Mi va di condividere questo pensiero perché oggi, per me, è successa una cosa speciale: uno scambio di confidenze che mi ha fatto avvicinare ad una persona alla quale mi sto accorgendo di volere bene.

Non fatevi chissà che viaggi perché sto parlando di quel sentimento tanto raro quanto obsoleto, cioè l’amicizia e, proprio perché gli amici sono davvero fondamentali per me in questo periodo, mi è venuto in mente che martedì scorso, probabilmente in preda al delirio di onnipotenza da zuccheri dovuti alla cena sì-carb-tantissime-carb, sono stata tentata di fare una sciocchezza: era una sciocchezza innocente, un peccatuccio senza gravi conseguenze se non per la mia già malconcia autostima… tuttavia non aveva una ragion logica né un grande senso.

Non entro nello specifico, sia per non vanificare l’ardua impresa, sia perché l’importante non è tanto cosa stavo per fare, ma il salvataggio in corner che ha fatto la mia buona amica per distrarmi dall’intento: come si farebbe con una bambina capricciosa e stupida, ha distolto la mia attenzione portandomi ad annusare le candele in un negozio (“facciamo qualcosa di più utile”).

Mi rendo conto che poteva venire un post più bello… e quindi, per farmi perdonare, lo colorerò regalandovi anche una morale:

la lunga strada verso l’equilibrio non implica obbligatoriamente smettere di fare certi pensieri, ma può iniziare riconoscendo l’importanza di avere accanto una persona che, quando arrivano questi pensieri, ci prenda con sé e ci porti ad annusare le candele.

LdC