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I diari della motocicletta – La recensione.

24 Gennaio 2007

E’ possibile avere nostalgia di un mondo che non hai mai conosciuto?

 

Nel 1952, due giovani argentini, Ernesto Guevara (prima di diventare Che) e Alberto Granado, si misero in viaggio per scoprire la vera America Latina, dall’Argentina al Cile, dal Perù alla Colombia al Venezuela.

 

Ernesto, 23 anni, studente in medicina e Alberto, 29 anni, biochimico, lasciano l’ambiente familiare di Buenos Aires su una sgangherata Norton 500 del 1939 (detta La Poderosa) e partono, ondeggiando. Il loro viaggio durerà otto mesi, sarà ricco di traversie ed imprevisti, ma anche pregno di esperienze che contribuiranno a formare le loro idee e la loro personalità… soprattutto perché ciò che era cominciato come un’avventura giovanile, ben presto si trasforma nella scoperta di una realtà sociale e politica che all’epoca la maggior parte dei latinoamericani ignorava: toccheranno con mano le pene del popolo sudamericano, vessato da povertà e malattie, schiacciato da un capitalismo che si sta imponendo e da un progresso che non esita a sopprimere i più deboli. Un viaggio che, ça va sans dire, li cambierà per sempre, una presa di coscienza che il continente latinoamericano è ingiustamente suddiviso in tante nazioni, che la gente vive in condizioni spesso pessime, che i ricchi ed i poveri abitano due pianeti diversi, che i malati non hanno gli stessi diritti dei sani, che i nativi sono ridotti a minoranze disprezzate.

 

Le musiche – che riescono a cogliere lo spirito del tempo e quella nota di nostalgia che da sempre accompagna il popolo sudamericano anche nelle manifestazioni di gioia – compensano i dialoghi un po’ pesanti (giustamente, dopotutto l’argomento è di un certo spessore)… e meno male che ogni tanto le mettevano. Così mi svegliavo.

 

… tutto sommato però mi è piaciuto. Pure parecchio.

 

LdC

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  1. @Ldp: seguirò il tuo consiglio, anche se prima volevo (ovviamente, come tutto il mondo) vedere quello di Muccino con Will Smith.

    @Ranmaz: concilia varie cose.

  2. @Ldp sai che io amo sperimentare… è un blockbuster, lo so perfettamente, ma quale occasione migliore per sfogare un pianto represso mascherandolo da commozione per il Mucciniano capolavoro? ;o)

  3. Per quel che conta il mio commento, The Prestige l’ho visto… straordinario matadiscorso, imbarazzantemente non credibile il finale! Comunque ti tiene inchiodato per tutta la durata del film. Scarlet J. al suo massimo: solita parte da zoccola! :o)

  4. il film è davvero romantico,ci sono un paio di momenti meravigliosi .

    Il top è il periodo del fiume..davvero mi sarebbe piaciuto essere il Che in mezzo a quell’umanità cosi variegata e sofferente,il piu’ commovente quando la moto si rompe e devono percorrere chilometri e chilometri..

    poi il Che ti fa sognare di essere sudamericano in mezzo alla pampa e a cavallo nopn di una moto,ma di un cavallo bianco a galloppare come un solitario essere in quella terra incredibile!

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