’ha regalato Ivan e ci tengo. Solo che è talmente triste.
8. Un libro che hai fatto finta di apprezzare per far colpo sull’altro sesso ma in realtà ti faceva schifo: solo una volta, per fare colpo sul mio attuale moroso, ho millantato la conoscenza della morozziana opera omnia e invece mi mancava Accecati dalla luce. Lacuna che ho successivamente colmato, e in realtà il libro poi m’è piaciuto.
9. Il libro più “alto” che hai mai letto: è il libro che nessuno ha ancora scritto.
10. Un libro che vorresti aver scritto tu (ad esserne capace…): senza se e senza ma Bassotuba non c’è, di Paolo Nori, l’uomo che scrive come vive o vive come scrive, non s’è ancora capito.
11. Un libro che non hai mai capito che cavolo volesse dire l’autore e, soprattutto, che cavolo l’hai letto a fare tu: Gli ultimi giorni. L’apocrifo di Joe Panther, di Andrew Masterson. Ad un certo punto mi sono stancata di cercare di capire dove si voleva andare a parare – a parte questa indagine su cui si girava e rigirava – e l’ho riportato in biblioteca. Tutti ne parlavano così bene…
12. Un libro che toglie ogni dubbio sulla orrenda natura umana: Dall’altra parte (Bartoccioni, Bonadonna, Sartori), la storia di tre medici che si trovano, sfortuna vuole, nel ruolo di pazienti.
13. Il libro perverso per eccellenza: V.M.18 di Isabella Santacroce, anche se la perversione secondo me è di chi lo compra, che ci vuole della passione per spenderli così male.
14. Un libro buono per tutti gli usi: la bibliografia di Federico Moccia. Utile anche per: pareggiare la gamba di un tavolino, fare un regalo sgradito, ammazzare le blatte, stirare le banconote, conservare fiori secchi.
15. Un libro che ti fa riflettere e senza retorica: Uomini che non ho sposato, di Dorothy Parker, perché non pretende di insegnare nulla ma si limita a dipingere una serie di personaggi che hanno attraversato la sua vita come simpatici signori di passaggio. È solo una constatazione, una poi ne ricava il messaggio che crede.
16. Un libro che ti sembrava erotico nei picchi ormonali e che ora ti mette solo sonno alla quarta riga: La casa degli spiriti, di Isabel Allende. Ti conduce con garbo attraverso intere generazioni senza mai farti sentire il peso degli anni che passano, ma non ci trovo più l’appeal che aveva un tempo.
17. Un libro finto colto ma in realtà pieno di cazzate: La pronoia è l’antidoto alla noia, di Rob Breszny, non c’è commento per quanto è stupido. I diciotto euro spesi peggio della mia carriera di acquirente.
18. Un libro che renderesti obbligatorio da leggere a scuola: qui vado controcorrente suggerendo un libro attualmente obbligatorio, I promessi sposi di Alessandro Manzoni, che renderei facoltativo. Solo così si riesce ad apprezzarlo, leggendolo per il proprio gusto personale – e quando lo si legge così, piace.
19. Un libro cui vorresti riscrivere il finale: Gomorra, di Roberto Saviano. Più che altro vorrei scrivere un finale, che significherebbe la fine della questione. Sarebbe bello.
20. Un libro che è finito troppo presto: Alta fedeltà, di Nick Hornby. Scopri di esserti affezionato a un libro quando all’ultima pagina ti mancano i personaggi.
Non è una catena di Sant’Antonio, quindi non la giro, non passo, non faccio niente. Se vogliamo discuterne, come sempre, volentierissimo.
LdC
ps non credo proprio che manzoni sia più obbligatorio.
oddio, come sono vecchia…
E allora, ri-rendiamolo obbligatorio ché ci sta tutto!!! E pure la Divina Commedia, che se la leggi da “grande” capisci quanto capolavoro sia!!!
concordo su Terzani (che è comunque considerato SUPER solo dai fan della new-age): 650 pagine di belle parole, ripetizioni e tante informazioni, per poi scoprire che dal cancro non si guarisce neanche se hai soldi ed il tempo per provarle tutte.
Dani, vorrei avere un tuo giudizio, sempre tu l’abbia letto, su la danza immobile di Manuel Scorza.
L’ho poi dovuto ordinare Le cose non sono cose che non si trova più.
Ann, confermo. A scuola ho fatto dei tagliafuori incredibili per evitarmela, poi quando ho dovuto studiarla per alcune letture mi si è aperto un mondo. E sono ancora molto indietro.
Taxxo, anche non new age fidati. Ma per amor del cielo: il mondo è bello perché è vario. Pensa che c’è chi legge Moccia.
Steve, non l’ho letto. Mi faresti una breve sinossi, che vedo se è il caso di cominciarlo? Per quanto riguarda i libri di Paolo Nori perché non li prendi a prestito in biblioteca? Un po’ sparsi ma li hanno quasi tutti, di cui parecchi alla Ginzburg di via Genova.
Manzoni e Divina Commedia a me al liceo piacquero molto…sarà che erano gli unici testi in italiano, anche se antiquato…oppure, probabilmente, se chi te li spiega lo fa bene te li fa amare anche se sei un giovane implume…
COncordo in pieno sulla facoltà della scelta dei libri a scuola…
Però lascerei l’obbligo di una scelta!
Altro libro obbligatorio per tutti gli insegnanti: “Come un romanzo”, di Daniel Pennac.
Pennac va molto, dani.
Dobbiamo rassegnarci.
Convertiamoci a Pennac.
Venturo, tu che professi il Verbo di Pennac, cosa puoi consigliare a me all’altra blasfema, per cominciare?
è che io putroppo li ho letti tutti, è una mania di mia madre regalarmi i libri di pennac…che poi, com’è possibile lasciare un libro INTONSO
Mi avete fatto venir voglia di rileggere Pennac… di revcente mi sento molto Monsieur Malaussene!!!
forse l’unico do pennac che rileggerei è “abbaiare stanca”.
poi, vabbeh, c’è “come un romanzo”, ma quello è un saggio.
però, sì, è una di quelle scritture che seppur gradevoli e sapienti, son già datate appena le finisci.
direi che si può anche saltare, Dani, non è obbligatorio.
m
Dani, avessi tempo ti porterei ogni giorno al mare, cantava Venditti…
Se vuoi ti faccio lo spelling della mia giornata, che comincia alle 6,15.
Se mi permetti te lo regalo io La danza immobile.
Malo, abbaiare stanca, chissà perché, mi apre la mente a tanti pensieri.
Steve, permetto, permetto eccome. E ti ringrazio. E se vuoi puoi anche portarmi al mare.
Off topic Chi c’è stasera alla InfoModo per la presentazione di Mello?
Dani, se vuoi io dei Malaussene ce li ho tutti, te li metto in buca? :-p
ma ti consiglierei di iniziare da Signori bambini, anche se non c’entra (o centra) niente con la serie di Malaussene.
Ste
Io vorrei evitare di leggere Pennac. Dite che si può? O devo proprio?
DEVI.
Come dice sempre il mio papino, per forza si va solo in un certo posticino.
Vi consiglio “spassionatamente” “La principessa sposa” di William Goldman (anni fa ne hanno anche tratto un film): sotto le mentite spoglie di un romanzo di cappa e spada (e tanto amore) c’è una ironica e bellissima riflessione sul senso della vita…
si può evitare, anzi forse si deve.
m