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La storia del divano blu.

27 Ottobre 2010

Per raccontare questa storia devo risalire agli albori della mia voglia di emancipazione, sto quindi parlando di circa sette anni fa. La sottoscritta, allora ventisettenne con una gran voglia di andare a vivere per conto proprio ma con finanze che decisamente scarseggiavano, ambiva ad un appartamento anche microscopico dove far emergere le proprie velleità di casalinga e donna libera.

Il primo tentativo è stato quello di subentrare nell’appartamento del mio adorato nonnino, che per motivi di salute e sicurezza non lo abitava più da parecchi mesi. Ho “preparato il nido” nel migliore dei modi, senza spodestare troppo il nonno, ma aggiungendo qualche tocco personale al suo appartamento.

Una delle prime cose che ho acquistato è stato, dunque, un divano di velluto blu, economico ma molto carino. Fortemente voluto con opzione “letto” pensando agli amici che avrei potuto ospitare e alle serate davanti alla televisione che mi sarei potuta godere. Due settimane dopo, il mio adorato nonnino non ha più avuto bisogno di una casa e tanto meno di questo mondo… e con lui è sfumata l’opportunità di andare a vivere sola ad un costo sostenibile. Ironia della sorte: avevo un divano, ma non una casa dove metterlo. L’ho stipato in un magazzino, in attesa di tempi migliori.

Tempi che sono arrivati tre anni più tardi, quando finalmente mi hanno consegnato la casa che –con immensi sacrifici miei e della mia famiglia- sono riuscita a comprarmi (e che oggi è in vendita, se a qualcuno interessa!). Assieme a tutti i mobili nuovi e alla mia paccottiglia ecco riapparire il divano di velluto blu, al quale ho riservato un posto d’onore sotto alla finestra.
Divano sul quale, probabilmente, mi sarò seduta… mh, cinque volte? Eh sì, perché dopo pochissimi mesi il destino mi ha fatto incontrare colui con il quale vivo tuttora, ovviamente da un’altra parte. Dove ovviamente c’era già un altro divano e il mio non avrebbe avuto senso. Ho richiuso tutto negli scatoloni, ho coperto i mobili e ho seguito il mio cuore.

La prossima primavera traslocheremo in quella che –teoricamente- dovrebbe essere la casa da cui non schioderemo mai più, o per lo meno me lo auguro. Mi sono interrogata sulla possibilità di riciclare qualche mobile. «E se dipendesse da lui?» mi sono chiesta.
Diciamo che, onde evitare, stavolta me lo compro nuovo.

Certo, ormai sono una donnina adulta e sicuramente la mia scelta si orienterà più verso una soluzione "famigliare", che permetterà a me, a Lorenzo e ai gatti di trascorrere momenti sia di riposo che di convivialità. Stavo pensando al modello Malcom, con la funzione  "relax" come nella foto, oppure ad un'alternativa come il modello Cult, con  una bella ed ampia penisola, anche perché la stanza-studio sarà dedicata quasi interamente alla musica, e dovrò dotarmi di un angolino confortevole dove produrre le mie storie.

(io sono andata a sensazione nella mia scelta, ma sul sito Natuzzi è possibile eseguire un test: scoprirete che grazie alla tecnologia avanzata e all'innata eleganza, ci sono un sacco di soluzioni per tutti i gusti, le esigenze… e le tasche!)

LdC

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  1. lo voglio molto comodo perché nella casa nuova non avremo la tv in camera da letto (per scelta) e quindi prevedo mooooolte ronfate sul divano!

  2. Dani, sul divano ho posizionato due teli gabel … altrimenti :(
    e cmq, nonostante tre tiragraffi disseminati per casa, Zb si diverte sui braccioli :(
    a

  3. Ottima la microfibra !
    I tessuti di sostegno sono due : sintetico o cotone.
    Se interamente o parzialmente sfoderabili è meglio.
    Quello con base di cotone ''mantiene ''le forme, mentre l'altro rientra subito.
    Il gatto : disastro tremendo disastro.
    Ti consiglio uno con la seduta il più verticale possibile eviterai cervicalgie dovendo assistere a tanti spettacoli televisivi.
    Ciao ,a presto sarò in città.

  4. Ciao, io cerco un divano letto, e il blu non è male. Se mi fai un buon prezzo te lo compro. Che misure ha?

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