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La supremazia della donna sull’insetto.

7 Luglio 2008

Cominciamo col dire che non più tardi di dodici ore fa mi trovavo sul porto di Cervia e che, essendo rientrata all’una di notte, non facevo che pregustarmi un lunedì mattina all’insegna dello sciopero dei treni, con conseguente possibilità di dormire della grossa (abitando di fianco alla ferrovia Bologna-Firenze, capirete che per me questo può esser paragonato al Paradiso). Proseguiamo invece dicendo che, all’alba delle 8.00 circa ho cominciato a sentire nonostante i tappi, un persistente ronzio non troppo lontano. Diciamo anche che il mio moroso era già uscito di casa perché doveva lavorare fuori Bologna. Insomma, facciamo che mi son resa conto con orrore che un’ape regina – dico regina con una certa sicurezza perché aveva quel cacchio, attaccato al sedere, quella specie di rimorchio – aveva visto bene di fare il suo nido dentro la finestra della mia camera da letto e gli stava bellamente ronzando intorno facendosi un sacco di fatti suoi.

 

Io non è che ho paura degli insetti: io proprio ho la fobia di tutto quel che vola, tranne gli aerei. Intendo esseri animati e inanimati, dalla farfalla al freesbee: tutto ciò che si libra nell’aere è da sempre per me fonte di ansia perché ho paura che a) mi voli sulla faccia; b) mi colpisca e/o mi faccia male; c) mi si infili in qualche orifizio. Non chiedetemi perché, le fobie son fobie. Figuriamoci quindi un’ape regina che difende il suo nido e il suo culone con rimorchio quanto può farmi paura.

 

Alzandomi con scatto felino e chiudendomi la porta della stanza da letto alle spalle – con la gatta che mi osservava come per dire sei scema? – lì per lì mi son detta oibò, ora che faccio? Ho aperto uno spiraglio, ho sbirciato… la maledetta aveva preso possesso della mia-camera-da-letto e non accennava certo a volare via. Bastarda.

 

Qui mi si sono aperti tre scenari immaginari: io che mi armavo di scopa e insetticida, io che gridavo di paura e invocavo l’aiuto dell’Uomo Fuco, io che andavo in ufficio scalza e in camicia da notte. Ho, per ovvi motivi, scelto la prima (anche perché l’Uomo Fuco, o quantomeno il suo ideatore, l’avevo lasciato in quel di Cervia svariate ore prima attaccato ad una pizza ai quattro formaggi e non sapevo in che stato avrei potuto ritrovarlo). Lo scenario del mio fidanzato che tornava a casa apposta per salvarmi non era nemmeno contemplabile, ma confesso che una parte del mio romantico immaginario ci ha pensato.

 

Ma torniamo a noi: sono andata a cercare l’insetticida, ho trovato solo quello per mosche e scarafaggi, che non era molto adatto, ma ho pensato bene bene non potrà farle. Presa la scopa con piglio deciso, sempre con la gatta che mi osservava con un’espressione a metà fra la diffidenza e la compassione, sono andata a riprendermi camera mia. Sorvolo sulla crudeltà e ferocia che ho dovuto trovare in me stessa per ripristinare l’equilibrio naturale, vi dico solo che ce l’ho fatta. Anche se adesso ho un nido d’ape da debellare col napalm e un cadavere sotto un bicchiere di plastica che invoca pietosa sepoltura.

 

Però sono riuscita ad accedere all’armadio e a vestirmi per venire in ufficio. E la gatta, sapeste come mi guarda orgogliosa, adesso.

 

LdC

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  1. A me capitò (la storia dell’orifizio, eccetera).

    Avevo 12 anni e dormivo in macchina, quando un’ape mi entrò nell’orecchio e mi punse dentro.

    Mi ricoverarono all’ospedale di Santa Sofia (eravamo lì vicino) per due giorni…

  2. L’Uomo Fuco probabilmente si sarebbe innamorato dell’ape regina, come da tradizione.

    moroz

  3. strano un’ape che in estate ormai inoltrata ancora debba farsi casa, ancora più anomalo possa essere un’ape regina.

    più probabile una volgarissima Vespa muratore (Ancistrocerus parietinus) che usa sabbia e fango, spesso inumiditi con la saliva, e costruisce piccole celle nelle cavità o negli angoli di mobili e soffitti.

    sono quelle lunghe e nere che volano con le gambe a penzoloni.

    disinfestare, soprattutto perché pungono, e molti sono allergici al veleno degli imenotteri.

    c’è una schiuma apposta da spruzzare sul nido che le soffoca e rende inutilizzabile le cellette già formate, mia mamma ci combatte un giorno sì e un giorno no..

    m

    http://www.utecinisellobalsamo.it/laghetti/foto/fango/immagini_fango/vespa.gif

  4. Era senz’altro la vespa muratore, corrisponde al 100%, la gran vacca!

    Mando subito Elvis a comprare la schiumina, dov’è che si compra?

  5. Per la cronaca.

    Ieri sera sono tornata a casa e il mio fidanzato aveva già provveduto a: fare il funerale alla vespa muratore, debellare il nido, che altro non si è rivelato che un micro-loculo dove alloggiava solitaria la bestia, infine siliconare tutto il contorno della finestra onde preservare la nostra camera da future incursioni.

    Lo so, lo so, convivo con l’Uomo Ideale!!!

  6. Senti,

    puoi mica prestarmi il Leery per diacimo mezzo pomeriggio che ho il tuo stesso problema ma in cantina?

    Gli pago la tratta Bologna Milano Bologna oppure il rimborso kilometrico a 0.41 centesimi al km.

    Eh?

  7. A me invece stamattina il gatto mi ha portato in casa una biscia, peraltro viva!

    Le molle del camino non hanno prezzo in questi casi…….

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