Un post che è più una parentesi per spezzare i racconti americani e poi anche perché la vita è proprio una scatola di cioccolatini visto che, dopo il climatizzatore dell’auto, il fidanzato, tre pneumatici e il pensile della cucina, di tutto mi aspettavo tranne che mi si rompesse anche il frigorifero.
Invece, dopo soli 4 anni di vita, ecco che un giorno mi accorgo che il mio bell’elettrodomestico in stile vintage anni ’50 non raffredda più come ai vecchi tempi. Con l’estate e la caldazza delle ultime settimane non mi sembra il caso di indugiare e corro quindi ai ripari chiamando un tecnico di quelli super partes (anche perché quello indicato dalla casa madre non risponde se non dalle 19.00 alle 19.01 dei giorni antecedenti al plenilunio e solo se lo si chiama con prefisso la cui somma è un multiplo di tre) che dopo un’accurata analisi e 45€ mi dice “Sai chi ti saluta tantissimo?” e da qui il titolo del post.
Non so se avete presente quanto possa tirare il culo a una persona che ha speso circa mille euro nel 2011, doverne spendere più o meno altrettanti nel 2015, ma sappiate che d’ora in poi questa unità di misura si chiamerà col mio nome.
– Quanto ti tira il culo?
– Mah, parecchio, diciamo una Daniela e mezza.
Non vi sto a tediare con tutta l’indagine online, le idee creative su come ripararlo, cazzi e mazzi e deliri fra me e l’altro comproprietario, salto direttamente alla fase in cui contattiamo il servizio clienti Bompani e troviamo due persone gentilissime che si sbattono veramente tanto cercando di farci un’offerta per un nuovo acquisto con un fortissimo sconto, il che apre qualche spiraglio di trattativa e di seconde chances al marchio, se non fosse che l’installatore (cioè il centro assistenza di cui sopra) chiede, a conti fatti, più di 150€ fra trasporto, consegna e smaltimento, il che fa lievitare il totale ad un prezzo che non è più definibile come “di favore” e quasi neanche come “di mercato”.
A mio personalissimo avviso, nient’altro che un tentativo di lucrare su una situazione in cui se ne poteva fare a meno, il che mi porta a scegliere una marca diversa, anche se non più in stile vintage, comunque un’ottima alternativa e visto che il mio blog per queste cose ancora un po’ di influenza ce l’ha, vi dico che ho acquistato con immensa soddisfazione un frigorifero combinato Liebherr, marca che ho già avuto, che ho già consigliato a varie persone e con cui mi sono trovata veramente bene.
Se posso trarre una morale da tutta questa faccenda è senz’altro che non sempre chi più spende meno spende, perché purtroppo (a detta di molti negozianti interpellati a proposito durante l’indagine di mercato) i grandi elettrodomestici prodotti oggigiorno sono tutti, nessuno escluso, fatti per durare al massimo una decina d’anni e che se quattro sono veramente pochi, alcuni cedono anche prima e forse non ci dobbiamo aspettare più di tanto, ma sinceramente non voglio crederci né voglio cedere a questa logica consumista e per questo ho privilegiato una marca che mi ha già dimostrato l’esatto opposto.
Diciamo, più che altro, che non tutti sono lungimiranti nel proprio mestiere, e che se quell’installatore si fosse accontentato di una cifra un po’ più modesta -considerando anche il fatto che dista circa 3km da casa mia- forse oggi la mia cucina avrebbe un aspetto più simile al passato, ma ormai sono abituata ai cambiamenti, non mi fanno più tanta paura, e poi a dire il vero è molto bella anche così.
LdC