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Gloria a San Leopoldo!

27 Luglio 2007

Fonte: Chiesa Cattolica (mica pizza e fichi).

 

Il beato Leopoldo nacque a Castelnovo I (Herceg-Novi) alle Bocche di Cattaro (Kotor) il 12 maggio 1866, undecimo dei dodici figli della pia e laboriosa famiglia croata di Pietro Mandic e di Carlotta Carevic. Al battesimo ricevette il nome di Bogdan (Adeodato) Giovanni. Suo bisnonno paterno Nicola Mandic era oriundo da Poljica, nell’arcidiocesi di Spalato (Split), dove i suoi antenati – " signori bosniaci " – erano venuti dalla Bosnía, nel lontano secolo XV. Fin da ragazzo, Bogdan dimostrò un carattere forte, ma si rivelò in lui anche una spiccata pietà, la nobiltà d’animo e l’impegno nella scuola. Presto egli si sentì portato alla vita religiosa. A Castelnovo in quel tempo prestavano la loro opera i PP. Cappuccini della Provincia Veneta, e Bogdan maturò la decisione di entrare nell’Ordine dei Cappuccini. Fu accolto prima nel seminario serafico di Udine e poi, diciottenne, il 2 maggio 1884 – a Bassano del Grappa (Vicenza) – vestì l’abito religioso, ricevendo il nuovo nome di fra Leopoldo e impegnandosi a vivere la regola e lo spirito di s. Francesco d’Assisi. Continuò gli studi filosofici e teologici a Padova e a Venezia, dove – nella basilica della Madonna della Salute – fu ordinato sacerdote, il 20 settembre 1890. Sin dal 1887, fra Leopoldo si era sentito chiamato, più volte e " chiaramente ", a promuovere l’unione dei cristiani orientali separati con la Chiesa cattolica. Ma come realizzare questa vocazione? Causa l’esile costituzione fisica e un difetto di pronuncia, non poté dedicarsi alla predicazione. I superiori pertanto lo destinarono a servizio delle anime, quale ministro della riconciliazione. Fu confessore in varie città: Venezia, Zara, Bassano del Grappa, Thiene al santuario della Madonna dell’Olmo e, dall’ottobre 1909, a Padova. Nel 1923 fu trasferito a Fiume (Rijeka), ma dopo poche settimane, su insistenti richieste dei Padovani, ebbe l’ordine di ritornare nella loro città, dove rimase fino alla morte, 30 luglio 1942. Lì, nella sua angusta cella-confessionale continuò ad accogliere numerosissimi penitenti, ascoltandoli con pazienza, incoraggiando e consolando, riportando la pace di Dio nelle anime e ottenendo talvolta anche delle grazie di ordine temporale. Durante il gelido inverno e l’afosa estate, senza vacanze, tormentato da varie malattie, fino all’ultimo giorno rimase a servizio delle anime, divenendo un vero martire del confessionale. Tutto ciò però, egli lo faceva tenendo sempre presente quella che egli stesso riteneva la missione primaria della sua vita: cioè l’essere utile al suo popolo e all’unione delle Chiese. Non avendo potuto darsi all’apostolato tra i fratelli separati orientali, si impegnò con voto, più volte ripetuto, di offrire tutto – preghiere, sofferenze, ministero, vita – a questo scopo. Pertanto, in ogni anima che chiedesse il suo ministero, egli aveva deciso di vedere il "suo Oriente". Ma non per questo in lui venne meno il desiderio di servire il suo popolo anche con la presenza fisica. Disse un giorno ad un amico: "Preghi la Padrona Benedetta di farmi la grazia che, dopo aver compiuta la mia missione a Padova, possa portare le mie povere ossa in mezzo al mio popolo per il bene di quelle anime. Da Padova, per ora, non c’è verso di poter scappare; mi vogliono qui, ma io sono come un uccellino in gabbia: il mio cuore è sempre di là del mare". Anche quest’ansia faceva parte di quel sacrificio per cui il p. Leopoldo merita di essere considerato uno dei più grandi precursori ed apostoli dell’ecumenismo. Mentre era in vita, la sua missione rimase nascosta; ora essa appare grandiosa di fronte a tutta la Chiesa. Il beato Leopoldo addita la via dell’unità di tutti i cristiani, che è la via del sacrificio e della preghiera perché "tutti siano una cosa sola" (Gv 17, 21). Nel 1946 si avviarono i processi informativi per la beatificazione. Il 1° marzo 1974 fu emanato il Decreto sulla eroicità delle virtù del Servo di Dio, e il 12 febbraio 1976 seguì il Decreto sui miracoli attribuiti alla sua intercessione. Finalmente è venuto il giorno della solenne beatificazione, decretata da Paolo VI, il Papa del Concilio Vaticano II e dell’intensa dedizione per l’ecumenismo. Il 2 maggio 1976 venne proclamato " Beato " da Paolo VI. Quattro circostanze rendono particolarmente toccante il faustissimo evento della canonizzazione: avviene entro l’Anno Santo straordinario della Redenzione; durante lo svolgimento del Sinodo dei Vescovi che ha per tema la " Riconciliazione "; nel giorno – 16 ottobre 1983 – che coincide col quinto anniversario dell’elezione al Pontificato di Giovanni Paolo II; e in cui si ricorda anche il suo 25° di Episcopato.

