L’anno scorso, per il mio compleanno, mi è stata regalata una bellissima orchidea.
Oddio, chi regala una pianta così elegante e delicata a una come me, deve essere una persona molto dolce e con una stima della sottoscritta che va ben oltre la fiducia, visti i miei scarsissimi risultati con tutto il regno vegetale… e in effetti questa persona è molto dolce e mi vuole molto bene.
(chiaramente contraccambiata)
(è una donna, non pensate subito a chissà quale tresca)
Non potendo conservare un’orchidea in casa per via dell’incompatibilità con i due gatti curiosi e mangioni, per il bene di tutti l’ho appoggiata di fianco alla finestra delle scale e lì è rimasta per mesi, mesi, mesi, mesi (l’ho annaffiata regolarmente, giuro) finché i fiori sono caduti.
Sarà l’ennesima pianta sacrificata alla mia incompetenza pensavo ogni volta che la guardavo mentre uscivo o tornavo a casa ma lei, come se non mi sentisse neanche, ha continuato a sfoderare bellissime foglie, verdissime e sane. Ha continuato a farlo con così tanta convinzione che non ho potuto non accorgermene e cominciare a seguire la sua evoluzione con più curiosità, a differenza del medio disinteresse che provo in questi casi: era talmente ostinata e convinta, che un po’ è riuscita a convincere anche me. Oh, magari ce la fa.
E così, mentre lei sputava fuori foglie su foglie, sempre più verdi, grandi e sane, mi sono sorpresa in più occasioni a pensare che quell’orchidea, senza fiori ma con molto carattere, fosse un po’ come me: verso la fine del 2014 avevo perso i miei colori sgargianti, ma anche se non ero più una pianta fiorita, stavo anche io ricominciando a produrre nuove e bellissime foglie. E se anche io, come lei, non sarei più stata in grado di fiorire, sarei stata comunque una bella e sana piantina. Sull’onda dell’entusiasmo per questa nuova metafora della mia esistenza -e per darle una minima speranza- seppur priva di ogni conoscenza in tema di giardinaggio, un giorno ho potato i rami secchi.
Poi non ci ho pensato più.
Era lo scorso ottobre, credo.
Ho continuato ad annaffiarla e non le ho più prestato tanta attenzione, fino a un paio di settimane fa, quando mi sono accorta di un bellissimo, nuovo, stelo, lungo almeno una quindicina di centimetri: è cresciuto dietro una foglia e non l’avevo notato fino a quando è stato abbastanza grande e sicuro di sé da mostrarsi. Quando l’ho visto mi sono sentita come se anche io fossi alla vigilia di una rinascita: dopotutto se l’orchidea può ancora fiorire, a dispetto di una proprietaria incapace, di una sistemazione sicuramente non ideale e di una potatura inesperta, magari anche per me è tornato il momento di affiancare qualcosa di nuovo alle mie già rigogliose foglie.
Chissà il 2016 cosa mi porterà.
Chissà i 40 anni cosa mi porteranno.
Di sicuro nuovi fiori di orchidea. E questa già mi sembra un’ottima premessa.
LdC
Anche nella vita, succede un po’ come per lo stelo dell’orchidea: ti accorgi di qualcosa di importante quando è già cresciuto un bel pezzo; difficilmente riesci a metterlo a fuoco quando sta nascendo.
Auguri, splendida quarantenne!
Gischio
è vero!
Grazie caro, a te felice anno nuovo :)
A parte gli auguri (tardivi), ma la corsa? Non è che l’hai lasciata da parte per dedicarti al giardinaggio, visto l’avanzare dell’età? ;)))
Proprio ora che inizio a correre con più regolarità e cerco compagni di fatica…
In effetti sto correndo un po’ meno (più che altro la fiacca) ma voglio assolutamente ricominciare e infatti mi stavo proprio guardando attorno per capire se c’è una 10K a cui iscriversi fra qualche mese, giusto il tempo di recuperarli… Che fai, vieni?
Sul venire alla 10K non prometto niente, ma per l’allenamento ci sono!
sto ricominciando pianino, 5k anche ieri…
sei la benvenuta ovviamente!