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12 luglio 2006 – Mi sa che devo leggere questo libro.

24 Luglio 2006

Sera.

Locanda Almayer. Stanza al primo piano, in fondo al corridoio. Scrittoio, lampada a petrolio, silenzio. Una vestaglia grigia con dentro Bartebloom. Due pantofole grigie con dentro i suoi piedi. Foglio bianco sullo scrittoio, penna e calamaio.

Scrive, Bartleboom. Scrive.

Mia adorata,
sono arrivato al mare. Vi risparmio le fatiche e le miserie del viaggio: ciò che conta è che ora sono qui. La locanda è ospitale: semplice, ma ospitale. E’ sul colmo di una piccola collina, proprio davanti alla spiaggia. La sera si alza la marea e l’acqua arriva fin quasi sotto alla mia finestra. E’ come stare su una nave. Vi piacerebbe. Io non sono mai stato su una nave. Domani inizierò i miei studi. Il posto mi sembra ideale. Non mi nascondo la difficoltà dell’impresa, ma Voi sapete -Voi sola, al mondo- quanto io sia determinato a portare a termine l’opera che è stata mia ambizione concepire e intraprendere in un giorno fausto di dodici anni fa. Mi sarà di conforto immaginarVi in salute e in letizia d’animo. Effettivamente non ci avevo mai pensato prima: ma davvero non sono mai stato su una nave. Nella solitudine di questo luogo appartato dal mondo, mi accompagna la certezza che non vorrete, nella lontananza, smarrire il ricordo di colui che Vi ama e che sempre rimarrà il Vostro Ismael A. Ismael Bartleboom.

Posa la penna, piega il foglio, lo infila in una busta. Si alza, prende dal suo baule una scatola di mogano, solleva il coperchio, ci lascia cadere dentro la lettera, aperta e senza indirizzo. Nella scatola ci sono centinaia di buste uguali. Aperte e senza indirizzo.

Ha 38 anni Bartleboom. Lui pensa che, da qualche parte nel mondo, incontrerà un giorno una donna che, da sempre, è la sua donna. Ogni tanto si rammarica che il destino si ostini a farlo attendere con tanta indelicata tenacia, ma col tempo ha imparato a considerare la cosa con grande serenità. Quasi ogni giorno, oramai da due anni, prende la penna in mano e scrive. Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare. E a chi, se non a lei? Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle
– Ti aspettavo.

Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà le lettere ad una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni – i giorni, gli istanti – che quell’uomo, prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato. O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell’uomo
– Tu sei matto.

E per sempre lo amerà.

(Oceano mare – Alessandro Baricco)

LdC

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