C’è un qualche bug nella mia mente che mi porta ad autosabotarmi.
Come se non avessi diritto alla mia dose di felicità senza dovere per forza scontare qualche se, o qualche ma: sarei così felice se… avrei tutte le carte in regola, ma… e, così facendo, non riesco mai ad essere tranquilla, riuscendo solo a rinchiudermi in quella certezza che culla il mio bisogno di controllo. Se un giorno avrò riscontro dei miei se e dei miei ma chiuderò il cerchio, questo senz’altro, ma lo farò a caro prezzo.
Possibile che sia così difficile affrontare la vita con leggerezza e accettarne le sfighe solo nel caso in cui arrivino? Lascio questo post a imperitura memoria di una matassa ben difficile da dipanare.
LdC
Non sono sicura di aver capito: non fai cose che vorresti fare per paura che vadano storte? Oppure le fai ma stai sempre con l’angoscia che qualcosa vada storta?
Secondo me la prima è più grave, perché la vita è una e bla bla bla…
La seconda è congenita, secondo la mia esperienza, e c’è poco da fare, se non sdrammatizzare un po’.
In ogni caso keep calm and carry on (originalissimo, lo so) ;)
è un mix di entrambe.
Ed è dura, parecchio dura.
Questa sindrome chiama “perchè si realizzano sempre i desideri degli altri e i miei mai?”
Ho letto da qualche parte “La qualità della vita è direttamente proporzionale alla quota di incertezza con cui sappiamo convivere”.
Non so se sia vero, ma io non ho più sottocontrollo assolutamente nulla, ma da mo’…
e non so che punteggio ho in qualità della vita, ma vivo.
Guarda, verissimo.
Mi accorgo che più lascio andare le cose, più vivo serenamente.
Il problema è cominciare, come in molti casi…
Non so. Proprio non so.Difficile poter conservare qualcosa di veramente puro. Difficile cogliere quello strato di rarità e bellezza che qualche volta affiora da un fondale visivo.Sotto uno specchio d’argento, nel groviglio della vita e dei pensieri, si nasconde un universo immaginario, un gomitolo di pesci variegato. Spesso mi soffermo, e soffro e gioisco l’immensa grazia di un lago inondato dal sole.