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Da dire ne avrei (chi non ricorda i propri errori è destinato a ripeterli).

21 Febbraio 2007

La scrittura è terapia e senz’altro ne avrei bisogno ma da un po’ di tempo a questa parte non riesco a rendere fluido e comprensibile il pensiero, insomma… non così tanto da poterlo mettere in forma discorsiva e accessibile alla lettura. Mi sento come se ci fossero tanti nodi dentro di me, tanti grovigli e forse mi sto agitando e muovendo in modo sbagliato perché anziché scioglierli ne vado a creare di nuovi, continuamente. Il fatto è che sono veramente intrappolata in una ragnatela di impegni che avevo accettato precedentemente al mio periodo di buio e anche se sto cercando di portarli a termine più in fretta possibile, mi rendo conto che sono assorbita praticamente solo da questo, durante il mio tempo libero. Senza contare che in ufficio la situazione si sta muovendo, anche se non ho capito bene in che direzione. So che sto facendo dei sacrifici che contribuiranno a creare situazioni che avranno ripercussioni positive su sulla mia figura, ma non so ancora bene quali saranno e soprattutto non so se le voglio avere a mano. Non disdegno l’informatica, ma il fatto che io non mi riesca a concentrare più di tanto sull’argomento mi fa rendere conto che forse non è il lavoro che avrei voluto.

 

Dopo tredici anni, mi vien da dire, meglio tardi che mai.

 

Ne consegue che in un febbraio strano come questo, fra sbalzi di temperatura ed altalene emotive, io decida senza rimpianto di salutare l’allegra comitiva e di dare forfait per la serata (terza volta in discoteca in due settimane, penso che comunque non ne morirò!) perché quando non capisco come sto, cosa voglio e cosa mi circonda, mi rendo conto di travisare la maggior parte degli input che mi arrivano dall’esterno e quindi preferisco chiudere fuori il mondo da casa mia come se dovessi celebrare una mia personale giornata del vivere con lentezza, sistemando le mie cose, restando comoda nella mia interiorità a crogiolarmi nei pensieri più o meno belli.

 

E guardando Lost, ovviamente.

 

Perché quando penso troppo poi lo so che finisce che mi vivo male anche i momenti più belli e forse allora ha ragione quando mi dice take it easy anche se da qualche giorno non me lo sta dicendo più: forse ha capito che c’è chi è nato per essere complicato e io sono proprio una di queste persone. Prima di ricominciare con la serie di desideri sbagliati, però, meglio che mi fermi un attimo a guardarmi dentro, cercando di non cadere in questo buco nero che mi si è formato al posto del cuore.

 

Vorrei essere su una spiaggia, al caldo, a camminare a piedi nudi nell’acqua.

 

E invece… 4 8 15 16 23 42. Execute.

 

LdC

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  1. A volte bisogna rendersi conto che non si può avere tutto quello che vorremmo e che, magari visto da un’altra angolazione, quello che abbiamo è già tanto…

    Buona meditazione, cara cuginetta…

    Paola

  2. Eh Lost…. io mi ci addormento davanti… dopo il sesto episodio (quello in cui mi è venuto l’atroce dubbio del motivo di fondo di tutta la trama e ho avuto l’infelice idea di andare a cercare gli spoiler per conferma e…. ho avuto conferma che avevo ragione) non riesco più a guardarlo.

    Sono un po’ fuori tema eh? Ok provo a rimediare con l’altro post

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