È capitato però che per un certo evento che stiamo preparando mi sia dovuta fare (velocemente, peraltro!) una cultura su alcuni fatti recentemente accaduti ed è per questo motivo che sto prendendo sempre più confidenza con la figura e la storia di Anna Politkovskaja (1958-2006), giornalista della Novaja Gazeta recentemente assassinata.
Di lei si è parlato, scritto, giudicato – tutto ciò che un personaggio di un certo peso impone, in vita ma soprattutto dopo la sua morte. Per quanto mi riguarda, senza scivolare nella retorica, tramite qualche informazione tratta dagli scritti di chi è più bravo e senz’altro più informato di me, ci terrei a tracciare un suo brevissimo ritratto.
<<Per onorare la sua memoria bisogna riconoscere la serietà di questa giornalista. Da sempre ha lottato per i diritti umani. A lei interessava la gente. Per tutti era la testimone più onesta e credibile. Denunciava la violenza dei soldati e dei guerriglieri. Sulla Cecenia c’è un silenzio assordante. Lei criticava Putin per la sua guerra nel Caucaso. Per la sua politica sanguinaria. Il governo filorusso di Kadyrov è tra i maggiori imputati.>>
Giovanni Fornoni
<<La sua serietà non traspare solo dall’espressione accigliata, dagli occhiali austeri e dai capelli bianchi. Sono la tensione, la rabbia e l’impazienza di tutto il corpo a rendere evidente che la coscienza delle continue ingiustizie compiute nel suo paese non la lascia mai. Non può metterla a tacere come riescono a fare molti giornalisti britannici, perfino quelli più impegnati e radicali. E’ una sorpresa, quindi, sentirla prendere in giro il fotografo che vuole convincerla a posare. “I fotografi fanno sempre così", spiega nel suo inglese esitante. “Costringono le persone a fare cose che normalmente non fanno". Il fotografo è piuttosto infastidito, e mi rendo conto che Anna – 46 anni – è ancora giovane. Ed è ancora piena di speranza. La sua foto sulla quarta di copertina del nuovo libro,
James Meek
Era nata a New York nel 1958 e circa alla mia età cominciava ad occuparsi del conflitto Ceceno diventando giornalista della stampa indipendente grazie alla perestrojka, poco dopo Amnesty International le riconosceva un premio per il giornalismo in difesa dei diritti umani. Mi chiedo se ogni tanto fosse stanca di tutto questo, se rimpiangesse l’aver donato la sua esistenza ad una causa più grande di lei e forse irrisolvibile, sicuramente non dalla sua ma non penso nemmeno dalla mia generazione. E’ stata ricercata dai servizi segreti russi che volevano arrestarla, è stata avvelenata, è stata osteggiata da tutti i fronti perché non denunciava solo il governo o solo gli indipendentisti, lei denunciava i soprusi. È stata ferita più volte ed infine uccisa mentre tornava dalla spesa, come una donna normale, come facciamo tutti noi. Lei non aveva rimpianti però, l’ho letto nel brano che sto preparando e che è stato anche la molla che mi ha spinta ad interessarmi maggiormente a lei e a tutto ciò che ha reso possibile, che ci ha messo in grado di conoscere: Certo che ho paura, ma questa è la mia professione. Avere paura è una cosa tua personale. Ciò che conta veramente è dare voce alla gente, raccontare questa grande tragedia del nostro Paese. Perché lì la gente muore, ogni giorno lì si consumano orrori indescrivibili. E avere paura o non averne poco importa.
Se volete conoscerla meglio, oltre alle miriadi di articoli che si possono trovare in rete, vi consiglio questo. Se desiderate dare un’occhiata velocissima alla sua biografia vi consiglio invece Wikipedia.
LdC
di lei, prima della sua morte, in Italia parlava quasi unicamente Adriano Sofri… tanto per cambiare…
Difatti io non l’avevo mai sentita nominare (non sono una grandissima fan di Sofri).
Sofri…Sofri quello che sta in galera e volevano graziarlo?? o l’hanno graziato??
Io so che suo figlio Luca ha sposato la Bignardi.
Io voglio LDC Bella vita mica LDC cultural corner!!
Scherzo eh!
Solo per la gioia della mia amica Cris e rigorosamente off topic rispetto alla Politkovskaja annuncio una serie di mirabolanti ed entusiasmanti puntate di LdC Bellavita per la fine di ottobre come compleanni allo Chalet delle Rose (ooohhhh) e feste di Halloween (doppio ooooohhh).
Pubblico applaude.
LdC si inchina.
Sipario!
Io sono una carampana di Sofri e delle sue sopacciglia, vietato parlarne male. Chiaro????? :D
Luca Sofri mi piace (e, assieme a lui, la sua compagna Daria Bignardi). Adriano mi spiace, non ce la faccio. Amiche lo stesso? ;o)
sono arrivata qui dal blog della Criss, mi ha colpito moltissimo il link ch eporta alla tua biblioteca personale. molti li ho letti anche io.
e…è sempre bello trovare chi apprezza ancora le pagine di un libro.
Buona Giornata Omonima
Lorelay alias Dany
Il giornalismo d’inchiesta è pericoloso in ogni parte del mondo tranne che da noi. Ah già… da noi non si fa giornalismo d’inchiesta (salvo rarissimi casi di gente che perde il posto)… si parla di pupe e veline e Briatore….
@Eliseth, direi che hai centrato l’obiettivo. Giornalismo italiano, colpito e affondato. Domanda: ma a voi c’è un giornalista che piace, sul serio?
@Lorelay: benvenuta, anche io ti leggo sempre dalla Cris!
Al 100% nessuno però ci si avvicinano Marco Travaglio e Biagi, Montanelli per cosa scriveva e come, anche se poi non ero d’accordo con le sue conclusioni…