A Firenze ci aspetta una giornata non particolarmente soleggiata, ma molto calda! Ben diciassette gradi ci costringono a spogliarci della varia lana stratificata. Girare per il centro, entrare nei negozi, provare vestiti e scarpe, ci affatica non poco e ci concediamo una sosta. Betta, che ha trascorso quattro anni della sua carriera universitaria proprio in questa bellissima città, mi informa di una cantina/vineria.
«La potremmo provare, se c’è ancora» propone.
Fortunatamente per noi la suddetta è ancora in piena attività e, per la modica somma di 14€ a testa ci aggiudichiamo: pappa al pomodoro, crostini misti, affettati e fetta di crostata ai mirtilli, acqua, vino e coperto. La sosta in questa osteria sancisce anche l’inizio ufficiale della mia dipendenza dalla finocchiona.
Ci riprendiamo non senza sforzo dal pranzo e ricominciamo il tour de force: mercato San Lorenzo, centro e, tanto per ristabilire un po’ il kharma, anche varie catene cheap e low cost tipo H&M e OVS «si sa mai che a Firenze abbiano cose diverse» sentenzio.
(non sarà vero)
Piccola nota dolente: il parcheggio è salatissimo! Grazie a un colpo di fortuna siamo riuscite a sistemare l’auto poco lontano da Ponte Vecchio, ma se dovesse capitare anche a voi ricordatevi di munirvi di tante monete perché la prima ora costa 3€ e quelle successive 2€: è il benvenuto di Matteo Renzi (!) ma ne vale la pena perché questa città è sempre affascinante anche se la si visita per la milionesima volta. Per il resto i prezzi sono decisamente inferiori a quelli di Bologna, si pensi che un caffè macchiato in pieno centro (a banco, ovviamente) ci è costato novanta centesimi, per dire.
Risanato il bilancio del capoluogo toscano e ormai prossime alla scadenza della sosta pagata, costeggiamo l’Arno piene di buste dello shopping, che spingeremo dentro al baule della macchina, che ormai grida pietà ogni volta che ci vede arrivare con un sacchetto nuovo.
Ascoltando pacificamente Radio Deejay e scivolando sull’autostrada per nulla trafficata (yeah!) nel giro di un paio d’ore siamo di nuovo a casa, a contemplare i nostri acquisti.
A Bologna ritroviamo i famigliari due gradi e Firenze ci manca già un po’.
LdC