Da qualche settimana ho una nuova passione. Tutte le sere non vedo l’ora di tornare a casa perché c’è lui che mi aspetta. Ho addirittura pensato di portarlo con me in ufficio tanto è il coinvolgimento, ma so che non gli potrei dedicare tutta l’attenzione che merita, quindi mi godo il piacere dell’attesa del momento in cui, insieme, siamo soliti infilarci sotto al piumone per fare trascorrere le ore, senza sottofondo musicale, televisione od altro. Semplicemente noi, nel silenzio più totale. Mi ha insegnato a non aver paura della quiete notturna, dei piccoli rumori di casa. Mentre mi fa compagnia non c’è timore, non c’è sonno: c’è soltanto la voglia di saperne di più su di lui, di condividere la storia che ogni sera mi racconta.
Credo sia poco più grande di me, anche se l’età precisa non la so. So che è biondo, che ha una passione sfegatata per il Bologna, che frequenta Cà De Mandorli (che chiama, non so perché, Kademandorli), che suona in un gruppo che fa musica di opinabile qualità, ma soprattutto che scrive. E pare abbia un discreto successo, visto che ogni tanto è in giro per fare promozione nelle librerie.
No, non preoccupatevi, non sono innamorata. O forse sì, ma comunque senza speranza perché lui non esiste se non sulla carta: è il protagonista di un libro bellissimo che ho appena finito di leggere, si intitola “L’era del porco” e l’autore è il bolognese Gianluca Morozzi. La storia, ambientata fra la mia città e New York, è decisamente accattivante e scorrevole: era da un po’ che non mi affezionavo tanto al protagonista di un libro (diciamo da “Tecniche di seduzione” di Andrea De Carlo) e quindi ve ne trascrivo un pezzo piccolissimo, tanto per dare un’idea.
Poi mi ero congedato frettolosamente, sgattaiolando fuori in un mattino di luce livida e opaca, ben sapendo che un giorno avrei letto un romanzo di Lara Rimondi e mi sarei riconosciuto nella figura del mediocre scrittore impotente, romanzo a cui avrei subito risposto con un raccontino fulminante su una tetra scrittrice amante della sodomia a cui lei avrebbe replicato con mezza cartella sulla squallida misoginia dei mediocri giovani scrittori e che saremmo andati avanti così, forse, fino alla fine stessa del tempo.
Inutile dire che ve lo consiglio.
LdC
Dei tuoi giudizi mi fido, di solito siamo abbastanza in sintonia… certo che l’elenco (e la pila) dei libri che voglio leggere aumenta sempre di più!!!
Non si potrebbero avere le giornate di 48 ore, ovviamente fermo restando che se ne lavorano le solite 8/10?
Un sorriso…
Paola
No, Morozzi no, per carità :)))
Vedi che non sei aperto a tutte le forme d’arte? Uff! Ho paura per quando lascerai la critica sul mio racconto… brrr ;o)
Ed è inutile dire allora che io ti consiglio , di rimando, “L’Emilia o la dura legge della musica”
Ribadisco: no, Morozzi spacciato per arte no, per carità ;))))
Ogni forma d’espressione è arte. Dimostrazione pratica: sabato pomeriggio prima di salire sul palco dell’Aula Magna, confessoti, ero molto agitata. Avevo già fatto delle letture davanti ad un pubblico di un certo quantitativo e “peso”, ma ogni volta è come un debutto (e poi il pezzo con cui ci cimentavamo è notevole e non dovevamo sprecarlo). Sta di fatto che mi è stato detto, alla peggio sali sul palco, vomiti e scendi. Poi risali e dichiari “voi non capite l’arte”.
Con il GVP e’ stata la mia ouverture … quindi il top mia cara LDc … Racconto tuo stupendooooooooooooooooo, dovresti darti alla scrittura mia cara, sei veramente brava… UN beso Crisss
mi sa che lo leggerò
Se non sbaglio il libro di cui parli lo ha scritto un amico di una mia amica e questo Gianluca forse l’ho conosciuto anche io….. cmq mi informo poi ti dico. ciao
Il titolo suona interessante.
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Se mi fossi fermato al primo paragrafo …. avrei pensato tutt’altro ….
Ma probabilmente è colpa della mia mente deviata …. o forse dell’ormone mosso?
Scramlezz mi ricordi tanto la pubblicità dell’ormone libero, hai presente? ;o)