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La giornata non è ancora finita (post last minute).

23 Febbraio 2007

Premetto che è un po’ una sputtanata, ma nonostante l’abbia ribattezzato Storie di un’anima inquieta questo blog è e resterà sempre il mio diario all’aria aperta. E poi mi va di dirlo, anche perché come sempre c’è una morale. E soprattutto un lieto fine.

 

Oggi ho chiuso. Definitivamente. Per rivederlo avevo lottato perchè mi ritenevo in colpa per una serie di motivi e, giuro, avrei tanto voluto fosse quello giusto. Avevo faticato ad ammettere che mi stava a cuore perchè era talmente lontano dal cliché dell’uomo che mi piace normalmente. Mi sembrava che tutto concorresse a far ingranare la storia. Invece, oibò, triste risveglio: mi sono accorta che non si può piacere a tutti. A questo punto farei tanto presto a raccontare che è uno stronzo che mi trattava male, ma non sarebbe la verità. Il rapporto era semplicemente sbilanciato, al di là di pregi e difetti del nostro carattere, io ero coinvolta e lui no. Sembrava, ma non lo era. Non sto a fare l’elenco di suoi gesti e parole per dimostrare che non sono una pazza visionaria. Sembrava e basta. Forse l’avrebbe desiderato anche lui ma non è che si può fare finta, no? Io lo so molto bene che non si può fare finta. Quantomeno non a lungo. Bene. (insomma). Tutto questo per dire che neanche un minuto dopo che gli avevo scritto l’ultima frase (feroce per forza, perché altrimenti non saremmo mai riusciti a chiuderla) ero lì con l’occhio ancora fisso sul monitor e il cellulare ha cominciato a suonare. Numero sconosciuto.

 

Era l’angelo custode, anche stavolta come l’altra volta in cui raschiavo il fondo e lui, anche se lontano, come se avesse le antenne, si è manifestato. E c’è perfino un post su questa storia, anche se soltanto io e lui sappiamo qual è. Senza contare tutte le altre occasioni volte in mi è stato silenziosamente accanto. Senza contare quella volta, importantissima, che mi ha scritto non cambiare mai da come sei.

 

Il mio angelo custode. Che si fa sentire ogni mille anni ma sempre nel momento in cui ho bisogno di una spalla su cui piangere. E così, finalmente, al telefono con lui ho pianto. Cazzarola, io che sono di ghiaccio ho pianto dopo un sacco di tempo che non piangevo. Io che di solito sono quella che consola ho avuto bisogno di qualcuno che lo facesse per me, a 400 km di distanza. Ho pianto per me stessa, per la sfiga che sembra perseguitarmi nelle faccende di cuore, per questa fila di errori seriali che inanello uno via l’altro. Mi ha ascoltato, mi ha lasciato sfogare e poi mi ha detto una cosa simile a quelle che stiamo dicendo sul blog di un’amica (non lo linko perché tanto è privato, ma lei sa di essere lei) e cioè un amico involontariamente mi ha permesso di capire che il mio amore storico, quello importante, mica era quello lì. Bè, ci crederete o no: io adesso sto meglio. Sul serio. A parte sentirmi molto più calma perché potare un ramo fa male, sì, ma senz’altro alleggerisce il cuore, penso veramente al fatto che magari non sarà neanche il prossimo, magari mi capiterà ancora di darmi a chi non merita, ma come mi ha scritto mia mamma in un sms mercoledì sera mentre lui era ancora lì di fianco a me “vai a letto e dormi tranquilla, l’amore arriverà”.

 

L’amore arriverà.

Adesso, sul serio, buon week end.

 

LdC

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  1. Io purtroppo ho solo esperienze di amicizia, ma tra amore e amicizia ci sono molte analogie. non esiste amicizia/amore a senso unico, e rapporti del genere meglio “potarli”, alleggerisce il cuore e evita altre paranoie che fanno solo male.

    Tieniti su, ha ragione tua madre.

    Ste

  2. Si Ldc l’amore arriverà anche per te, quando meno te lo aspetti, anche se mbra la soltia frase fatta,ma anche io non ci credevo ed alla fine ho dovuto ricredermi…. ci vuole pazienza e fortuna ovviamente…!! un abbraccio Luna.

  3. lo sai vero che ci sono dei fili sottilissimi tra gli esseri umani….lui capta e allora si fa vivo.

    chi ascolta e’ di soltito un anima gentile.

    non ti preoccupare….i rami vanno talgliati per far posto a nuove situazioni….io ho tagliato mezzo tronco questo we, mi sento vuota ma molte leggera.

    Ora c’e’ molto spazio per il nuovo.

    un abbraZZo.

  4. A volte ci vogliono muchos cojones per rinunciare a combattere.

    Poi si piange.

    Poi si sta meglio.

    Luoghi comuni, e’ vero. Ma quando mai non sono veri?

  5. … arriverà, tornerà? Chi sarà? Boooooh? Ho ancora troppa vodkaerancia in circolo per saperlo. Diciamo che fluttuo in uno stato di grazia e non solo per merito dell’alcool :o))) Ad ogni modo vorrei dirvi che il mio angelo custode mi ha telefonato anche sabato mattina per chiedermi se stavo bene e quando gli ho detto “mo certo che sto benissimo” mi ha risposto “non ne dubitavo”…

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