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Tecniche di abbandono.

12 Febbraio 2007

Sono rimasto a Roma, nello stomaco gonfio e avido dell’Italia come diceva Polidori. Trastevere mi piaceva, sembrava un piccolo paese dentro una città: conoscevo già quasi tutti i negozi, mi salutavano quando passavo. A volte inventavo percorsi strani per evitare di incontrare Maria, ma non sempre: a volte non ci pensavo, o mi sembrava di non pensarci. Il venti di giugno Il principio della trappola concentrica era già in testa a tutte le classifiche di vendita dei giornali principali. Oscar Sasso aveva scritto una recensione entusiastica, dove diceva che Polidori era riuscito a rinnovarsi in modo sorprendente e aveva aperto una nuova stagione nella sua opera. I suoi colleghi gli sono andati dietro a gregge, con belati di “sorprendente” e “straordinario” […] Il trenta giugno mi sono licenziato da “360°”, appena chiuso l’ultimo numero. Il cinque luglio mi ha telefonato dalla Spagna l’assistente di Rocas, ha chiesto a che punto ero con il mio libro. Le ho detto che stavo parlando con qualcuno alla porta, se poteva richiamarmi nel giro di un quarto d’ora. Sono andato avanti e indietro per il soggiorno dalle finestre telate, e mi chiedevo se la mia nuova vita era finita, o avevo ancora qualche possibilità di scampo. Mi chiedevo se ero diventato per sempre un piccolo pappagallo letterario ambizioso e sorvegliato, o la mia era una trasformazione reversibile. Poi ho pensato che Polidori mi aveva fatto perdere una moglie e una innamorata e il mio primo romanzo, ma in cambio mi aveva lasciato abbastanza sentimenti scoperti da scriverne un altro, questo.

(Andrea De Carlo – Tecniche di seduzione)

 

A volte vince chi perde.

 

LdC

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  1. La miglior difesa è la fuga! Ah, no. quello è un film.

    L’innamorato in fuga :-)))

    Ma è l’intro di Tecniche di seduzione? è uno dei pochi romanzi di De Carlo che non ho letto.

    Ste

  2. @Cris, è un po’ come dire che in amore a volte pensi di aver perso e invece magari hai vinto. Come il protagonista del libro scopre che tutta la pessima vicenda che gli era capitata e che lo portava a pensare di aver perso, in realtà gli ha permesso di vincere.

    @Ste, peccato che tu non l’abbia letto, è senz’altro il più bello almeno a mio avviso.

  3. Più bello di Due di due e di I veri nomi?

    E ha il finale che mette in ansia come quello di Uccelli da gabbia e da voliera?

    Se m dici di sì a tutte vado ad ordinarlo subito dopo aver letto la risposta.

  4. @Phoebe, io invece sono medaglia olimpica di arrampicata sugli specchi e salto del pasto ;o)

    @Ste, son tutti belli i romanzi di De Carlo… sarà che è stato il primo e, come si suol dire, il primo amore non si scorda mai. Comunque sono certa che ti piacerà, quindi vai pure in biblioteca!

  5. @Liz, se vuoi provare a leggere De Carlo ti consiglio di cominciare da “Due di due” oppure “Di noi tre”: i titoli sono simili ma le storie diversissime, penso che ti potrebbero piacere. Purtroppo soltanto gli ultimi lavori sono stampati ecologicamente, quando pubblicava con Mondadori se ne strafotteva, ahimè.

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