Domenica si girava per un mercatino dell'usato e, per ammazzare il tempo mentre il moroso setacciava in lungo e in largo la sezione dischi, ho cominciato a guardare a mia volta da cima a fondo la sezione libri.
Dopo aver constatato ben cinque copie di Tre metri sopra il cielo, alla M di Moccia, Federico (Dio c'è) sono finita alla lettera L di Lessing, Doris e ho visto una copia di Racconti londinesi.
Ovvio, tutto ciò che è Londra da sempre carpisce la mia attenzione e, nonostante provi una sorta di atavico ribrezzo per quello che è stato nelle altrui mani, l'ho aperto per capirne velocemente il contenuto, dato che non lo conoscevo
(per due euro e mezzo si può rischiare, ho pensato)
Appena l'ho aperto, però, ho trovato questa dedica e sono andata subito da Lorenzo a mostrargliela: è mai possibile che una figlia decida di vendere un libro con una dedica così dolce, dei suoi genitori per giunta? Secondo lui, invece, che è più sbrigativo e pratico, la proprietaria del libro è passata a miglior vita e la sua famiglia ha deciso di disfarsi di tutto. Così sarebbe anche peggio: quale genitore vorrebbe lucrare due euro e mezzo dalla prematura dipartita della figlia?
(mh, a volume..? I miei ci farebbero un business)
Allora, forse, ci siamo detti, si tratta di un errore.
Magari la proprietaria non si ricordava della dedica, oppure è finito nello scatolone per sbaglio o magari ne aveva due copie e ha deciso di conservare quella sbagliata… Oppure chissà che storia si cela, dietro questo libro.
Nel caso: Stefania di Bologna, che nel 1993 sei stata a Londra, se mi leggi, il tuo libro ti aspetta esattamente lì dove l'hai lasciato… io non l'ho comprato, non me la sono sentita!
LdC