Ieri pomeriggio ho deciso che la giornata alle diciotto non è ancora ufficialmente finita e quindi sono andata in centro, a fare intellettual-watching alla presentazione di un libro, che l’argomento del libro non lo sapevo ma lo scrittore era garantito come molto carino (difatti). Così, quando sono arrivata in centro – dopo essere stata a casa a cambiarmi, dopo aver parcheggiato davanti al Sacro Cuore e dopo aver preso il 27 fino a via Indipendenza – mi sono accorta che sul serio alle sei – che ormai erano diventate le sette – la giornata non è ancora finita, che ci sono un sacco di persone in giro, turisti, professionisti, cazzeggiatori, anziani, giovani. Insomma c’è tutto un universo che io ignoravo, visto che mi infilo in macchina nel parcheggio dell’azienda e ne esco sottoterra, in prossimità del mio garage.
E siccome la presentazione del libro che non conoscevo ma lo scrittore era garantito carino (difatti) era così come avrei dovuto prevedere cioè murata di gente, ho deciso che avrei trascorso l’attesa delle mie amiche all’ombra delle Due Torri, sulle panchine, a far qualcosa di edificante. Sono quindi andata da un commesso della Feltrinelli e gli ho detto guarda non ci spero neanche più ma non è che t’avanza Mappa del nuovo mondo di Derek Walcott da qualche parte? Lui, il commesso, ha risposto aspetta che ci guardo ed è riemerso con il libriccino verde che ho subito cullato tra le braccia come la più preziosa delle cose esistenti al mondo. Presa dal momento di enfasi in cui amavo tutto il genere umano ho anche scambiato quattro-battute-quattro con il mio eroe, il quale mi ha detto c’è un film con Fabio Volo che parla di questo libro e io lo so, è per quello che lo cerco, anche se citare Volo non rende molto onore alla mia intelligenza e lui no, ma cosa dici, guarda che Volo è bravo (non scherziamo sulle cose serie della vita, per piacere). Da Fabio Volo in poi è stato tutto un disquisire di scrittori giovanilisti e non, finché lui non ha toppato definitivamente dicendomi questo vestito ti sta benissimo, che con gli scrittori giovanilisti e non, diciamocelo, non c’entra una beata (anche se modestamente era un dato di fatto).
Infranto il mio sogno d’amore, svanita l’idea di una vita a fianco del mio commesso Feltrinelli con tutto lo scibile della letteratura a portata di mano ed extrasconti riservati ai dipendenti come se piovesse, mi sono letta a scrocco come andava a finire l’Abisso, ho preso la via dell’uscita e, sempre cullandomi il gioiellino verde tra le mani, mi sono seduta su una panchina lì di fronte.
Poi siccome la presentazione è durata pressoché una quaresima sono rimasta a godermi Walcott, la temperatura quasi estiva e l’andirivieni di persone, turisti, professionisti, cazzeggiatori, anziani, giovani, che non mi sembrava neanche di essere nella mia città ma in vacanza da qualche parte, che avevo quasi voglia di tirar fuori la digitale e fare una foto al panorama, così, per giocare, perché pensassero che la bionda con il vestito che le sta benissimo e gli anfibi era una di loro, non era una che fino alle sei era rimasta nel tugurio dell’ufficio in una mesta zona industriale e che non sapeva nemmeno esistesse un mondo, in centro, dopo le sei. Avevo voglia di mischiarmi, di far credere che fossi lì per la serata Erasmus o una roba del genere, tutte quelle cose che io non ho mai fatto, con la mia aziendina nella mia zona industriale e col mio contratto a tempo indeterminato da quando avevo diciotto anni.
Poi niente vabbè, le mie amiche sono finalmente uscite dal feltrinelliano utero, stanchissime e provatissime dal caldo e dalla performance, hanno preso le biciclette e io ho chiuso il libro, ci siamo incamminate verso Maurizio e poi dopo il primo Spriz tutto è tornato esattamente come prima.
Che comunque mi è piaciuto e mi sa che lo rifaccio, prima o poi.
LdC
brava daniela ad avere scritto:
“le mie amiche sono finalmente uscite dal feltrinelliano utero, stanchissime e provatissime dal caldo e dalla performance”
perchè il pistolotto di Barilli è gravato quasi tutto sul termine perfomance.
però non hai detto che una tua amica ti ha furbescamente sottratto due pile, ma è stata punita perchè quando è arrivata a casa aveva due occhi che Frank McCourt gli faceva una pippa!
stefi
un regalo a chi capisce la citazione, escluso io_malo
stefi
qui 3 foto fatte dalla Stefi del bel Fabriano (che Barilli per tutto il tempo ha chiamato “Fabiano” ma lui può far tutto):
http://www.flickr.com/photos/78937609@N00/tags/amoquestouomo
per il prossimo aperitivo ci sono anch’io, che mi doperò a dovere per vincere la mia asocialità di base…
ciao
malo
Stefi io alla citazione non ci arrivo e chiedo dunque l’aiuto del pubblico! Toccherà rivederci per scambiarci le pile, che dici, la usiamo come scusa per un altro Spriz? Però stavolta offro io ;o)
Malo, mi son riguardata Fabriano e lo trovo ancor più bello di ieri. Ma com’è? Soprattutto nella foto in cui firma l’autografo… quasi quasi tradisco Lucarelli.
per l’aperitivo io ci sono, però mi piacerebbe andare in quel barettino sul canale, che c’è sta vista qua:
stefi
mi passi dal dottorino al topo di biblioteca? :p
Stefi, considerami già al barettino. Anzi, guarda, ho già ordinato ;o)
Aluc, ma no! Il commesso di Feltrinelli era solo uno strumento. Sai che io tendenzialmente sono una brutta persona che usa la gente a proprio comodo e poi la getta come un Kleenex usato.
quello degli scrittori giovanilisti è sempre un ottimo argomento di conversazione :-p
Ste