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Mi sembra (ma forse sono io).

21 Aprile 2008

Mi sembra di avere un sacco di cose da fare, e son così tante che il solo pensiero di scrivere uno dei miei rassicuranti elenchi mi mette addosso la stanchezza.

 

Mi sembra di avere un sacco di persone che chiedono e a volte pretendono. Da me, che ho sempre così poco da chiedere e tanto meno da pretendere.

 

Mi sembra di essermi accollata troppi impegni e ora non mi bastano tempo e risorse per seguirli.

 

Mi sembra di avere davanti una montagna insormontabile fatta di preconcetti nei confronti delle donne sul lavoro e so che, se sapessi fregarmene, potrei cambiare ufficio entro la prossima mezz’ora.

 

Mi sembra di dover chiedere sempre il permesso per tutto.

 

Mi sembra che sia sempre inverno e invece venerdì è il 25 aprile e, come ogni anno, ho tantissima voglia di inaugurare la stagione marittima.

 

Mi sembra di non dormire abbastanza, la notte.

 

Mi sembra di avere così tanto da scrivere e quando mi metto lì per farlo mi spariscono le idee (dato che all’orizzonte si profilano varie scadenze letterarie sarebbe bene affrontare questa impasse).

 

Mi sembra, ora che la mia vita sentimentale procede sui binari della perfezione in modo ormai consolidato, e ora che le questioni lavorative sembrano aver preso la piega sperata, di non avere più vie di fuga per sfogare il mio male di vivere (leggasi: non so più per cosa lamentarmi).

LdC

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  1. Infatti, che palle, è durissima… anche io spesso dico che palle, poi il mio moroso mi sgrida perché mi lamento del brodo grasso. E non ha mica tutti i torti.

  2. Nota bene:evitare di lamentarsi e di vivere male le cose di tutti i giorni comporta un notevole risparmio energetico.

    A lamentarsi tutto ciò che si deve fare sembra più faticoso.

    Ad incazzarcisicisi si deve fare la doppia fatica di scazzarcisisicisi,e se

    malauguratamente te la prendi con qualcuno (o qualcosa) che non c’entra rischi di avere un’altra grana

    da risolvere.

    E altra fatica.

    Per cosa poi?

    Per affrontare la vita di tutti i giorni.

    Ora,scendo dal pulpito (e che pulpito!)e dico che si,a sti ritmi

    c’è sempre qualcosa che non va come dovrebbe,però il più furbo

    se ne fa una ragione,che tanto alla fine-vedi sopra-è tutta fatica sprecata incazzarsi per ste cose.

    O almeno è quello che provo a fare!! :-)

    Lerry

  3. menomale che io sono fortunata, con tutti questi validi motivi di lamentele…tipo la vita sentimentale che non è propriamente perfetta, il lavoro che non è che proprio mi soddisfi, il direttore della mia banca che mi chiama quanto e forse più della mia amica in crisi di identità, la dieta che…ok smetto…che se poi mi invidi troppo ho un problema in più!!!!. Resta inteso che se tu volessi in prestito un paio di giorni della mia vita io te li cederei volentieri, scrivi un bel post e me la rendi, ti va????!!!!!!!!!!!

  4. Ah sì, giusto! Del governo, come ho fatto a dimenticarlo! ;)

    Comunque quello che volevo intendere con questo post, e che forse non è emerso come desideravo, è che siamo così abituati a lamentarci per qualcosa che quando un settore della nostra vita si “sistema”, anzichè ringraziare e portare a casa, semplicemente spostiamo la nostra attenzione verso qualcos’altro di cui lamentarci.

  5. e ora che le questioni lavorative sembrano aver preso la piega sperata, di non avere più vie di fuga per sfogare il mio male di vivere (leggasi: non so più per cosa lamentarmi).

    Lamentarsi del lavoro è sempre un ottimo pretesto, il lavoro è fatto per lamentarsi… una volta che non ci si lamenta più del lavoro son caxxi ;-)

  6. In questi primi momenti nel nuovo ufficio mi sto rendendo conto che il lavoro, più che farlo, consta nel lamentarsene e nel parlarne. E’ bellissimo, tutto ciò.

  7. Amo essere la Musa Ispiratrice di altri blogger anche se, ripeto, se non si ha niente da dire non è obbligatorio. E i congiuntivi, per pietà.

  8. Mi sembra (sicuramente si) un copia incolla e cambio qua e la… che vita piatta che piatta vita.

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