Senza categoria

Chi non ricorda i propri errori è destinato a ripeterli.

7 Luglio 2009
Non so voi ma io, relitto del 1976 che ha vissuto completamente gli anni ’80 nel bene e nel male, dove il bene son cose tipo il Live Aid, Paroliamo, Casa Keaton e l’Incantevole Creamy mentre il male può essere rappresentato, che so, da Ciro Ciro di Sandra Milo, Claudio Martelli, i capelli di Tracy Spencer e le canzoni di Scialpi, dicevo io che di trash modestamente me ne intendo, fra le tante cose che ho amato, mangiato, bevuto, indossato solo per seguire la moda, su una cosa sola ho sempre messo una grande croce, una vera e propria X su un articolo in particolare che mai ho indossato e mai mi sono ripromessa di fare, fossi anche ubriaca, sedata o morta: le espadrillas.

Da anni estimatrice delle scarpe definite come smosciacazzi dal mio fidanzato, le antiestetiche ballerine, avrei dovuto entusiasmarmi di fronte all’inserimento coatto di queste stitiche ciabatte di tela e corda fra i must-have di quest’estate, dopotutto i fashion blog de noantri parlano chiaro: in pieno ritorno di quelli che furono anni dove la gente andava in giro conciata come i Righeira, non potevano mancare le sciatte babbucce multicolore. Eppure esito, anzi no. Categoricamente mi rifiuto.

Ieri, in giro per Milano, ne ho viste e riviste. Ai piedi di ragazze, donne mature, etero, gay, imitatori di tronisti e altri esemplari di varia natura. Pur accettando che la moda sia un inesorabile fatto ciclico che ripropone le più svariate schifezze spacciandole per ideone, mi chiedo: c’è un limite al sacrificio del buon gusto per seguire la tendenza a ogni costo? E prendendo per buono chi dice che quando ci si veste non ci si veste e basta ma si invia un messaggio: tu con le espadrillas che messaggio mi invii?

LdC

Only registered users can comment.

  1. …credo che di cose orrende negli anni 80 se ne siano viste molte (e le spalline nei vestiti? dove le mettiamo?). Cambiando registro, a mio parere uno dei prodotti culturali più significativi della cultura italiana “off” di quegli anni restano i geniali ed inarrivabili “CCCP” di Ferretti e Zamboni nella formazione originale. Che nostalgia…! Ma ricordo anche (io c’ero!!!) il “Bologna Rock” di fine decennio 70: Windopen, Gaznevada, Luti Chroma, Confusional Quartet… che fermento nelle cantine bolognesi di quesgli anni!!! Altro che i bambocci del mucciniano spot della TIM!

    Rizomagosophicus

  2. …. forse sono previste nel ddl sulla sicurezza come mezzo antistupro!!

  3. … tornando in-topic, io le puzzolenti (dopo pochi giorni) adolescenziali (la moda coincideva con i miei 15-18 anni) espadrillas le ho portate per qualche estate. Perchè costavano poco e, da bravo studentello squattrinato, di baiucch a quell’epoca in casa mia ne giravano il giusto!

    Rizomagosophicus

    P.S: segnalo a tutti un brano dei notevoli “Offlaga Disco Pax”, dal loro primo album (ma si possono ancora chiamare così i “dischi” al tempo dell’mp3?) dal titolo “De Fonseca”. Il riferimento in questo caso è tutt’altro che ironico-demenziale come potrebbe far pensare: l’oggetto di consumo in questione, appartenente alla cosiddetta cultura industriale seriale, diviene il pretesto per costruire la metafora di un’epoca ben precisa: geniale, uno sguardo che filtra il passato con occhio visionario!!!

  4. Rizomagosophicus, le spalline erano già più anni 90. Comunque musicalmente parlando o sei il gemello separato alla nascita del mio moroso o sei il suo ideale compagno di concerti ;)

    (a parte gli Offlaga, lo dico prima che s’indigni)

  5. … “Fiamma Fumana”, i vecchi (ma sempre molto godibili) “Ustmamò”, i “Massimo volume”, Andrea Chimenti…

    Ma anche tanto jazz, fusion (quest’ultima devo dire che mi ha un po’ rotto: oggi ascolto con molto meno trasporto i freddi virtuosismi tecnici autosbrodolanti di un tempo: più idee nuove, magari un po’ “sporche”, e meno tecnica autocelebrativa) e, nostalgicamente, tanto progressive rock, italiano e non. Il catalogo può continuare ma non è questa la sede nè il momento. Ne riparleremo!!!!

    Rizo

    P.S: ho un fratello che fa parte del coro a cappella dei “Blue Penguin”, li conosci (un paio di CD all’attivo)?

  6. da fashion victim quale sono, ne possiedo non una ma 2 paia, comprate rigorosamente in Spagna (uno a Madrid l’anno scorso, uno a Barcellona quest’anno).

    Ma deso tristemente insofrmrvi che sono più o meno 5 anni che fanno capolino a spot nei negozi.

    E sì, si portano col tallone scoperto.

  7. grazie Eulalia, non so se era nelle tue intenzioni, ma mi sono rincuorato (e anche rinquorato). ho capito che non e’ vero che al peggio non c’e’ mai fine.

  8. Mi dispiace ma non sono d’ accordo. o meglio, lo sono solo in parte.

    Ho 30 anni, da bambino mia madre me le comprò in costa azzurra e le ho usate per qualche estate.

    Nel 2004, ormai 5 anni fa, le ho per caso riviste in una bancarella a Lerici, in Liguria. Da li è riscoppiata l’ attrazione e ne ho comprate una decina di paia di colori diversi. Purtroppo quest’ anno sono ritornate di moda e moltissimi ( soprattutto moltissime 18-25 enni) hanno ripreso a utilizzarle, ma bisogna fare un distinguo.

    Le vere Espadrillas non sono quelle fashion che si trovano a 70 euro nei negozi di Milano. Devono costare al massimo 5 euro e non avere disegni ma essere in tinta unita. Odio infatti quelle simil espadrillas con la zeppa o addirittura i lacci.

    Come ogni capo d’ ab bigliamento tradizionale, le Espadrillas hanno un senso. Sono nate ai piedi dei coltivatori di frutta in costa azzurra e poi passate in Spagna ( anche se tutti pensano siano spagnole) e sono scarpe da lavoro.

    Io ho una sorta di regola per queste scarpe:

    1- devono costare poco

    2-tinta unita

    3- usate al mare per andare in spiaggia o per un uscita informale. Si possono usare in città solo per una passeggiata sciolta, di ritorno dal mare, abbronzati e soprattutto in grado di saperle portare.

    4- preferibilmente con pantaloni corti.

    5- solo per chi ha caviglie sottili e gambe lunghe. Con le gambe corte accorciano di altri 10 cm.

    6- le gambe devono essere abbronzate

    7- possibilmente dovrebbe indossarle solo chi le ha già usate da bambino negli anno 70/80

    Ultima cosa. Queste scarpe le accetto solo in alcuni posti o città.

    In Liguria in generale si, anche in città a Genova.

    No a Milano Roma, si a Napoli solo se si guida una vespa Px.

    Si a Carloforte, Salina, Pianosa, Ventotene, Favignana e Pellestrina.

    Alla fine penso che solo chi ha stile può usare queste scarpe, certo non come sostitute delle scarpe normali, ma nelle occasioni prima descritte.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.