Io, ci sono dei periodi in cui le faccende quotidiane mi assorbono talmente tanto da farmi dimenticare la persona che sono in realtà. Che durante una giornata bisogna rispondere al telefono, aspettare il verde al semaforo, ricordarsi di chiudere la porta della stanza da letto altrimenti ci va il gatto, pensare a cosa cucinare per cena, insomma alla fine quei sette/otto neuroni che si hanno normalmente a disposizione sono tutti in altre faccende affaccendati e non si sognano neanche lontanamente di accendersi e guidarmi verso, che so, un libro. O comunque qualcosa di più edificante di Grey’s Anatomy, ecco.
Tant’è.
Poi però, siccome alla fine son fatta della pasta di cui son fatta, mi basta parlare con alcune persone per ricordare che al di là del telefono, del gatto, della cena e di Grey’s Anatomy io sono una che di letteratura e d’arte ci vive. Non so se la capisco, ma senz’altro la respiro. E al di là delle micro-soddisfazioni professionali che posso prendermi e che non riguardano mia attività principale, cioè la sopravvalutata informatica, penso che sarei neanche la metà di quel che sono, senza la bellezza della parola scritta o raccontata, costantemente come un alone intorno a me.
E per un istante ritorna la voglia di vivere a un’altra velocità.
Quindi ieri sera alla riunione del mio gruppo di Ad Alta Voce, nonostante abbia tristemente constatato che il rapporto utente/volontario è a netto appannaggio della seconda categoria – nel senso che siamo più volontari di quanti chiedano il nostro aiuto, il che ha dell’incredibile se ci si pensa un attimo – e dopo aver ricevuto la notizia che siccome le case editrici hanno cominciato a pubblicare parecchi testi anche come audio libro – scelta commerciale che praticamente azzera la mia attività di prestatore di voce – il numero dei libri da registrare si è drasticamente ridotto, nel corso del 2007, da quindici a tre, è stato normale, dicevo, nonostante tutto questo, farmi venire non una, bensì tre brillanti idee da sviluppare. Che anche nel proprio tempo libero bisogna sapersi adattare, ho notato.
E riciclare.
Resta comunque il fatto che, sono certa, esisteranno centinaia di persone che vorrebbero ricevere un libro o una lettura – o anche solo una scusa per avere compagnia – e non chiedono perché semplicemente non sanno che esistiamo.
Non è un gap facile da colmare.
LdC
Quello che uno è salta sempre a galla, prima o poi… :)
battiato?
Tipo… apparte che non si comincia mai e ripeto MAI a scrivere con “io”. Per il resto tipo… Dottor House!? No meglio di no in fondo è già meglio… no via non c’è nulla di buono in tv. Io mi fo un uovo strapazzato mi mangio un pò di prosciutto, birrino e paf! vo a nanna…
apparte che non si comincia mai e ripeto MAI a scrivere con “io”
E’ evidente che non siamo tutti fans di Paolo Nori.
credo che si possa fare volontariato in tanti modi… questo è solo uno dei tanti… se vuoi c’è molto da fare in tante realtà!
non ci avevi pensato eh?
per questo hai un blog