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Dialoghi surreali – Io e la gatta.

4 Aprile 2008

“Che effetto fa essere così?” chiese Raimo.

“Così come?”

“Che effetto fa? Fa male? Dà vertigini? Che effetto fa?”

“Che cosa?”

“Essere così una merda. Ventiquattrore su ventiquattro, sette giorni la settimana, cinquantadue settimane l’anno, mattina e sera, senza interruzione. Portare in giro quel fetore tutta la vita.”

(Kari Hotakainen, Colpi al cuore)

 

L’altro giorno ero in cucina che parlavo con la gatta e mentre io mescolavo, tritavo, versavo, sistemavo, cuocevo, regolavo timer, eccetera, lei come al suo solito mi osservava confidando nel mio essere maldestra e nella forza di gravità. Insomma, mentre io in sostanza cucinavo, lei mi teneva compagnia e io le dicevo guarda, Topo, che te oggi compi diciott’anni, bisogna che ti informi, bisogna che vai a ritirare la tessera elettorale, che il 13 aprile bisogna che entri nella cabina, sei bassa, ti farò dare uno sgabellino, ma devi andare a votare, a scegliere la coalizione che più ti rappresenta.

 

E lei mi guardava accigliata come a dire io le ascolto le tribune elettorali e i telegiornali e tutti quei programmi tipo Ballarò, Anno Zero e compagnia bella che seguite voi, ma che vi devo dire, continuo a preferire quando guardate i Simpson. Si possono votare i Simpson?

 

Allora le ho spiegato che purtroppo questo è ciò che passa il convento e la molteplicità di promesse sostanzialmente tutte identiche, altro non è che finalità e logica al contempo di questo baraccone che è la politica in Italia. Non so cosa significhi di preciso questa frase, ma so che quando la dico fa sempre un gran effetto, figuratevi su una gatta.

 

Infatti.

 

Al che ha fatto un giro su sé stessa, si è avvicinata al forno per dare un’occhiata, si è leccata una zampa, ha alzato metaforicamente un sopracciglio e mi ha detto allora tanto vale non andare a votare ma io, che prevedevo una risposta simile, ho prontamente ribattuto quello che mi hanno insegnato già nell’ora di educazione civica alle medie e cioè che il voto è un dovere ma soprattutto un diritto.

 

Quindi mi sono abbassata e siamo rimaste, faccia contro muso, a interrogarci sul da farsi: lei propendeva per l’astensione, io per l’annullamento. Non eravamo comunque ancora pienamente soddisfatte quindi, siamo andate nel corridoio, dove c’è la libreria, e abbiamo preso a sfogliare questo simpatico libretto.

 

Poi nel libretto non c’era niente che calzasse, ma stamattina sono stata finalmente illuminata da questo uomo meraviglioso.

 

La gatta invece è ancora indecisa.

 

LdC

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  1. essendo felina inside, concordo con la gatta….parola d’ordine: Astensione!!

    andate tutti a c…..

    casa…volevo dire…casa.

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