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Dialoghi surreali – Poche idee, ma confuse parte II

4 Settembre 2008

Premettendo che la sceneggiatura di questo aneddoto avrebbe potuto scriverla la Trifola per quanto inutile, ridondante e sterilmente ovvia, vado rendicontando il seguito del Poche idee ma confuse del post di martedì.

 

Una piccola precisazione per chi non l’avesse capito oppure lo ignora: con questo gruppo di amici stiamo organizzando una specie di… chiamiamolo “evento” che si terrà tra qualche settimana. Prima dell’estate erano stati distribuiti dei compiti sui quali ognuno sarebbe stato insindacabilmente responsabile.

 

Insindacabilmente, si era concordato all’unanimità, nel senso che qualora una persona, ad esempio io, avesse deciso che la parte di sua competenza del suddetto “evento” si sarebbe composta di una giornata ad un costo x a testa stabilito a monte, comprensiva di tre differenti momenti ludici, organizzata a suo definitivo ed inoppugnabile parere e buon senso – perché meglio fare così, altrimenti non ne usciamo vivi a mettere d’accordo dieci teste! si era detto fra l’approvazione generale – nessuno, dico nessuno sulla faccia di questo pianeta avrebbe potuto metterci il proprio becco, giudicare, osservare, sondare, vagliare, criticare e via discorrendo. Della serie io non lo faccio a te che decidi questa cosa, tu non lo fai a me che decido quest’altra, così siamo tutti amici e non ci togliamo il saluto per l’eternità a causa di ‘sto cazzo d’evento.

 

Quindi, a me che ho trascorso il mese di luglio più al telefono con questo locale che con mia madre, a me che ho mandato richieste, trattato, ricevuto offerte, trattato nuovamente, tirato sui prezzi, zittito il moroso per concentrarmi sui preventivi, mentito spudoratamente sul numero dei partecipanti, scritto, faxato, spulciato alternative e qualsiasi tipo di attività che mi potrebbe garantire honoris causa un futuro da organizzatrice di eventi, se solo mi piacesse farlo, dicevo a me nessuno avrebbe dovuto dire cose tipo ma centoquarantaeuro non sono troppi? È la cifra che abbiamo stabilito, anche a me tira il culo ma tant’è. Oppure ma non si possono fare gruppi da 12 persone anziché due gruppi da sei? No perché non c’è il personale adatto per 12 persone. Ma perché dobbiamo andare via alle 14 e non possiamo restare tutto il giorno? Perché riservarlo tutto il giorno costa troppo. Ma perché facciamo questa cosa che mi sembra un po’ una sciocchezza e non te ne fai proporre un’altra che giustifichi di più la spesa? Perché il cielo è così azzurro quando l’aria è trasparente e non si tocca? Con google earth è possibile vedere la luna? Fare nuoto due volte a settimana mi salverà dalla prova costume? L’ora legale quando si cambia? Seguono domande di merda ad libitum.

 

No, non avrebbero dovuto farlo. Ma l’hanno fatto. Eccome se l’hanno fatto. Con cadenza pressoché quotidiana.

 

Fino a ieri pomeriggio.

 

Ieri pomeriggio mi chiama l’amica A, quella della conversazione al muro di cui al post sotto, la quale dopo avermi comunicato ufficialmente la data dell’incontro (per la cronaca giovedì) mi annuncia che, siccome la cifra le sembra troppo alta, i servizi offerti non le sembrano sufficienti, qualcuno non sarà contento di dover sloggiare alle 14 e una serie di altri motivi che non ho ascoltato perché dopo le prime dieci parole il mio cervello ha mandato in onda Carosello, dopo il lavoro sarebbe andata lei a discuterne direttamente in loco con la responsabile.

 

Ti scoccia? Ha chiesto l’amica A.

No guarda, mi fai un favore, ho risposto io.

 

E stasera, mi ha già detto via sms, ci racconterà di come ha stravolto l’intero programma e soprattutto con quale abile mossa sia riuscita a spendere anche dieci euro in più.

 

Stay tuned.

 

LdC

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  1. Questo è il motivo per cui gli unici eventi che riesco ad organizzare sono inerenti al lavoro degli operai.

    Bella forza sono il titolare……

  2. Bin Laden saprebbe come fare…

    attente alla massaggiatrice islamica,

    cosa nasconde sotto la tunica?

    L’importante poi è scappare con la cassa,ergo salvatela dalla kamikaze!

    :-) Lerry

  3. Mai condividere con altre persone l’organizzazione di un evento (la parte decisionale, intendo). Deve essere una cosa il più possibile dittatoriale. Fidati di quel che ti dico, è una delle cose di cui mi occupo per mestiere.

  4. Per la cronaca.

    Alla fine lo stravolgimento consta nel tornare alla prima ipotesi che mi avevano paventato circa due mesi fa e che non era andata bene a nessuno e alla quale erano seguite millemila varianti.

    Come a dire che il classico va sempre di moda e che presto troveremo Occhetto alle primarie.

  5. Bhè si, però comunque non ti è venuta voglia di mandare tutto al diavolo?

    Di che evento si tratta?

    Per Londra non è che cosi’ facile…è un progetto comune con Giuseppe (cioè, io l’ho sempre avuto, ora c’è lui e lo abbiamo insieme), quindi non dipende solo da me.

    Se riusciamo a farlo prima o poi ne sarò felice, e spero davvero che si potrà fare.

  6. Cinque minuti e un jet partirà

    portandoti via da me!

    Cinque minuti per noi, poi anche tu partirai,

    io non so che darei per parlarti ma tu

    non mi ascolti già, più niente ormai può fermarti!

    Quattro minuti per noi, quanto dolore mi dai!

    Io non so che farei per baciarti ma tu

    già non sei più mia, tu sei già via, lontano…

    Aspetta, aspetta, ma dove vai?

    Solo un minuto e un jet partirà

    portandoti via da me!

    Solo un minuto fra noi, guarda che addio mi dai!

    Nei tuoi occhi non c’é un sorriso per me

    solo fretta ormai di andartene, amore…

    Chiamano un nome, sei tu… va’, non voltarti mai più…

    quanto cielo fra noi, é la fine anche se

    mi hai giurato che ritornerai da me!

    Bugie, bugie, non tornerai!

    Bugie, bugie, non tornerai!

  7. stavo giusto pensando: ci vorrebbe una cantata a quest’ora del venerdi…

    Ma.Pe.

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