12° giorno
Il primissimo giorno in cui i contagiati sono meno del giorno precedente, poi significa tutto e significa niente, io nel dubbio sono rimasta tutto il giorno a letto (è domenica) a guardare dei film uno più bello dell’altro.
In serata una e-mail dalla mia amica Cheryl mi ha fatto sentire felicissima (di leggerla) e tristissima allo stesso tempo: chissà se si potrà mai ricominciare a viaggiare con la serenità di prima? Serenità intesa come sanitaria, emotiva, economica…
13° giorno
Di nuovo lavoro-lavoro-lavoro. Oggi è freddissimo anche se c’è il sole e il mio look casalingo, iniziato con le migliori intenzioni, sta sempre più prendendo una preoccupante piega à la Big Lebowski, oggi però ero molto indaffarata e non ho avuto tempo di pensarci. Magari domani mi sforzerò di indossare qualcosa di meno disagiato.
14° giorno
Due settimane tonde di quarantena e andiamo avanti. Anche il clima sembra essersi reso conto del mood che c’è in giro e si è adeguato passando da una primavera assolata e calda a una stagione di vento freddissimo e temperature basse. Dopotutto non abbiamo niente da fare fuori di qui, tanto vale… C’è da dire però che il sole aiuta, anche se lo prendi dal balcone, ma ti scalda un po’ le ossa, ti fa sentire meno in balia di qualcosa che non sai neanche te. In serata la notizia di un contagio che ha un nome e un cognome noti, così fa più dispiacere e sicuramente fa molta più paura: non è una serie che vedi in tv, non è un incubo, è una lotteria e il tuo biglietto vale come quello di qualsiasi altro.
Sono due giorni che non faccio movimento anche se ho trovato un workout carinissimo di 15 minuti che valgono come un miglio di camminata (piuttosto che niente…), oggi però ho panificato (seguendo il trend social, però alla mia maniera cioè a cazzo) e mi consolerò con pane e vino, comfort food per antonomasia.
(to be continued)
LdC