Anche se fra me e lei passano quasi vent’anni, specifichiamo!
Martedì scorso, in piena botta di mondanità, sono stata all’anteprima della mostra Barbie The Icon che ha inaugurato qui a Bologna, a Palazzo Albergati, dove resterà fino all’inizio di ottobre.
Sono sempre quelle cose che mi piace e non piace fare, cioè prima sono contentissima di andare, poi mi trovo in mezzo alla Bologna che conta (1, 2, 3…) e mi sale la sindrome da Cenerentola imboscata al ballo di corte, che alcuni chiamano Sindrome dell’impostore – e invece no, dovrei ormai saperlo che se mi chiamano c’è un motivo, e vabbè, problema mio.
Comunque, la mostra è bella perché è allestita bene e, ad ogni modo, oltre cinquecento bambole di tutti i tipi, ispirate ad attrici, film famosi, paesi del mondo, epoche differenti (ci sono anche quelle con cui giocavo da bambina!) sono senz’altro un impatto bellissimo. C’è anche la casa, quella con l’ascensore giallo, quella che i miei genitori mi comprarono nel 1980 e che allora costava 50.000 Lire, tipo lo stipendio di un operaio medio.
Tuttavia mi sarei aspettata più interattività, non che volessi pettinare le bambole, ma ho sentito la mancanza di qualcosa “da fare”, oltre alla scatola dentro a cui ci si poteva fotografare e che ha fatto la felicità di un uomo quarantenne, più che della sottoscritta che si vergognava a entrarci.
Ma questa forse è una storia che vi racconterò un’altra volta.
Tutto quello che dovete sapere su Barbie The Icon è qui.
LdC