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Un posto per tutti.

22 Ottobre 2007

Io, della vita, finora non ci ho capito più di tanto, ma qualcosa a volte mi si svela, tipo come quando si viene folgorati sulla via di Damasco.

 

Io, per esempio, capita che le riflessioni migliori mi vengano in macchina mentre Lorenzo guida, che ha una guida così tranquilla e rilassata, è un piacere fargli da passeggera, mentre si va o si viene da qualche posto dove ha salvato il mondo suonato o partecipato o presenziato o era invitato. Dicevo è bello quando guida lui perché i kilometri sono sempre troppo pochi, delle volte ho desiderato ce ne fossero di più per continuare a cullarmi nel silenzio o ascoltare la musica o concentrarmi nei nostri discorsi impegnati sulla vita (io l’ho sempre detto che se non mi fossi innamorata di lui sarebbe diventato senz’altro uno dei miei migliori amici) e così, ieri sera, di ritorno da Ravenna, dove eravamo stati a fare una cosa molto bella in compagnia di altrettanto belle personcine, in macchina, che ho scoperto essere il mio posto preferito per pensare, talmente preferito che prendere in mano la Moleskine come sto facendo adesso è quasi un dolore fisico perché doversi destare da questo stato di concentrazione-deconcentrazione (nel senso che si riflette un po’ sui massimi sistemi, ma sostanzialmente si lascia che la mente vaghi per conto suo) credetemi, è uno sforzo, dicevo io in macchina ieri sera ho pensato che per il fatto di trovarmi in un momento spazio-temporale ideale, dove non potevo veramente chiedere di più, devo solo ringraziare me stessa.

 

Devo proprio stringermi la mano, perché è stata una frazione di secondo, un pensiero che anziché andare in un verso l’ho forzato in direzione opposta, così, per la curiosità di stare a vedere cosa succedeva. Praticamente è come se avessi giocato per trent’anni a briscola e per trent’anni mi fossi trovata di fronte la medesima situazione e, di fronte alla medesima situazione, io avessi scelto di giocare un carico quando in cuor mio sapevo benissimo che la persona di fronte a me avrebbe calato una briscola. Come una ripetizione ossessiva di un comportamento che mi ostinavo ad avere. Al fine di non so cosa, sinceramente.

Quel giorno in cui mi sono detta ok, sei al solito punto, e se invece di calare l’asso, come si dice in gergo, andassi liscio e restassi a vedere cosa viene dopo? Da quel giorno le cose hanno svoltato.

 

Da quel giorno infatti, quello in cui ho deliberatamente scelto di andare contro ai meccanismi mentali che da decenni mi imponevano la stessa reazione in tutti i vari simili per non dire identici contesti che mi si sono presentati, da quel giorno dicevo io ho capito – e da qui la folgorazione sulla via di Damasco –  che il cambiamento che tanto auspicavo non l’avrei riconosciuto e ricevuto da qualcuno, ma sarebbe avvenuto in me per prima, non di certo favorito da agenti esterni. Eventualmente il contrario. Chissà perché proprio ieri sera mi è tornato in mente tutto questo, magari una vaga idea del motivo ce l’ho, cioè che è proprio grazie ad una sorta di mia forza di volontà che oggi posso dire quanta strada da quella sera che ho appoggiato “Zio Savoldi” sul comodino ad oggi, qui in macchina con te.

 

Questa è la dimostrazione che, sul serio, c’era un posto per tutti, a saperglielo dare.

 

LdC

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  1. Che coincidenza, ti ho appena spedito una mail dove ti dico che se in casa mia trovi lo spazio per un animale domestico sei brava :-)))

    visto che ci sei trova lo spazio per le virgole anche in questo mio commento.

    Ste

  2. Ho una domanda da fare. Ma quando stai così bene, riesci a godere appieno del momento o temi subito che ti accada qualcosa di bruttot, che muti la situazione di benessere per tornare sul soitloi chivalà?

    E un’osservazione. Ho provato a dare un posto ad una persona che fosse diversa dal mio standard ma le dinamiche si stanno dimostrando lemedesime.

    Brava. Godi tutto fino in fondo e non ti far prendere dalle paranoie.

    Aeiouy

  3. Certo che temo che accada qualcosa di brutto. Se c’è un problema lo ingigantisco e se non c’è addirittura me lo creo. Ma credo che sia qualcosa che ho nel dna, che non c’entra con le dinamiche di coppia.

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