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Interessante incontrarli, stupendo sapere di non rivederli.

24 Luglio 2006
Favourite 2k6 summer drink!A volte mi sorprendo della fortuna che ho ad aver capito in tempo di che pasta sono fatte certe “amicizie” – vorrei mettere molte più virgolette, credetemi – e ad essermene liberata, andandomene di mia spontanea volontà oppure per imposizione (non ottenere qualcosa, a volte, può essere considerato un grosso colpo di fortuna).
 
Per come sono stata cresciuta ed educata non riesco a concepire con che faccia certe persone si riescano ancora a porre verso il prossimo, ben consapevoli di come siano in grado di prendere il malcapitato di turno, eleggerlo a personaggio, triturarlo a loro piacimento, uso e consumo e lasciarlo perdere quando non serve più, quando li annoia: il giorno prima non sei nessuno, sei uno sfigato, addirittura un approfittatore che vuole brillare di (loro) luce riflessa. Il giorno dopo, invece, tutti intorno a te. Forse perché si annoiavano, perché volevano un giochino diverso, chi lo sa. Ma comunque non sarai mai uno di loro: presto tornerai là, nello sfondo, da dove sei venuto. Quando un nuovo interesse carpirà la loro preziosa attenzione.
 
Non riesco a concepire come si possa fare, non è nelle mie corde perché io sono una persona normale, di normali sentimenti e fondamentalmente di media umiltà. Prima o poi la smetterò, come Anna Frank, di credere sempre nell’intima bontà delle persone. Che qua, di buono, c’è rimasto mi sembra molto poco. Quello che soprattutto non riesco a concepire è come riescano ancora a sostenere il proprio sguardo allo specchio, la mattina. Opportunità che mi sento di avere e di cui personalmente vado molto fiera.
 
Giovedì sera sono stata alla festa di laurea di un amico che non vedevo da tanto tempo. Imbucatissima, a rimorchio della Lea. Ovviamente mi sono divertita un sacco a scrutare facce e ad osservare reazioni che sono andate dal sorriso alla dilatazione della pupilla, che tradivano piacere ma anche incredulità nel vedere la sottoscritta nella gabbia dei leoni. Senza sedia e frusta, peraltro. Se non ricordate come andò con questa balotta è bene che vi rinfreschiate la memoria con il relativo post.
 
E così ci siamo ritrovati di nuovo insieme, seppur con vari anni in più e con tanti scheletri nell’armadio: nomi che non si potevano pronunciare, sospesi di liti mai chiarite, sotterfugi, io so che tu sai che io so ma faccio finta di non saperlo, attriti mai ufficialmente confessati ma ufficiosamente noti a tutti, dissapori pendenti sulle nostre teste come spade di Damocle, segreti di Pulcinella che si sprecano. Il tutto ipocritamente ed accuratamente ramazzato sotto al tappeto con tanto di sorriso di circostanza. Per fortuna abbiamo un passato adolescenziale stupendo e ricco di aneddoti divertentissimi che, come si suol dire, ci ha risolto la serata. Anche perché garantisco che in comune con quelle persone io penso di avere al massimo la nazionalità e l’appartenenza alla stessa specie (anche se su alcuni esemplari avrei delle riserve)… ma ammetto che la cosa mi ha divertita non poco. Ascoltare i toni smaccatamente amichevoli, l’interesse puramente utilitaristico delle domande anche quando sembrano del genere più disinteressato e invece vorrebbero scrutarti, scandagliarti. E tu, statua di sale, che contraccambi con un sorriso e non racconti una virgola.
 
Salvo quello che vuoi fargli sapere.
 
Per esempio che, alla faccia loro e di tutti i tentativi di demolire il tuo orgoglio, tu sei una persona veramente felice e non solo serena, che sei orgogliosa di te stessa e non solo non farai mai parte della loro cerchia ristretta, ma non lo desideri neanche. L’arma migliore che hanno queste persone è la negatività, il riservarsi il diritto di criticare tutto e tutti, con che facoltà poi mi domando. Ma forse tutto ciò è dato dal desiderio segreto di essere come quelle persone, i cosiddetti realizzati comuni, così tanto disprezzati ma forse, sotto sotto, invidiati: io non posso dirmi una realizzata perché per me la vita è un continuo cercare di migliorarsi, ma per il punto dove mi trovo ora posso dire che la strada è sì ancora lunga, ma almeno è quella che porta al tipo di realizzazione che scelgo io, di giorno in giorno. Non dettata dalla necessità di appartenenza ad una élite talmente elitaria da essere destinata all’estinzione.
 
Il pezzo dei “realizzati comuni” non è mio, bensì è liberamente tratto dal “Diario di un inconcludente” di Benjamin Anastas, qualora desideriate approfondire l’argomento.
 
Con questo buon week end – postumo, a causa dei ben noti problemi di Virgilio/Alice – e non dimenticatevi di dare un’occhiata a Rob, ovviamente.
 
LdC

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  1. ciao cara… io avevo già un blog su splinder utilizzato quando virgilio è caduto la prima volta stavolta mi sa che è trasferimento per sempre…….

  2. @Cleo e Phoebe: confermo, mi trasferisco qui, mi ci sto trovando bene…

    @anonimo: sarà colpa (o merito) dell’ascendente Sagittario.

    @Deb: al solito ne ho combinate troppe e non se ne possono postare più o meno i 3/4… ehm..

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