Quel tardo pomeriggio eravamo in auto, me lo ricordo benissimo, stavamo andando a Praticello di Gattatico per il concerto del 25 aprile e tu, dal sedile posteriore, raccontavi a noi seduti davanti tutte le peripezie che nell’ultimo abbondante anno ti avevano tenuto lontano “dal giro”.
Noi non andavamo più bene già da un po’ e l’inizio della fine era talmente eclatante che mancava solo dirselo, cosa che abbiamo fatto in effetti pochi giorni dopo.
Quel pomeriggio ci hai parlato di lei, dei progetti che avevate, del dono grandissimo che le avresti fatto non appena sarebbe stato tutto pronto, tutto sicuro.
E mi ricordo che ho pensato che un dono così grande io non l’avrei fatto, mi sono anche sentita lievemente in colpa nei confronti della persona alla guida, ma tant’è, non l’avrei fatto veramente.
Tu invece sì, e lo raccontavi con una normalità, con una serenità, che a me lì davanti si sono riempiti gli occhi di lacrime anche se nessuno mi ha vista.
Oggi noi tre siamo ancora qui, seppur con tutte le distanze del caso, solo che da ieri pomeriggio lei non c’è e tu non hai fatto in tempo a farle quel dono bellissimo, perché quel tutto pronto, tutto sicuro, non è arrivato.
E io ti volevo soltanto dire, col cuore colmo di tristezza ma anche di gratitudine, che forse non ve ne siete resi conto ma quel giorno mi avete insegnato che bisogna amare qualcuno a tal punto da essere disposti a donare un pezzo di sé stessi.
Vieni all’alba, all’ora prima
vieni nell’ombra della sera
nel buio e nel dolore
l’Amore tuo non muore
più forte della Morte è l’Amore.
(Gang – Più forte della morte è l’amore)
LdC
Nel mio piccolo anche io ho imparato che le persone – e i rapporti che hai con loro – li conosci veramente solo nei momenti di bisogno senza appello: o dentro o fuori.
Va detto però che bisogna anche essere capaci: ci sono persone che amano e non riescono comunque ad andare oltre se stessi. Va detto, perché nessuno si senta in colpa o in difetto. Ognuno dà quello che può, oltre che quello che vuole.
È vero, in quel caso io forse non avrei ‘semplicemente più dato’. O chissà, boh.