Anche se c’è qualcuno che non ci crede, ogni notte si fanno sogni.
Poi che non si ricordino è un altro discorso, ma si fanno: l’attività cerebrale è inevitabile e automatica, come la respirazione.
Personalmente, rientro nella categoria di quelli che i sogni li ricordano molto bene -spesso, non sempre- e questo è probabilmente perché il mio mondo onirico è molto strutturato, ben sceneggiato, con trame talmente interessanti che se fossi meno pigra ci potrei scrivere dei racconti, se non addirittura dei romanzi.
Invece sono una blogger e ci scrivo un post, un po’ perché gli ultimi sogni che ho fatto sono veramente particolari, ma soprattutto perché hanno un significato palese e poi voglio anche fissarli qui sopra a imperitura memoria.
Ad esempio, ultimamente sogno spesso di dovermi lanciare dall’auto in una situazione di emergenza: perché ho provato a saltare una voragine che poi si è rivelata troppo ampia, o perché per qualche problema si sta per inabissare. Ogni volta mi salvo proprio perché ho il coraggio di abbandonarla e saltar fuori appena in tempo, senza paura ma con la lucidità di chi sta facendo la cosa giusta.
(certo poi vado a fare la conta dei danni e spiace, ma tant’è)
(e comunque la macchina si è rotta anche nella realtà, quindi sono pure premonitrice)
(ma non sono specializzata in numeri del Lotto, ve lo anticipo, non chiedetemeli)
E comunque già in due occasioni mi sono salvata: una volta era una voragine, una volta un oceano, sta di fatto che ho guardato la situazione da un punto sicuro, sempre sul ciglio della disgrazia ma sana e salva, consapevole di ciò che avevo perso, ma anche di essere tutta intera. Della serie: inserire qui considerazioni a caso sul significato.
Ho anche sognato di essere un ispettore che risolveva un caso, in puro stile CSI, chippando i gatti e geolocalizzando l’assassino. Questo è stato un vero e proprio incubo perché ho provato molto dolore nel perderli, ma alla fine ho fatto giustizia nonostante la grande sofferenza che stavo provando. Credo di sapere, in fondo, che a volte soffro molto per cause che poi so essere giuste, perché la sofferenza deve avere un senso, un fine, un punto di arrivo, una motivazione valida: io soffro per questa cosa, che però mi porterà ad ottenere ciò che è giusto, all’interno un progetto più grande. Anche qui, inserire nomi di persone a caso.
A questo punto il titolo del post ha finalmente un senso.
E io posso tornare a dormire.
LdC