 

E soprattutto San Leopoldo, almeno secondo la mia agenda, viene ricordato, anche se come santo minore, lunedì 30 luglio che guardacaso sarà proprio il mio primo giorno di ferieFinalmente ci siamo. Gloria a San Leopoldo, protettore delle trentunenni stressate in attesa di un volo per la Sardegna.

 

Il blog come sempre non chiude, anche se per oggettivi problemi di digital divide sarà aggiornato meno spesso – lo so che confidate in foto e resoconti sardi, vedrò di fare il possibile – quindi, nell’indecisione, come sempre, stay tuned.

 

LdC

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  1. Non ti offendi vero, se salto tutta la pappardella sul santo, e passo direttamente ad augurarti una splendida vacanza?

    Un abbraccio e… ti auguro tutto il meglio possibile (oggi non bado a spese!)

    Paola

  2. …devo farti i complimenti x la grafica e la presentazione del blog… prima o poi ci arriverò anche io… intanto ci siamo accontentate della versione basic…

  3. Ste, firulì firulà…

    Stefi, grazie ciao e non dimenticatemi!

    Marzia, ma il link dove porta? Mi dà errore…

    Cugi, grazie… e a presto rileggerci o risentirci (o rivederci?)

    BlogBoudoir, mille grazie da parte mia e soprattutto della bravissima grafica che mi ha fatto il banner ;o)

  4. Che bello, anche te hai trentun’anni! Siamo coetanei. Anche se ora che ci ripenso sei nata di gennaio, potresti essere ia madre :-D

    Via, lo ammetto, questo commento-bischerata era il pretesto per augurarti buone vacanze. Buone vacanze!

  5. oggi, mentre passavo dal centro per venire in studio per un attimo ho pensato di essere l’unica a lavorare.

    anche i distributori di quotidiani gratuiti non c’erano.

    pile di carta ammucchiata, e loro niente.

    qualche autobus, quello sì.

    ma per il resto, mendicanti e disperati.

    ditemi che non sono la sola a lavorare, oggi.

    ve ne prego.

    m

  6. il link al #3 che non si apre era ad un vecchio scritto di Tommaso Labranca:

    “La “borsetta” è quella persona, solitamente ignorante, che si è fatta prendere dall’ansia libraria, culturale e multietnica. La “borsetta” è quella persona che va a vedere i film iraniani, frequenta la pizzeria biologica (giuro che a Milano esiste e all’ingresso si è accolti da una che si spaccia per PR del locale), ti invita a cena a mangiare il suo cous cous e, quel che più è grave, determina le classifiche dei best seller, essendo una zoppicante lettrice di romanzetti in cui trova i motivi per esaltare la propria intelligenza e la propria sensibilità sofferente.

    LIBRI DA BORSETTA

    Arhundati Roy (Il dio delle piccole cose)

    Amelie Nothomb (Corpus)

    Hanif Kureishi (Corpus)

    Tracy Chevalier (La ragazza con l’orecchino di perla)

    MUSICA DA BORSETTA

    Canio Loguercio

    Flavio Giurato (molto borsetta dopo la pubblicazione di una antologia celebrativa con cd accluso)

    Ury Caine

    CINEMA DA BORSETTA

    Non ti muovere” (il film tratto dal pilastro borsettaro di Margareth Mazzantini, diretto dal marito, il signor Mazzantino in persona con

    Penelope Cruz, ma forse è un’omonimia)

    The mother (dal libro di Kureishi)

    La ragazza con l’orecchino di perla

    Le invasioni barbariche (Da precisare sempre: “Peccato quel titolo…”)

    Mi piace lavorare (di Francesca Comenicini sul mobbing, con la Benigna

    Braschi)

    LIFESTYLE DA BORSETTA

    Ristoranti etnici in via Castaldi (zona di Milano popolata da eritrei, somali e altri cornodafricani)

    Snobbare le grandi librerie del centro (tanto non c’è niente…) e preferire la libreria piccola e nascosta profumata di incenso dove si trovano

    certi piccoli libri rilegati a mano e pieni di poesia…

    Vacanze: Lampedusa/Pantelleria, toscana in un casolare, parigi/berlino

    Locali: Blue Note/Caffé Aurora/Caffé Nord Est/Cantina Manuela (tutti a

    Milano, in zona Isola, ex quartiere popolare ultimamente riportato in auge da nugoli di centrosocialisti e da zingari rumeni che occupano minacciosi interi casermoni)

    BORSETTA FASHION

    Foularino finto etnico arancione/fucsia

    Ballerine senza tacco

    Capelli medio corti mechati/rosso menopausitico

    MITI DA BORSETTA

    Il Manifesto, Diario, Internazionale (ma loro lavorano per Novella 2000, Vera, Tv sorrisi e canzoni)

    Gino Strada

    Sabrina Guzzanti

    Emma Bonino

    I giotondini tutti

    ODI DA BORSETTA

    La televisione (Che schifo, inguardabile… vedo solo Report e Ballarò)”

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