Di solito ai primi di dicembre comincio a friggere perché non vedo l’ora di addobbare casa, fare l’albero, entrare nel mood festaiolo, quest’anno invece ho temporeggiato, un po’ per le vicissitudini del quotidiano, un po’ perché non sapevo se farlo in una casa o in un’altra (la parete semicrollata ha deciso per tutti), ma soprattutto perché il mio moroso non è particolarmente avvezzo a questo genere di celebrazione. Non che schifi le feste, diciamo più che altro che ritiene il Natale come una cosa che non gli compete, non la vede neanche, ecco, tipo il rusco da portare giù, tanto per farvi un esempio.
Io invece, che porto giù il rusco ma soprattutto sono una che alle feste comandate ci tiene un sacco pur essendo agnostica, sentivo un po’ la mancanza di questo rito, che non sapevo se condividere, se svolgerlo per i fatti miei, se costringere Lorenzo in modo coatto con uno dei miei simpatici quanto sottili ricatti morali. E continuavo a pensarci e continuavo a rimandare. Poi ieri sera ho capito che, come diceva la nonna Linda, ‘sti vòl èsar bàn servé, cumàndal e po’ fàl te, cioè se vuoi una cosa veramente, alla fine fattela da sola che l’importante è farla e poche pugnette.
E così ho fatto l’albero, che potete vedere in questo magistrale scatto di stamattina (abitando in un bilo-monolocale l’ho scattata seduta sul pavimento del bagno e forse è un po’ mossa, ma è un dettaglio) che al mio moroso è piaciuto tantissimo – forse perché sotto ci sono regali praticamente solo per lui – e che effettivamente dona un’atmosfera diversa alla casa, anche se la lascerò fra poco, anche se viviamo sparsi fra due quartieri e quello che mi serve non è mai nella casa dove mi trovo in quel momento, anche se speravo di trasferirmi entro Natale ma così non è stato. Poco conta, l’importante in questi casi è con chi sei, non dove, né tantomeno cosa fai. Anche perché poi questo albero ce lo godremo ben poco, visto che per via di una serie di suoi noiosissimi impegni interessantissimi momenti di rara intensità musicale saremo fuori Bologna da qui fino a Capodanno.
L’importante però è sapere che la casa è degnamente addobbata.
E che c’è un posto per ognuno di noi, alberi compresi, a saperglielo dare.
Se c’è una cosa che mi ha insegnato il 2007 è senz’altro questa.
LdC
‘Azzo, quanta saggezza nella conclusione !
Beh, sull’argomento sono come il tuo ragazzo : l’albero naturale è di fatto un “omicidio verde” (vengono poi sbattuti nel rusco, e io mica lo potevo piantare nel mio cortiletto : poi, quando arrivava al secondo piano ?), quello di plastica una porcata kitch (idem, con l’aggravante che poi inquina) … e da quando vivo da solo (+ 9 anni) non l’ho mai preparato.
E pure io sono agnostico (forse addirittura ateo).
“visto che per via di una serie di suoi noiosissimi impegni [ … ]”
Ahi, ma allora nemmeno tu sei una vera groupie, come l’Aiuola (v. post sui Subsonica) : infatti una groupie, oltre al farsi il musicista (e qui sei ok) freme di eccitazione per gli happening suddetti in quanto “mondani” … forse dovrete scrivere il manifesto delle “diversamente groupie” …
Anch’io adoro fare l’albero di Natale, anche se devo seguire i diktat di mia madre: no strisce luccicose, lucine minuscole e non colorate, addobbi rigorosamente verde, o rosso o oro (se ci metto dell’argento, tipo, o del blu, rischio la morte) e rigorosamente in legno, vetro o stoffa, a decori tradizionali.
Fino ai 21 anni non ho neanche potuto toccare le decorazioni…
Non sono noiosissimi impegni! Sono interessantissimi momenti di rara intensità musicale. L’unica sfortuna è che, durante queste trasferte, è prevista una tappa all’outlet di Hello Kitty a Buccinasco (MI) che non sono ancora riuscita a capire come mai il mio fidanzato desideri andarci :) ma tant’è, mi piegherò alla sua volontà.
@ Danildc # 3 : “outlet di Hello Kitty” ?
Ahi ahi ahi …
…
ahi ahi ahi …
…
Sicura che non sia un criptofrocio anche lui ??
Devo smetterla con questo sottile humour inglese.
No, semplicemente potresti spiegarmi quale humour è sotteso all'”outlet di Hello Kitty a Buccinasco (MI)” … forse mi sono perso una notizia particolare di cronaca ?
Bufalo, nel commento di LDC,
“che non sono ancora riuscita a capire come mai il mio fidanzato desideri andarci”
dopo questa frase c’era la faccina :) che significa che non è lui a volerci andare, ma…
Sono troppe per me, BigSteve … HelloKitty poi per me può essere una linea per bambine (così mi suona) e non per donne adulte.
Non ho tutte le informazioni su tutti i marchi di abbigliamento e moda in genere sulla piazza di Bologna e non solo … amen.
Bufalo, nel centro commerciale nuovo, il DIMA, vendono la SMART Hello Kitty, intendo dire una SMART vera!
Conosco quarantenni che se non hanno il gadget HK s’ammazzano, altro che bambine.
A me quei quarantenni mi sembrano un branco di coglioni, detto in tutta franchezza.
Ho sempre disprezzato ‘sti schiavi del marchio-per-il-marchio fin dalla metà degli anni ’80 : cioè dai paninari, che però erano “scusabili” perchè erano degli sbarbi.
Ma quelli che citi tu … che coglioni … mah.
@ Danildc : me li posti gli acquisti firmati “Hello Kitty” ?
Così capirò che roba è …
Ma che bell’albero!!! :)
E’ vero, c’è un posto per tutti e per tutte le cose, e trovarlo è un piacere.
Buon Natale.
dani, ho recentemente scoperto che esiste una linea di gioielleria Hello Kitty, roba seria coi diamanti veri (tipo ciondolini da 5000 euro).
la disegna, ovviamente, quella supermaraglia di Kimora Lee Simmons.
Per chi non sapesse chi è:
http://www.osmoz.it/statique/USA/IT/kimora.htm
http://www.kimoraleesimmons.com/bio.php
Ma voi volete il mio male! Sigh! Comunque venga messo agli atti che sono stata all’outlet di Hello Kitty e ho fatto acquisti, anche se niente di che. Presto un post con doveroso contributo fotografico (di questo e di tutto il week end in generale).
Olè !!
Dico sul serio : sto aspettando il post fotografico perchè – probabilmente, ma mai dire mai – nella mia vita non metterò piede nell’outlet suddetto.
Però sono curioso come un gatto, quindi … ^^