pensiero del mattino | up close and personal

Somewhere that I used to go.

12 Maggio 2015

Sono tornata.
Sono viva, e sono qui.

In attesa della serie di post sul viaggio negli Stati Uniti, una riflessione e una apparizione al volo sul blog a lungo trascurato.

Ieri sera sono passata dalla strada dove lavoravo -per evitare una coda sulla via Emilia- ed è stato strano come tutto mi sia sembrato terribilmente non famigliare.
Mi spiego meglio: ero in un luogo che ho frequentato per venti lunghi anni, ma era come se appartenesse ad un’altra vita, ad un’altra me stessa. Incredibile come, nel giro di poche settimane, la nuova quotidianità abbia reso routine dei gesti, che hanno cancellato altri gesti.

Probabilmente è così che deve andare: non si capisce quanto sia cambiato qualcosa, fino a che non ci si rende conto di avere delle abitudini nuove.
Ed è così per tutto, e tutti.

I guess that I don’t need that though,
now you’re just somebody that I used to know.

LdC

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  1. Proprio ieri sono tornato, per un colloquio di lavoro, in una zona che ho frequentato quotidianamente per oltre 8 anni, per un’altra azienda. Non passavo da quelle parti dal 2010 e ho provato una sensazione simile a quella che descrivi. Da un lato speravo ovviamente che il colloquio avesse un esito favorevole, dall’altra desideravo inconsciamente che non mi richiamassero, perché provavo disagio a ricominciare da capo qualcosa che considero chiuso sotto tutti i punti di vista, anche quello geografico.
    A volte il passato mi infastidisce anche quando non mi richiama alla mente memorie tristi, ma semplicemente perché è passato…
    Gischio

  2. Sono come te. A differenza di un tempo, ho smesso di essere affezionata al passato e sono diventata una grande fan del futuro, perché il primo ormai non si cambia, mentre il secondo è ancora aperto a tutte le possibilità.

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