Quella che vedete nella foto si chiama Tamara. E’ quella rossa, da non confondere coi gatti, mi raccomando.
Si chiama Tamara in onore dell’amica che me l’ha prestata, ed è la valigia che mi ha accompagnata per queste due settimane negli Stati Uniti.
Sono la Ragazza senza la valigia perché io una valigia non la possiedo, se escludiamo la trolley con cui normalmente mi paleso negli spostamenti brevi, ma quella non vale e poi comunque non l’ho comprata, l’ho vinta a un concorso. Sono la Ragazza senza la valigia e non la voglio comprare perché temo una sorta di maleficio, se poi casomai dovessi investire in una valigia tutta mia, tipo che poi non viaggio più.
(nel qual caso mi piacerebbe di colore rosa, così, se vi pungesse vaghezza di regalarmela)
Negli anni passati è stato sempre facile perché a questa necessità sopperiva ogni volta una enorme trolley grigia della mia ex suocera, ma essendo ex la suocera, figuriamoci la trolley: pur volendole molto bene non era cosa a ‘sto giro, diciamocelo. Così ho sparso la voce fra le amiche, ed è arrivata la Tamara, che ama il rosso, e io ho pensato che sarebbe stato di buon auspicio per un viaggio impegnativo che stentava a decollare (stentava anche ad atterrare, ma delle turbolenze Houston-Londra ne parliamo poi alla fine).
La mattina del 25 aprile quindi, dopo due settimane di altalene emotive, sensi di colpa, tirate notturne per mettermi avanti coi dodici lavori diversi che faccio, piagnucolii al telefono con tu sai chi sei, ore di sonno ridotte al minimo sindacale (tipo quattro), palpitazioni, dosi extra di Xanax e rassicurazioni famigliari di ogni genere, assieme a Lidia ci siamo sedute in aeroporto con largo anticipo perché siamo entrambe un po’ ansiose e maniache degli orari: sarà uno dei mille aspetti identici che scopriremo di avere in comune, come viaggiatrici.
A proposito di viaggiatrici: voi sapete cosa distingue un viaggiatore da un turista? Nei prossimi racconti lo scoprirete, così come lo abbiamo scoperto noi (in realtà è stata più una conferma di qualcosa che già sospettavamo), ma per il momento vi lascio il fermo immagine di noi due che tracanniamo giulive del Cabernet spagnolo a 10.000 metri di quota, offre Iberia anche se si vola British.
(to be continued)
LdC
a lavorare !!!!
#èperlavoro :)
Non vedevo l’ora che iniziasse anche sul blog, questo viaggio.
Riguardo la valigia, a noi è andata proprio così. Inserita nella lista nozze, regalata non ricordo più da chi, usata una sola volta.
Gischio
Vedi?!?
Allora faccio bene a temere!
è per lavoro , nel senso che stai cercando un nuovo lavoro oltre oceano?
No, purtroppo credo che per un cambiamento così radicale sia troppo tardi ormai…