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L’inutilità di Isoradio nel mondo.

17 Dicembre 2007

A questo pensavo mentre il cartello delle autostrade ci stava indicando incidente a Parma e per radio, anziché replicare prontamente l’avviso, lasciavano che Eros Ramazzotti si sgolasse o tergiversavano sui ritardi della rete ferroviaria italiana e mi domandavo: ma quanta gente, sul treno, ascolta Isoradio per sapere se è in ritardo? Ok, divagazioni da mente lasciata libera di correre, che stavo rientrando da un week end piuttosto intenso e avevo bisogno di rilassarmi e magari anche un po’ dormire (da Melegnano a Piacenza, per la cronaca).

 

Ebbene sì, sabato siamo stati a Milano per uno di quegli interessantissimi momenti di rara intensità musicale di cui andavo parlando nello scorso post e a cui sarò sottoposta da qui alle prossime settimane, che ha visto Lorenzo esibirsi assieme ai suoi amichetti. In realtà io poi parlo e sparlo, ma ascoltare le cover dei Clash è un’attività che ancora mi delizia e non poco, suvvia che è Natale, non sembriamo sempre così ostici. Il viaggio è iniziato di buon mattino, dopo la sveglia alle sette che son poi diventate otto e che a far metano in mezzo alla brina son diventate le otto e venti. Venga messo agli atti che fino a Parma non ho potuto fare colazione e così, fra neve, fra le varie domande tipo resisti ancora o hai fame? e soprattutto in mezzo alle sedute di autoanalisi di Federico Fiumani, che dal suo cd dichiarava apertamente la sua paura di morire sepolto in un negozio di dischi, finalmente nella succitata patria del prosciutto crudo ho potuto concedermi due paste e un cappuccino. Fine della sosta, ripresa del viaggio. Sosta per il secondo round di metano e, finalmente, prima tappa: l’outlet di Hello Kitty, a Buccinasco.

 

Devoluti i miei ventisette onesti eurini alla causa abbiamo quindi ripreso il viaggio, direzione casa Marocci. Abitazione che, a dispetto di quanto dichiarato dal nostro amico, più che assomigliare al covo di Aldo Moro, a me ha ricordato l’accesso al Regno di Narnia. Accogliente, calda, vissuta intensamente, ci ha cullato durante la notte proteggendoci da freddo e da malintenzionati del club privé di fronte. Dicevamo, dopo casa Marocci, siamo andati a pranzo in una tipicissima pizzeria milanese gestita da egiziani e abbiamo intrapreso la seconda tappa: lo shopping in centro. E siccome la Pretty Woman della situazione l’ha fatta più che altro Lorenzo, sorvolerò con un dignitoso silenzio su questa mia disastrosa défaillance. Che poi invece due paroline le ho: a me Milano piace meno di una volta, mi sembra meno patinata, meno sfavillante. O forse sono io a non essere più così. Per esempio ho apprezzato tantissimo le luminarie, ma i negozi mi sono sembrati tutti uguali, tutti troppo affollati. E fondamentalmente mi sono sembrati solo negozi.

 

Comunque dopo il rigoroso theino delle cinque siamo tornati alla base, ci siamo cambiati e siamo partiti per la terza tappa – che sarebbe poi stato il motivo del viaggio, se io non l’avessi farcito di caxxi miei prima e dopo – ossia la tanto sospirata diecimilagiorni di rock’n’roll, tributo italiano a Joe Strummer. Altre due paroline però stavolta sui musicisti, categoria a me tanto cara quanto aliena: io non li capisco. Li osservo, un po’ li invidio, ma in fondo non li capisco. I musicisti son gente entusiasta. Loro non si vergognano di provare emozioni, non hanno filtri. Non è la prima volta che mi capita di assistere a scene di persone che si abbracciano e che dicono è bello averti qui, che ti stringono, che si commuovono, che macinano kilometri perché stavolta non si può mancare, che esternano ciò che provano nell’esatto momento in cui lo provano e con l’intensità con cui gli scaturisce direttamente dalla pancia e dal cuore. Sarà che non ho mai avuto una passione talmente forte per qualcosa, sarà che amo poche persone e ancor meno cose e sarà che, con la musica, non ho altro che un rapporto da consumatore, ma io mi sento sempre come se mi mancasse qualcosa, a star lì con il mio palettino infilato nel derrière.

 

Ma tant’è, come dico sempre in punti come questi.

