Festeggiare il mio compleanno il 5 gennaio anziché il 2 non è stata una scelta casuale, al di là del fatto che il venerdì è più comodo di un banale martedì: il 5 gennaio ricorrevano difatti i primi sei mesi di vita, da sola, nella casa nuova.
C’è chi ha brindato al fatto che da sei mesi io sopravviva alla mia nota arte culinaria.
Quell’appartamento criticatissimo, più mitologico di Atlantide, di cui tutti parlavano ma che nessuno aveva mai visto, più sfuggente dell’Unicorno e cresciuto con il ritmo di un centimetro quadro l’anno, alla fine esisteva sul serio, non era una leggenda metropolitana. Ed io, con estremo amore e dedizione, l’ho arredato, riempito e personalizzato con pezzi di me e della mia vita finché non è diventato casa mia. Quella in cui non vedo l’ora di tornare, di cui mi prendo cura, per la quale ho capovolto il mio ordine di priorità economiche, quella in cui chiamo le amiche a bere la tisana e a sfinirci di taglia e cuci, dove invito chi mi piace e dalla quale tengo alla larga chi invece non mi piace.
Però non è stato facile, specie all’inizio.
Al di là dell’essere infestata da un fantasma decisamente scomodo che, ammetto, mi dava un po’ di malinconia, in quella casa durante i primi giorni mi sentivo terribilmente abbandonata e in castigo. Pensavo alla mia famiglia, agli amici, a tutti coloro che erano già serenamente sistemati nei rispettivi nidi e mi veniva da chiedermi il motivo per cui io, invece, dovevo stare lì da sola. Mi rispondevo che era il risultato di tanto sforzo, attesa e un punto di partenza per una nuova vita, una nuova Daniela, una nuova consapevolezza di tutto ciò che mi circondava. Ma era pressoché inutile perché continuavo, nonostante tutto, a sentirmi sola: probabilmente non ero abituata al silenzio, chi lo sa? Senza contare che non riuscire a godere a pieno di questa cosa pazzesca come vivere da sola era decisamente frustrante.
Poi stavo sempre alla finestra, ad aspettare chi o cosa non lo so.
Forse Godot.
E siccome non avevo ancora finito il trasloco mi trovavo a cavallo fra passato e futuro, con metà delle cose in una casa e metà nell’altra. Ovviamente ciò che mi serviva era sempre nella metà in cui non mi trovavo. Per esempio avevo un cd soltanto e nessuno stereo in cui farlo suonare. Ma avevo il lettore dvd e così una sera lo misi su, usando le casse del televisore (momento topico di purezza del suono, vi lascio immaginare). In mezzo a varie canzoni straniere scelte un po’ a caso tra l’ampia discografia di mio fratello, ce n’era una che aveva poco a che fare con le altre, ma che mi colpì perché era l’unica in italiano:
Nonostante il vento, nonostante i passi
delle notti uguali che riporteranno brividi
lungo schiene ed occhi
dilatati un poco affaticati, ancora più di prima
o forse come adesso.
Nonostante parli
spesso ad alta voce
e nessuno crede a ciò che dici
a quel che immagini,
nonostante tutto
io ti ascolterò quando non parli
quando non mi guardi,
io ti vedrò lo stesso.
Ti aspetterò, ti chiamerò cuore deciso
nella mente, nelle pieghe del viso
sarai da curare ancora un poco
aggiustami le spalle
che hai piegato
ritirati pure dal fianco se hai tradito
io t’amerò lo stesso.
Nonostante voci, le riviste, i baci
i biglietti inutili e gli ingorghi chilometrici
e l’odore forte
di un’estate ancora da finire,
sarò come prima
o forse come adesso.
Nonostante veda
quanta vita facile
quanto amore docile
precipita l’immagine
della nostra storia
se ti sembra dura ed invincibile
davvero, io t’amerò lo stesso.
Ti aspetterò, ti prenderò come un sorriso
fino a casa quando torni deluso
sarai da curare ancora troppo tempo da passare
che hai fumato,
ritirati dalla tua strada che hai guidato,
ti guiderò io, adesso.
Io t’amerò lo stesso.
No, non era per una persona. Era per lei quel t’amerò lo stesso: nonostante mi senta abbandonata, nonostante lui non sia più qui, nonostante sia sulla soglia di un percorso che ho paura ad intraprendere, nonostante gli scricchiolii che non conosco, i rumori che mi mancano, i riferimenti completamente nuovi e sconosciuti t’amerò lo stesso.
Vedrai che ce la faremo.
E difatti.
Le persone sono andate e venute, i ricordi hanno cominciato ad accumularsi, l’hanno riempita di calore. Questa sarà sempre la nostra canzone.
E, per inciso, so cucinare benissimo.
LdC
the show must go on…
;)
Sempre e in ogni caso the show must go on, anche se forse dal post si può travisare un fatto: che la mia casa era destinata in partenza solo a me, che il fantasma non era altro che un simpatico signore di passaggio (cit. da Harry ti presento Sally).
che strano.
quando sono andata a vivere da sola sono rinata dal primo istante.
E dopo 4 anni e mezzo sono pronta per condividerla.
Vivere da sola è la cosa più facile che esista.
Tutto il resto è impegno.
Pensavo fosse per tutti così.
E invece.
mh… vivere da soli e’ bello all’inizio.
poi ci si sente…. soli.
banale? si ma maledettamente vero.
Si, fra poco non sarai più single, allora approffita di tutte le cose stupende che si possono fare quando non sei impegnata, che poi dopo lo rimpiangerai… Sono d’accordo con Valealsole ;-)
Cikappina
In che senso fra poco non sarò più single? La mia vita sentimentale è un film di Fantozzi, vivo con la consapevolezza che terminerò le mie giornate sola con l’unica compagnia di un cane alsaziano di 70 Kg. C’est la vie…
Bellissimo il post, splendida la riflessione. Personalmente ritengo che ognuno di noi abbia i suoi tempi e i suoi modi e che quindi anche vivere da soli (o convivere) sia, per ognuno, un passo diverso e importante.
Io ho scoperto che amiamo per sempre tutti quelli che abbiamo amato, in modo diverso col passare del tempo ovviamente, ma non smettiamo mai di amare chi abbiamo amato.
Un abbraccio
bel post.
Spero che mi stai solo stuzzicando eh. Intuisco che una ragazza cosi’ carina fisicamente e cosi’ deliziosa di personalità non puo’ rimanere da solo tanto tempo, è I-M-P-O-S-S-I-B-I-L-E!
Io non credo nel Tarot o in quelle cose delle linee della mano, ma il mio sesto senso mi fa intuire che è solo un breve periodo, e che ti farà anche bene perché ti permetterà di mettere un po’ di ordine in quello che desideri e quello che non vuoi.
Buon weekend Dani
la Cikappina fiduziosa nel tuo futuro prossimo
opsssss: fiduCiosa (penso sempre che la z c’è in tutte le parole italiane, non so come mai la metto dappertutto ;-)
zzzzzzzzzzzzz
cktc
bello bello bello
Io ho una tremenda paura di and a vivere da sola, sarà la solitudine e la malinconia che mi spaventano… boh… prima o poi dovrò fare questo passo! ma per ora è un poi….. ciao Luna