Io che mi ero illusa di tornare a casa come questa nella foto, mentre parcheggiavo l’automobilina in piazza Otto agosto e mi tuffavo di testa nella follia dei saldi, invece…
Andiamo per ordine: cosa andavo cercando nel mio peregrinare? Molto poco, perché sto risparmiando per il viaggio a NYC che vorrei concedermi nel 2012 e perché veramente non è epoca di vacche grasse, per cui ho deciso di orientare le mie peculiarità di rabdomante-di-bazze verso una ecopelliccia che non mi faccia sembrare troppo lo Yeti. Tipo questa, o questa, o questa, per intenderci.
(meglio nera, che sfina)
Però non mi andava di prenderla online perché virtualmente non riesco a capire quanto mi fa Yeti.
Insomma, due ore di parcheggio e 4,60€ buttati nel pattume per girare, nell’ordine: Zara, in assoluto il delirio più totale. Orde di donne che si contendevano maglioncini da 9,99€, si provavano scarpe ad ogni angolo e pazientemente attendevano file kilometriche alle casse. Il tutto su un tappeto di abiti e accessori letteralmente sparpagliati per terra. Forse qualcosa c’era, ma se c’era non l’ho trovato. Troppa confusione. H&M, vedi Zara ma paradossalmente meno disordinato. Comunque non c’era una mazza e ho deposto il pellicciotto che ho provato allettata dal costo (59€ da scontare del 50%) perché va bene costar poco ma non era esattamente quello che cercavo. Pimkie/Rinascimento/OVS e i vari brand di quella confraternita… stendiamo un velo pietoso: più che offerte si trattava di corsi intensivi per esaltare la badante che c’è in te.
(veramente, dai, ce ne accorgiamo che tirate fuori la roba di cinque stagioni fa!)
Tornata a casa con le pive nel sacco e soprattutto stanca morta!
Non potrei mai fare la fashion blogger, non ho più la buccia.
LdC