Tutti i concerti a cui ho partecipato, belli, brutti, deserti, murati, vicini, lontani, sono uniti da un comune denominatore: i personaggi da concerto. Solo io tendo a calamitarli oppure è capitato anche a voi? "L’ossessivo compulsiva", "Auimmauè", "Beavis & Butthead", quella che con le braccia alzate era alta come me: alcuni esempi di soprannome per tanti ricordi di gomitate, pestoni di piedi, afrori ascellari e curiose abitudini.
Ora non so voi, ma personalmente ringrazio il cielo per l’esistenza delle persone che popolano gli eventi dal vivo. In cima alle mie preferenze ci sono quelli che si perdono il meglio per fare foto e filmini. Sul serio, io ammiro la loro stoicità, l’accanimento, la dedizione che mettono nel catturare momenti magici che suppongo temano di perdere, qualora affidati unicamente alla memoria. Queste persone sono un bene per la società, perché permettono a noi che invece vogliamo vedere con i nostri occhi soltanto attraverso le nostre emozioni e che desideriamo ascoltare solo con l’ausilio con le nostre orecchie (nel bene e nel male), dicevo a noi che i concerti ce li godiamo queste persone rendono un servizio ineccepibile perché, per rivivere l’emozione del momento, non ci resta che andare su Youtube il giorno dopo e attingere dal loro operato.
A questo pensavo ieri sera con la manina finto indifferente ma fortemente ancorata alla transenna che mi separava non più di tre metri da Rachele dei Baustelle. In realtà è stato un colpo di fortuna, non immaginavo di arrivare così presto e che ci fosse così poca gente ad aspettarli. Tanto meglio. Mi sono infilata fra una coppia ferrarese (inteso come lui e lei, non come tipo di pane) e due adolescenti di quelle fatte in serie.
Comunque, stare in prima fila, io non lo sapevo mica, comporta una serie di impegni morali nei confronti di chi sta sul palco: innanzitutto bisogna essere belli svegli, attivi, in linea con il ritmo della performance… le due adolescenti fatte in serie di fianco a me, ad esempio, sono rimaste immobili ed impassibili su Charlie fa surf, canzone che a me risulta inflazionata, ma che solo per le parole mdma e paroxetina ho notato tende ad agitare i giovani che è un piacere. Ma loro non potevano, loro erano così impegnate a mandare messaggi… quella che avevo vicino avrà estratto il cellulare almeno sessanta volte durante tutto il concerto. Credetemi, lo so bene perché ogni volta era una gomitata al mio fegato. Io, se fossi stata nei Baustelle mi sarei fermata e avrei detto al microfono: le due giovani in prima fila retrocedano e lascino il posto a quelli in seconda fila, che se lo meritano di più. Per esempio.
Poi il look. Io mi ero tirata al burro, come si dice dalle mie parti, unicamente per lei, però ho notato che neanche il bassista mi disdegnava (sui bassisti faccio effetto, non c’è che dire) ma tutto questo non sarebbe potuto accadere se io mi fossi presentata in tuta e mocassini. Che loro, per noi, si vestono bene, a noi della prima fila tocca ricambiare la cortesia.
Ultimo, ma non per ultimo: sapere i testi. Non puoi stare in prima fila se non sai tutte le canzoni perché loro, dal palco, mentre cantano ti guardano e se tu, quando Francesco Bianconi porge il microfono verso il pubblico e intona l’erba, non sai che devi concludere la frase con ti fa male se la fumi senza stile, mi spiace ma non sei nessuno.
Tutto questo per dire cosa? Che ieri sera ho visto il terzo concerto dei Baustelle in tre mesi e se il primo era pura emozione, il secondo puro godimento, questo è stato pura famigliarità, nel senso che mi sembrava – forse data la vicinanza – che fossero lì quasi solo per me.
E poi era anche gratis, che non guasta mai.
LdC
condivido e sottoscrivo in pieno, ad alcuni concerti non ho partecipato perché non mi sentivo preparata… e a vedere i Genesis, mio marito, che si sentiva un po’ in prestito, si è dedicato a foto e filmati… io ero abbandonata al puro godimento con stordimento ascellare! ;)
comunque l’erba ti fa male se la fumi senza stile in realtà è degli smashing pumpkins
mi sono sempre chiesto chi fosse sto romantico a milano il manzoni quello vero, piero. poi l’ho imparato con la tragedia della nipote quella del viaggio in abito da sposa (per intenderci).
Anche io l’ho imparato dalla sturiàza della nipote, altrimenti ero ancora lì a chiedermi chi fosse. Vabè che ci ho messo sei mesi a capire che a Porta Ticinese piove ma c’è il sole…
Mh, vero! Al grido di Baustelle, che Dio vi benedica
Prrrrr
io sono una veterana dei concertoni in prima fila.
WEro in prima fila pure a Red Hot a Imola 2002 se non sbaglio..
C’è da morire con il caldo, la gente che poga, le ascelle del vicino sulla testa, la transenna nello stomaco ma tutto ciò è ben pagato dal vedere il tuo idolo che sta di fornte e per un momento vedere i suoi occhi nei tuoi e magri passa e ti tocca la mano.
A Providence, nel lontano novembre 2005 Concerto degli Aerosmith io ero li con la bandiera italiana.. Tyler me la prese e la mostrò orgoglioso (lui è di orogini italiane) al pubblico americano del Donkin Donuts Center….se queste non sono soddisfazioni!!
Il fatto che io stia invecchiando precocemente ormai è una cruda realtà quando leggo questi tuoi post.
Io sti Baustelle non so neanche se sono un gruppo o una fustella per bloccare i pacchi dei corrieri…..
Grazie Daniela per aver colmato la mia ignoranza!
Fantastico questo post e quanta ragione da vendere hai!!!!!
Ho sorriso alla descrizione delle tipologie di fan da concerto…. :))))
Un grande abbraccio cara e ora corro su YouTube per godermi le cose che ho perso (perché non ero presente però…)
Baci :*****
So che non tolleri, ma il mi prossimo concerto sarà tipo il 16esimo… e non vedo l’ora!!!