Come ogni cosa in divenire, anche la seconda settimana nel nuovo ufficio sta andando senz’altro meglio della prima.

Traslocare vent’anni di esistenza professionale a 25km dalla propria vita, non è uno scherzo né in termini emotivi né in termini pratici, ma si fa. Mi fanno sorridere molte persone che si scompensano per cambiamenti ben inferiori -ok che siamo tutti diversi- ma ogni tanto mi piacerebbe guardarle e mostare loro con quale aplomb la sottoscritta sia riuscita ad attraversare questo e molti altri scossoni, nell’ultimo anno.

Va bene, non stiamo a recriminare proprio ora, che finalmente la luce in fondo al tunnel si intravede.
Ed è una luce bella, che mi dice Sii paziente con ciò che ti accade (cit.) e tutta un’altra serie di mantra che suonano molto come The best is yet to come.
Che peraltro è vero.

Non va ancora tutto benissimo e non mi riferisco puramente alle tapparelle mancanti nei bagni, né alla macchina del caffè che è arrivata solo ieri. Ma arriveranno tapparelle e altri comfort che ci faranno stare meglio, fino a quando non staremo di nuovo perfettamente bene nella nostra nuova pelle, fino a quando guardandoci intorno ci sentiremo nuovamente noi, un noi diverso da prima ma pur sempre noi, di nuovo in un posto sicuro.

LdC