 

La domenica, invece, dopo due anni di latitanza, mi sono presentata in quel di Lecco a trovare la mia seconda famiglia. Non che sia mai accaduto e spero non accada mai, ma se un giorno dovessi casomai sentirmi poco amata o triste, sentire che conto niente per nessuno, so che i miei passi mi porterebbero lì. Dove ci sono amici, che chiamare amici è troppo poco, che chiamare parenti fa brutto perché i parenti non te li scegli (mio fratello docet), dove ci sono persone che hanno in comodato d’uso pezzi del mio cuore e che non penso di reclamare da qui a mai (ecco una definizione più adatta) e dove mi sento sempre come a casa mia. Non mi dilungo su pensieri, parole, opere e omissioni (no, omissioni no, perché qui non ci facciamo mancare niente) e tanto meno su presenti, assenti, prima presenti poi magicamente assenti, sul menu e su quanto si è riso, parlato e stati bene. Vi basti solo sapere che, come ogni volta, sono risalita in macchina con gli occhi lucidi.

 

Macchina traboccante non solo di regali, di zucche, ma di momenti, così tutti talmente tanti in una botta sola da farmi addormentare a Melegnano, come vi dicevo, cotta a puntino, satolla di cibo, vino e amore. E felice, perchè no, seduta di fianco al mio amore.

(eccheccazz’ ogni tanto un po’ di romanticismo ci vuole)

 

Decretata l’inutilità di Isoradio abbiamo velocemente cambiato stazione, che tanto valeva ascoltare qualcosa di decente, ci siamo imbattuti in una radio locale che faceva musica d’altri tempi e ho pensato che la canzone che stavano passando fosse una delle più azzeccate per quello che avevamo appena vissuto.

 

(adesso sì che è Natale)

 

LdC

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  1. Sai che nno sono mai riuscita ad andare a Milano per le feste di Natale?? un pò per curiosità mi piacerebbe… cmq lo spaccio di hello kittie è fantasticooooooooooooo!!!!!!!!! ovviamente non si può uscire senza non comprare nulla!!!!!!!!!!! beh.. dai un week end pieno di emozioni forti che scaldano il cuore come nessun altro riesce a fare…… ciao luna

  2. scusa mi sono sofferameta sul primo paragrafo. Buccinasco ha l’outlet di hello kitty??e che ci trovi…oh..illuminami..dammi l’indirizzo.Come vedi, io a 29anni, normale non sono..

  3. che bel post..così splendidamente romantico: ah, sì, è proprio natale.

    se posso, aggiungo una mia personalissima spiegazione sulla sensibilità stra-ordinaria dei musicisti: con la “scusa” della musica hanno imparato ad affrontare e a vivere intensamente le emozioni senza cercare di sopprimerle come fa chi nn è supportato da una forte passione.

    se ci fai caso, chi ha una forte passione per un qsa (arte, scrittura, poesia, cinema..) solitamente esprime le emozioni in modo totale.

    ovviam qsta nn è affatto la regola, ma secondo me avere un qsa che ti prenda totalmente fa sì che tu riesca a scioglierti completamente.

    ecco, le passioni, le forti passioni, sono il veicolo che ti permette di esprimere appieno il tuo sentire.

    tutti noi abbiamo forti emozioni, il più è rendersi conto che nn c’è niente di male lasciarle libere..

    io ancora nn ci sono riuscita, ma ci sto lavorando.

  4. A Milano c’hanno solo il panettone e la galleria (imbardata di luci, vedo) … e il punk-rock è morto bruciato in fretta, tra la fine dei settanta e l’inizio degli ottanta.

    I generi non esistono più, viva la commistione di stili differenti … (il solito polemico).

    Bello il post, scritto bene come al solito e bene ipertestualizzato : le foto e i video linkàti coinvolgono il lettore, buttandolo dentro le vostre giornate.

    Brava Dani … sarà un caso che con te vado d’accordo e non bisticcio ?

    Bisticciare con le tue amiche – ma lo siete anche nella “vita materiale” ? – m’ha stancato, e sento un dolorino nel lato sinistro del petto …

  5. “E fondamentalmente mi sono sembrati solo negozi”.

    Lo sono sempre stati. Sono comtenta che un’altra persona sia passata, per quanto riguarda Milano, sulla sponda del disincanto. Milano, che brutta città! :-)

  6. @ Rossanaturale : “Milano, che brutta città ! :-)”.

    Per una volta siamo d’accordo … tornerà a nevicare prima di sera ?

    :-)

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