Dopo il forfait resosi necessario dal mio stato pseudo influenzale del week end precedente, finalmente ci siamo potuti godere il tanto desiderato film, incuriositi dalla trasposizione cinematografica del celebre romanzo di Ellroy, dal successo ottenuto a Venezia e, per quanto mi riguarda personalmente, perché Scarlett Johansson l’adoro fin dai tempi di “Match Point”. Multisala Medusa con biglietti sapientemente acquistati in anticipo, sala gremita, scorta di liquirizia.
Un caffè per tenere sveglia
La storia è ambientata nella Hollywood fine anni ’40 e mi permetto di dire che vi dovrete aspettare sul serio un film di quel periodo e non una versione moderna, non solo per quanto riguarda fotografia, costumi, dialoghi, location e tutto il resto, ma soprattutto per quanto riguarda la regia. È un vero film dell’epoca e lo si percepisce dal fatto che alcuni particolari risultano assolutamente fuori dagli standard a cui siamo abituati.
Ho cercato in rete qualche ispirazione per due righe sulla trama ma essendo abbastanza complessa e con svariati personaggi che ruotano intorno alla storia principale risulta difficile descriverla in poche righe senza svelare troppo dell’intreccio. Riassumendo senza voler sembrare in alcun modo riduttiva, la storia narra di due poliziotti amici/antagonisti, che indagano sulla misteriosa morte di una aspirante attrice costretta talvolta alla prostituzione, nota come “
Cosa mi è piaciuto tantissimo: la classe femminile, rappresentata dal fuoco che brucia sotto la cenere nel personaggio di Kay, interpretata da Scarlett Johansson, dalla sfrontatezza ed insolenza che rappresentano lo stile di vita dissoluta di Hilary Swank, nei panni di Madeleine Linscott (stupenda la sua battuta “I think you’d rather fuck me than kill me. But you don’t have the balls to do either”) e last but not least, dalla follia di sua madre, che secondo me è l’interprete migliore di tutto il film.
Cosa mi è piaciuto abbastanza: il fatto che entri convinto di vedere un blockbuster del 2006 e ne esci con la consapevolezza di avere visto un blockbuster del 1947.
Cosa mi è piaciuto il giusto: i due protagonisti maschili, antagonisti anche se all’apparenza amici, nei ruoli un po’ troppo scontati del più anziano, più scafato ma più “malato” e del giovane, forse più inesperto ma buono e quindi, come in ogni storia che si rispetti…
Stop. Andatelo a vedere.
LdC
Sai che anche a me piace moltissimo Scarlet Johanson? Credo che nel week se riesco andrò a vederlo e ti consiglio di andare a vedere “Scoop” di Woody Allen, lei è bravissima e il film è molto carino. Ciao Stefania.
Provvederò. Poi c’è il fatto che Ellroy è uno dei miei scrittori prediletti, anche se “La Dalia nera” non è il suo romanzo che amo di più.
Io ho “scoperto” Scarlet in Lost in translation: un piccolo gioiello, anche se l’ho dovuto vedere 2 volte per apprezzarlo a dovere. Non ho piu molto tempo per passare, spero tu stia bene. La consegna gratuita di Bol sta diventando una droga: per fortuna da lunedi cambio lavoro e userò il treno, spero di smaltire gli arretrati.
Esteban
@Stefania: credo che (dopo “Il diavolo veste Prada” per cui sono già stata opzionata dalle amiche) presto andrò a vedere anche Scoop perchè Woody Allen mi è sempre piaciuto un sacco e adesso che ha preso il trend con Scarlett Johansson mi piace ancora di più.
@Poeta: mi dicono dalla regia che anche “L.A. Confidential” sia molto bello. Mi dicono sempre dalla regia che guarderemo il dvd.
@Est: ciao papino! Tutto bene? Ogni tanto passo su 17gennaio per vedere se ci sono news, siete sempre nei miei pensieri più belli. PS: sto ancora aspettando i miei libri ordinati su Bol alla fine di settembre, mannaggia!!!
dani ciao mi manchi!
essì, L.A. Confidential non è male. Ovviamenteindivvuddìgiàllopossèggo.
Ciao! Ma tu una volta non eri su virgy? Condivido praticamente in pieno questa recensione, peraltro bellissima. Spero che passi di nuovoa trovarmi, a presto. Davide