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L’ho letto, l’ho riletto e l’ho straletto.

7 Marzo 2007

Lo so che ho detto che non lo sopporto più, che mi esce dagli occhi, ma non è mica vero. Quel libro è speciale, ogni volta che lo riprendo in mano è come se fosse la prima volta, cioè mi indigno come la prima volta. Ma proprio, proprio tanto. Poi succede che su alcuni passi me la rida sotto i baffi, oppure che ci scappi un lacrimone. Ogni tanto mi impressiono. Sempre come sempre, insomma. E così mi è venuto in mente la prima volta che ho guardato ‘sti sei coltelli rosa su fondo nero e mi son chiesta ma perché Gomorra?

 

“Non permettiamo uomini che le nostre terre diventino luoghi di camorra, diventino un’unica grande Gomorra da distruggere! Non permettiamo uomini di camorra, e non bestie, uomini come tutti, che quello che altrove diventa lecito trovi qui la sua energia illecita, non permettiamo che altrove si edifichi ciò che qui viene distrutto. Create il deserto attorno alle vostre ville, non frapponete tra ciò che siete e ciò che volete solo la vostra assoluta volontà. Ricordate. Allora il Signore fece piovere dal cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco; Egli distrusse quelle città, tutta la pianura, tutti gli abitanti delle città e quanto cresceva sul suolo. Ma la moglie di Lot si volse a guardare indietro e diventò una statua di sale (Genesi 19, 12-29). Dobbiamo rischiare di divenire di sale, dobbiamo girarci a guardare cosa sta accadendo, cosa si accanisce su Gomorra, la distruzione totale dove la vita è sommata o sottratta alle vostre operazioni economiche. Non vedete che questa terra è Gomorra, non lo vedete? Ricordate. Quando vedranno che tutto il suo suolo sarà zolfo, sale, arsura e non vi sarà più sementa, né prodotto, né erba di sorta che vi cresca, come dopo la rovina di Sodoma, di Gomorra, di Adma e di Seboim che il Signore distrusse nella Sua ira e nel Suo furore, (Deuterenomio 29, 22). Si muore per un sì e per un no, si dà la vita per un ordine e una scelta di qualcuno, fate decenni di carcere per raggiungere un potere di morte, guadagnate montagne di danaro che investirete in case che non abiterete, in banche dove non entrerete mai, in ristoranti che non gestirete, in aziende che non dirigerete, comandate un potere di morte cercando di dominare una vita che consumate nascosti sotto terra, circondati da guardaspalle. Uccidete e venite uccisi in una partita di scacchi il cui re non siete voi ma coloro che da voi prendono ricchezza facendovi mangiare l’uno con l’altro fin quando nessuno potrà fare scacco e ci sarà solo una pedina sulla scacchiera. E non sarete voi. Quello che divorate qui lo sputate altrove, lontano, facendo come le uccelle che vomitano il cibo nella bocca dei loro pulcini. Ma non sono pulcini quelli che imbeccate ma avvoltoi e voi non siete uccelle ma bufali pronti a distruggersi in un luogo dove sangue e potere sono i termini della vittoria. È giunto il tempo che smettiamo di essere una Gomorra”.

 

Cipriano smise di leggere. Sembrava che in mente avesse immaginato tutte le facce a cui avrebbe voluto sbattere sul grugno quelle parole. Respirava con un affanno strozzato, da asmatico. Chiuse il quaderno e se ne andò senza salutarmi.

 

(Gomorra – Roberto Saviano)

 

LdC

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  1. La copertina e’ bellissma.

    e’ un libro che deve essere letto, adesso pero’ non ce la faccio…ma solo per motivi personali.

  2. mi sono sempre chiesto perche’ Dio abbia raso al suolo Gomorra.

    Cioe’ vabbe’.. Sodoma.. si capisce.. Citta’ dei sodomiti…

    Ma gomorra? “Citta’ dei gomorriti”? Il nome non gli piaceva?

    =P

  3. “Gomorra” di Saviano è crudo. Talmente crudo, come solo la verità può essere. E davanti alla verità si può sempre chiudere gli occhi. O accettarla e aver paura di viverla. Meraviglioso, letto due volte di fila, finito, e ricominciato. Complimenti a te, per aver dedicato un post a quest’opera, ed averne estratto quello che è il nucleo di tutto. Saluti.

  4. A me fa impazzire la pulpissima distruzione di Sodoma, ove si manifesta il lato più antropomorfo di Dio attraverso una pantagruelica carneficina. è clamorosa la vicenda interna di Lot, nipote raccomandato di Abramo: per salvare i galoppini di Dio dalla sodomizzazione, Lot compie l’atto di fede più eroico, sommo esempio di Vita Religiosa kierkegaardiana. Ma eccoti il passo:

    “I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sòdoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra. E disse: «Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi passerete la notte, vi laverete i piedi e poi, domattina, per tempo, ve ne andrete per la vostra strada». Quelli risposero: «No, passeremo la notte sulla piazza». Ma egli insistette tanto che vennero da lui ed entrarono nella sua casa. Egli preparò per loro un banchetto, fece cuocere gli azzimi e così mangiarono. Non si erano ancora coricati, quand’ecco gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sòdoma, si affollarono intorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo. Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!». Lot uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro di sé, disse: «No, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all’ombra del mio tetto». ”

    Successivamente, le due figlie, per ringraziare il padre, decidono di agire cosi:

    “Poi Lot partì da Zoar e andò ad abitare sulla montagna, insieme con le due figlie, perché temeva di restare in Zoar, e si stabilì in una caverna con le sue due figlie. Ora la maggiore disse alla più piccola: «Il nostro padre è veccho e non c’è nessuno in questo territorio per unirsi a noi, secondo l’uso di tutta la terra. Vieni, facciamo bere del vino a nostro padre e poi corichiamoci con lui, così faremo sussistere una discendenza da nostro padre». Quella notte fecero bere del vino al loro padre e la maggiore andò a coricarsi con il padre; ma egli non se ne accorse, né quando essa si coricò, né quando essa si alzò. All’indomani la maggiore disse alla più piccola: «Ecco, ieri io mi sono coricata con nostro padre: facciamogli bere del vino anche questa notte e và tu a coricarti con lui; così faremo sussistere una discendenza da nostro padre». Anche quella notte fecero bere del vino al loro padre e la più piccola andò a coricarsi con lui; ma egli non se ne accorse, né quando essa si coricò, né quando essa si alzò. Così le due figlie di Lot concepirono dal loro padre. La maggiore partorì un figlio e lo chiamò Moab. Costui è il padre dei Moabiti che esistono fino ad oggi. Anche la più piccola partorì un figlio e lo chiamò «Figlio del mio popolo». Costui è il padre degli Ammoniti che esistono fino ad oggi.”

    Parola di Dio

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