poteva andare peggio! | un po' di sano cinismo

Casalinga imperfetta.

4 Settembre 2013

zara

Alcuni giorni fa sono stata attirata, come Ulisse dalle sirene, dentro al nuovo negozio Zara Home recentemente inaugurato qui in centro a Bologna.

Ho sempre apprezzato parecchio Zara per quanto riguarda abbigliamento e accessori: non tutto mi piace e non tutto è a portata del mio borsellino, ma in linea di massima un’alta percentuale del mio armadio viene regolarmente rifornita con i loro capi. Ho pensato che per la casa fosse un po’ la stessa cosa: alcuni oggetti più costosi e raffinati, altri più “da battaglia”. Mi sbagliavo, perché Zara Home è il regno della fighetteria, anzi, mi correggo: della wanna-be-fighetteria, visto che comunque è una catena, non stiamo parlando né di artigianato né tantomento di haute couture.

Ma questo il bolognese medio lo ignora e così, accompagnata dal leit motiv del commesso che infilava l’aggettivo damascato in ogni frase che anche minimamente si prestava «Questo lenzuolo presenta il motivo damascato tipico della collezione», «perché così fa un effetto damascato», «c’è in tinta unita e damascato»,
(e dopo dieci minuti di tiritera vi garantisco che vi si sarebbero damascati un po’ i cosiddetti anche a voi)
e stalkerata da certe occhiate fra il patetico e il lascivo che mi lanciavano alcuni mariti costretti a trottare dietro alle rispettive consorti carichi come muli, mi sono aggirata per quello che i giornali promettevano come il nuovo flagship store su due piani.

Ok, tutto molto bello e tutto molto pittoresco, ma ragazzi parliamoci chiaro: dove crediamo di essere? Perché pitturare tutto di bianco-sporco e appendere i mazzetti di fiori secchi per fingere di vivere en Provence quando abbiamo un bilocale di quaranta metri alla Barca, fa tristezza, non c’è altro da dire.
(se ci costruite anche sopra un blog in stile perfetta padrona di casa nonché esperta di home living, la tristezza quadruplica: è una legge matematica)
Per non parlare del settore bimbi, dove una bavaglia ti costa un rene, il cestino dell’asilo un occhio e se fai lo sghetto di volere il completo da culla va da sè che devi metterci qualche altro organo vitale, sul piatto. A proposito di piatti e di settore bimbi, l’unica cosa che ho comprato
(perché mai uscire a mani vuote, la prima volta in un negozio)
è stata una bellissima coppia di piatti in melaminico con disegnati dei gatti psichedelici fighissimi. Li ho esposti con un certo orgoglio nella mia cucina, che sarà imperfetta e non avrà uno stile rigoroso e uniforme, ma è comunque carina e -quel che è più importante- ben frequentata.

Non sarò mai una donna shabby chic, pazienza. Dopotutto, ho già chiarito tempo fa che non mi avrete mai come volete voi.

LdC

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